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Come leggere un racconto – Lezione Dieci

Da Marcofre

Un pomeriggio Wes era in giardino a togliere le erbacce quando è arrivato Chef.

One afternoon Wes was in the yard pulling weeds when Chef drove up in front of the house.

Prima di questa frase, preceduta da uno spazio bianco, la temperatura emotiva della storia era salita; come la suspense. Avevamo due persone (marito e moglie), che si rimettevano assieme. Un breve accenno al passato, ai loro problemi di alcol, ai figli.

E il lettore a chiedersi: Bene, e poi?

Ecco il poi:

Un pomeriggio Wes era in giardino a togliere le erbacce quando è arrivato Chef.

Il padrone di casa fa visita ai suoi inquilini. Anche lui ha alle spalle problemi di alcol. Edna è in casa, lava i piatti, vede la sua macchina, il viale, la superstrada, le dune e sul mare delle nuvole basse. Vede il macchinone di Wes (scrivere è prestare attenzione ai dettagli; ricordarsi di essi).

Poi Chef scende dalla macchina e

si è tirato su i pantaloni.

hitched his pants.

Fare sempre attenzione ai dettagli. Usarli con astuzia ed eventualmente ri-usarli (vedremo poi perché). È inutile soffocare il lettore con una descrizione dettagliata: era alto, aveva i capelli lunghi o corti, il colore era grigio, nero, le braccia erano magre o grosse, le gambe storte, gli occhi chiari, scuri… Idiozie.

Anche perché a raccontare la storia è Edna, e lei vede la scena da casa. Non può notare certe caratteristiche, e poi non sono importanti ai fini della storia. Edna probabilmente conosce abbastanza bene questo Chef, saprebbe dire il colore dei suoi occhi, per esempio: ma sarebbe inutile parlarne. Il principiante lo farebbe, perché deve riempire la pagina di bla bla bla, e poi spacciare il tutto per narrativa.

Però lo scrittore autentico (Carver), fa dire a Edna un paio di cosette per fissare nella mente del lettore questo Chef: gira con un macchinone. Si tira su i calzoni quando scende dall’auto.

Andiamo avanti:

Ho capito subito che c’era qualcosa.

I knew there was something.

Ovvio: se si muove il padrone di casa c’è sempre una ragione. Si sta avvicinando il punto di rottura, se possiamo chiamarlo in questo modo. La coppia sembra aver trovato una normalità, o una parvenza di normalità e forse sogna di renderla vera, genuina e profonda. Però accade qualcosa.

Una storia è prendere il protagonista, o i due protagonisti, immaginare che capiti una crisi e vedere l’effetto che fa. Semplice vero?
Per nulla.

Con Carver, e le sue storie quotidiane, non esiste semplicità. Occorre possedere lo sguardo, e la consapevolezza (regalata dall’esperienza) che chi prova a riemergere da una situazione complicata, cammina su un sottile strato di ghiaccio. Deve raggiungere la riva per mettersi in salvo; ma sa che ogni passo può incrinare il ghiaccio, e lui sprofondare.

Quando si rimettono assieme i pezzi, si vive in una condizione di vigile paura: che arrivi un imprevisto qualunque a mandare all’aria tutto ancora una volta. E puntualmente si verifica.

Edna osserva i due uomini dalla finestra di casa. Si sposta sulla porta e allora sente: il ghiaccio che sta per spezzarsi? In un certo senso, sì.

(…) Dio solo lo sapeva quanto gli dispiaceva ma doveva chiederci di lasciare la casa alla fine del mese.

(…) God knows he was sorry but he was going to have to ask us to leave at the end of the month.

Ecco il punto di rottura. Chef spiega a Wes cosa è successo: il marito di sua figlia è scomparso in mare (o fuggito a bordo del suo peschereccio?). Deve aiutarla, gli darà la casa occupata da Edna e Wes.

Poi Chef ha abbracciato di nuovo Wes, si è ritirato su i pantaloni, è salito nel suo macchinone e se ne è andato.

Then Chef hugged Wes again, hitched his pants, and got in his big car and drove away.

Qualche riga fa ho parlato dei dettagli e di come ri-usarli. Infatti Chef esce di scena tirandosi su i pantaloni, e risalendo sul macchinone. Esattamente come è entrato.

Di costui non sappiamo nulla; però la sua figura non scivola via. Quel suo gesto a proposito dei pantaloni gli regala un soffio di vita. Sulla pagina, qualunque personaggio faccia capolino, che sia cane o uomo, deve essere presente, e vivo. Altrimenti è meglio lasciarlo fuori. Nessuno può essere un riempitivo, ma deve possedere una precisa funzione, tangibile, onesta e reale.

La marca dell’automobile non la conosceremo mai, è un “macchinone”. Si potrebbe dire che essendo Edna a parlare, una donna quindi, non sia molto esperta in modelli automobilistici. E liquida la faccenda parlando delle sue dimensioni superiori a quelle di una macchina normale.

Fosse Wes a parlare direbbe: “Una Chevy del ’69”.

Una banalità? Non credo. Qui Carver sposa completamente il punto di vista di una donna, che non ha alcuna passione per le auto. Per lei ce ne sono di grandi e di piccole, fine della storia.

Il punto di vista. Se è un bambino il nostro protagonista deve parlare da bambino; se è donna, da donna. Non è importante spendere troppe parole, ma individuare gli elementi che meglio possono caratterizzare il personaggio. Si può ottenere questo effetto solo scrivendo, cancellando, osservando. Provando e riprovando.

Questa pagina scarsa merita, come il resto, una rilettura attenta perché è preziosa e sprigiona onestà e vita.

(…) e se ne è andato.

(…) and drove away.

Il racconto procede (lo vedremo la prossima settimana); eppure queste poche parole che congedano Chef, hanno secondo me il potere di creare un silenzio carico di tensione e sbigottimento.

Chef che li aveva aiutati fornendo loro una casa, se ne va, e con lui il sogno di tornare alla normalità. C’è una sorta di desolazione che all’improvviso coglie Edna e Wes; diversa da quella creata dall’alcol. Devono contare solo su se stessi. Chef esce di scena e li getta brutalmente in braccio ai problemi che cercavano di lasciarsi alle spalle. Non è forse solo lui ad andarsene, ma anche il sogno di ricominciare.

Come leggere un racconto – Lezione Uno

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