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Come ti smonto un articolo di Repubblica

Creato il 08 marzo 2011 da Tnepd
Come ti smonto un articolo di Repubblica Occhio a cosa scrivono oggi (6 marzo 2011) su Repubblica a proposito della Libia (ovviamente non sono abbonato ai feed di Repubblica che sono parziali, in ogni senso... beh, ho trovato l’articolo qui). In Libia è stata una giornata di guerra civile e propaganda, fra le informazioni diffuse dal regime di Gheddafi e la controinformazione degli insorti. [Cominciamo bene. Il target e’ subito chiaro. Il lettore da indottrinare e’ sinistrorso, e’ uno che legge Repubblica ma anche la controinformazione e di questi tempi la parola “controinformazione” va molto di moda. Cosi’, i cattivi designati (il regime di Gheddafi) diffondono propaganda mentre i giovani insorti reagiscono con la controinformazione che fa tanto glamour. L’obiettivo della prima frase e’ far sentire il lettore dalla parte dei twittaroli di Soros.] Una domenica che all'alba vede i fedelissimi di Gheddafi sparare in aria a Tripoli per il successo di una controffensiva che avrebbe riportato sotto il controllo del rais le città dell'est, Misurata, Zawiya, il porto petrolifero di Ras Lanuf, dopo una notte di battaglia, preludio alla marcia verso Bengasi, "capitale" dell'altra Libia. [Fedelissimi e’ un termine che fa presagire che siano pochi (i fedelissimi sono sempre pochi, per antonomasia). Scopriamo poi che c’e’ gia’ un’altra Libia, una Padania magrebina dotata persino di una novella capitale. A Repubblica, il secessionismo libico aggrada decisamente piu’ di quello italiano.] Gioia prematura. La giornata, infatti, si conclude con il Consiglio Nazionale Libico, organismo di governo e coordinamento delle forze d'opposizione a Gheddafi, che annuncia che non solo Misurata e Zawiya, ma tutte le città dell'oriente libico sono state "liberate" dopo aver respinto gli attacchi dell'esercito verde. E che ora si punta a ovest, per riprendersi Bin Jawad e tornare a minacciare Tripoli. [Insomma, ciascuno sostiene che oggi ha fatto piu’ punti dell’altro. Fin qui Repubblica ci racconta le due versioni ma non ci dice quale sia quella piu’ congruente alla realta’. Ce l’hanno qualche fonte da quelle parti che non sia l’ufficio stampa di una ONG di Soros? Che so, un inviato..? L’esecutore dell’articolo non ce lo dice cosa e’ successo, ma ci fa capire da che parte bisogna stare anche non sapendolo. Tre scelte lessicali in questo paragrafo (liberate, si punta e riprendersi) portano il lettore a schierarsi coi ribelli.]
Per avvalorare la sua versione dei fatti, in serata il Consiglio Nazionale Libico manda un portavoce in conferenza stampa a Bengasi. Per smentire la propaganda di regime e anche per svelare i retroscena di un giallo: la cattura di otto cittadini britannici da parte dei ribelli. [Insomma, le truppe di Muammar, invece che tessere astute trame propagandistiche di regime, sparacchiano in piazza a Tripoli affettando kebab mentre il CNL fa della sana e robusta comunicazione. Che fanno i ribelli dopo aver perso (o recuperato, vai a saperlo) le citta’ dell’Est? Una bella conferenza stampa - ci sara’ stato un inviato di Repubblica? – per smascherare la propaganda di regime, cioe’ di quelli che nel frattempo stanno facendo baldoria in piazza e non ci pensano lontanamente. Al contrario, questo neonato CNL ha gia’ una magagnetta da risolvere... Chi erano mai questi otto inglesi?] Evento che Londra non commenta, poi infine ammette. Si tratta di una missione diplomatica [Ah! Ah! Ah!], scortata da membri delle Sas [Ma va’?], le forze speciali di Sua Maestà, entrati nel Paese con l'obiettivo di contattare il Consiglio Nazionale Libico.

Come ti smonto un articolo di Repubblica

Il Videogame ispirato alle SAS
lo senti lo spirito umanitario?


