Come si fa a credere alla Cancellieri ? Ma sopratutto: come si fa a crederle e poi pensare che, se ci fosse stata sempre lei al Ministero della Giustizia, Cucchi, Aldovrandi e tanti altri sarebbero vivi ?
La violenza senza freni su poveri e indifesi è un fatto sistemico in una piccola marcia parte delle forze dell’ordine così come piegare Leggi e Stato agli interessi propri e di potenti amici è sistemico per una gran parte della classe dirigente.
Innumerevoli fatti, nell’uno e nell’altro fenomeno, sono lì a dirci come funzionano queste faccende. Non riesco a capire come si possa credere il contrario proprio nel momento in cui hai la prova di buon senso sotto gli occhi: l’ avere colto in flagrante il realizzarsi di uno dei due fenomeni.
Il vero gioco semiotico in atto che usa come termini di paragone queste due tipologie di fatti non è una questione di Leggi e umanità, pietà e compassione.E’ solo una questione di simboli, significati, associazioni semantiche che risvegliano quel “cattocretinismo” italiano che è poi una delle sostanze grazie alla quale Berlusconi ha fatto ciò che ha fatto e grazie alla quale anche la Cancellieri cerca di difendere comunicativamente la sua credibilità.
C’è un punto, infine, che nessuno ha considerato; anche ammesso che sia vero ciò che ha detto la Cancellieri, è un Paese giusto quello in cui la salute di un detenuto, qualsiasi detenuto, necessita dell’interessamento del Ministro in persona per essere tutelata ?
La risposta è no, è solo un paese corrotto, e nei paesi corrotti quelli che non hanno il numero di telefono del Ministro, alcune volte, fanno una brutta fine.