[Cioe’, un drappello militare inglese entrato clandestinamente su territorio libico per contattare il CNL. Ma se questi possono indire una conferenza stampa, inviare portavoce a destra e manca, che bisogno c’e’ d’introdursi clandestinamente in assetto da guerra per mettersi in contatto con loro? Mah...] "Erano entrati in modo irregolare, senza passaporti - racconta il portavoce del CNL, Hafiz Ghoga - non abbiamo voluto parlare con loro, per dare un segnale al Paese. Per dire che la rivolta e’ spontanea e interna".
[Quanto poco vi considerano i vostri imbonitori, amici lettori della stampa mainstream. Ormai si rendono conto anche loro, su in redazione, che siete lobotomizzati. Queste cose una volta si lasciavano intendere, erano la prima considerazione ovvia che il lettore faceva a fine lettura. Per capirci... qualche anno fa in bocca a questo Gogha avrebbero messo qualcosa del genere: “Erano entrati in maniera irregolare – racconta il portavoce – e non abbiamo voluto averci a che fare. Libia libera!” Punto. Ci pensavi tu, poi, ad aggiungere che se avevano fatto cosi’ allora erano dei duri e puri, slegati da influenze esterne. Invece oggigiorno te lo devono proprio spiegare nei dettagli altrimenti non ci arrivi. Te lo fanno dire da un portavoce libico che tutta la storia e’ una messinscena e si riduce ad un segnale, ossia ad un evento comunicativo, ossia a propaganda. Che l’abbia detta o meno, che ce ne sia una versione differente per ogni nazione o linea editoriale, in ogni caso la frase messa in bocca a questo Hafiz Ghoga e’ paradossale perche’, se ci pensate, presuppone che i giovani social-ribelli spontanei, in questo momento di tafferugli militari e di guerriglia urbana, abbiano un ottimo ufficio stampa che li informa sugli umori dell’opinione pubblica la quale ha dubbi sulla loro spontaneita’ e dunque, messi di fronte all’opportunita’ di un incontro con una delegazione militare inglese entrata clandestinamente su suolo libico pur di parlare con loro, scelgono di attuare una mossa di comunicazione invece che un incontro diplomatico. Rifiutano di interloquire per mandare un segnale al Paese della sincerita’ delle loro intenzioni. E’ illogico, cazzo, a me sembra proprio del tutto insensato. Non lo e’ se si valuta l’ipotesi che sia tutta una montatura se non addirittura un totale parto di fantasia. Se in tutto questo c’e’ un segnale non e’ per il Paese libico, ma per te che leggi, a tuo uso e consumo.] Gli otto sono stati imbarcati e rispediti in Gran Bretagna, dove il ministro degli esteri, William Hague, conferma tutto, inquadra la missione in un più ampio piano umanitario e rilancia: "Ci riproveremo, bisogna rafforzare il dialogo". [Per “piu’ ampio piano umanitario” temo si intenda l’invasione della Libia, in questa dichiarazione c’e’ la conferma che gli inglesi l’attueranno a breve. Non vedono l’ora, d’altronde bisogna rafforzare il dialogo.] Gheddafi, però, non si lascia sfuggire l'occasione di "svergognare" i suoi nemici. La tv di Stato diffonde l'intercettazione di un colloquio telefonico tra un ex ambasciatore britannico a Tripoli e Mustafa Abdel Jalil, ex ministro della Giustizia libico e attuale capo del Consiglio nazionale dell'opposizione. La voce attribuita al diplomatico britannico sostiene che i connazionali catturati sarebbero esperti militari inviati in aiuto ai ribelli. [Il tono complottistico-gossiparo caratterizza il paragrafo dedicato alla miglior approssimazione della verita’, che non si puo’ non dire in quanto evidente ed implicita, dunque va sminuita. Abbiamo: svergognare, diffonde (invece che trasmette), intercettazione e un paio di ex. Il tutto per complicare l’ovvio. L’ovvio e’ che un team di militari inglesi e’ stato inviato in supporto ai ribelli. Questo e’ il problema, perdiana! Esperti militari inglesi inviati in supporto ai ribelli. Da chi? Dal governo inglese? E’ un atto di guerra. Dai servizi all’insaputa del governo? Allora il governo inglese non conta una cippa. Sta di fatto che l’esercito regolare deve averli beccati e – bravo Muammar – non li hanno nemmeno fucilati. Li hanno rispediti al mittente. Invece che ringraziare per il gesto tutt’altro che scontato del Rais, quegli ingrati e spontanei giovani rivoluzionari (o secessionisti? non ci si capisce una mazza) slegati da influenze esterne e diciamolo, davvero sprovveduti, ci ricamano pure sopra e ci fanno conferenze stampa invitando reporters e agenzie internazionali. Per l’appunto...] Per contro, durante la conferenza stampa di Bengasi, il portavoce del CNL sembra aprire al piano proposto dal presidente venezuelano Hugo Chavez, per una missione di pace che medi tra parti. Proposta che nei giorni scorsi sembrava essere stata respinta dagli insorti. "Nessuno ci ha mai contattati - afferma Hafiz Ghoga - quanto alla nostra risposta, dipende da cosa ci viene offerto. E in ogni caso noi agiamo per il popolo. E le richieste del popolo non possono essere ignorate". [Occhio perche’ qui esce un altro concetto cardine. Noi agiamo per il popolo. Ossia la rivoluzione non e’ in mano al popolo ma al CNL che agisce per il popolo. Perdiana, questi giovani marciatori di piazza e twittaroli (chissa’ che fatica trovare una connessione di questi tempi... ah, no... e’ vero, fanno le conferenze stampa) si son fatti il partito e si sono autoproclamati voce del popolo ed a parlare e’ dunque il portavoce della voce del popolo. Ma chi e’ questo Ghoga che si dice magnanimemente disposto a parlare con Chavez - se lo avvisa prima s’intende, non come gli inglesi – e’ il portavoce di chi? Dei secessionisti della Cirenaica? Dei Fratelli Musulmani (che una volta erano i cattivi per antonomasia e invece adesso, guarda un po’, son diventati i buoni)? O magari degli studenti un po’ antisistema e un po’ social network che tanto piacciono al pubblico occidentale ed in particolare ai lettori di certe linee editoriali?]

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Hafiz Gogha

Ancora diplomazia. Prima del vertice straordinario sulla Libia dei capi di stato e di governo di venerdì prossimo, il capo della diplomazia Ue Catherine Ashton ha inviato una missione a Tripoli: quattro funzionari, guidati dall'italiano Agostino Mozzo, dallo scorso dicembre managing director del servizio Ue di risposta alle crisi. Arrivata oggi a Tripoli, la missione ripartirà domani dopo una serie di incontri e verifiche sul campo. Si tratta della prima missione internazionale dall'inizio delle violenze. La missione ha un carattere tecnico, volto a raccogliere informazioni direttamente sul luogo e non a negoziare con le autorità. Tra gli obiettivi, verificare quanti cittadini europei sono ancora in Libia, quanti desiderano partire, avere un quadro preciso dei lavoratori stranieri ancora in Libia che intendono andarsene. All'esame, infine, le esigenze relative ai bisogni di aiuto umanitario. [Quando leggo “aiuto umanitario” mi scorre un brivido dietro la schiena. Tra l’altro non ho capito, ma l’Unione Europea puo’ mandare missioni a Tripoli, in tempo di presunta guerra civile, senza chiedere il parere del governo libico, ossia di Gheddafi? Glielo hanno chiesto il permesso? Avra’ mica detto si’..?] Intanto, la Comunità Democratica Libica in Italia denuncia l'arrivo nel nostro Paese di un centinaio di agenti del regime di Gheddafi, che fingendosi studenti, si apprestano a inscenare manifestazioni a favore del regime all'ambasciata di Roma e al consolato di Milano. La Comunità afferma di essere in possesso di informazioni che darebbero i finti studenti già a Perugia. [E qua abbiamo la comica finale, tutta intorno a te, amico consumatore delle favole mainstream. Si aggiunge alla trama una fantomatica Comunita’ Democratica Libica in Italia, una think tank che deve essersi costituita negli ultimi giorni (saranno mica le 100 escort a 80 euro ormai convertite all’Islam?). Questi della CDL vengono in soccorso del popolo italiano e lanciano l’allarme: stanno arrivando cento agenti segreti del “regime” libico travestiti da studenti per fare le manifestazioni di piazza in Italia! Cioe’, rendiamoci conto... ma secondo te se Gheddafi avesse cento agenti segreti giovani ed in salute a disposizione, li spedirebbe in Italia a far cortei la domenica coi metalmeccanici e i piddini? Ma stiamo scherzando? Quello ha la rivoluzione in casa e secondo te in questo momento si preoccupa di mandare i suoi agenti a sventolare cartelloni davanti ad un palazzo di Milano? Sveglia! Sveglia! Ci sarebbe poi da capire come ci sarebbero arrivati questi libici fino a Perugia e decrittare la ragione per cui vengono citate Roma, Milano e Perugia. Dubito sia casuale.] Ma andiamo al succo. Questo articolo di Repubblica, che presumo essere un redazionale, e’ pura propaganda. Come ad esempio, ai suoi tempi e per altre ragioni, fu il fondo di Padellaro che mi porto’ a scrivere questo pezzo. Pura propaganda. Propaganda. E’ chiaro? Ebbene, non e’ che qui sulla blogosfera possiamo smontarli tutti, uno per uno, gli articoli di Repubblica, del Corriere, del Fatto e di tutti gli altri. Ecchediamine! Capiscila una volta per tutte che sono caciaballe a tradimento dalla prima all’ultima riga. E mollali. TNEPD e’ QUI

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