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Il motivo per cui mi sono avvicinata a loro non è univoco né legato al neopaganesimo: ad un certo punto mi sono trovata a frequentarle per motivi vari, sono saltati fuori discorsi e iniziative a cui ho partecipato. Perché? Perché, più che un gruppo religioso, mi sono sembrate un gruppo di discussione e approfondimento spirituale. E non è che essere atei, come sono io, implichi il rifiuto della spiritualità, anzi.
In particolare, mi attrae il percorso che vorremmo fare, magari con qualche consulenza esterna, sugli aspetti delle divinità femminili antiche. Su come questi aspetti si adattano a noi, su come ci possono completare e darci informazioni su noi stesse.
All'inizio, quando ne abbiamo parlato la prima volta, mi sentivo più attratta dalle dee più evidentemente cazzute: le dee furiose, le dee che hanno compiuto grandi imprese eroiche, quelle che hanno un piglio dispotico che mi si adatterebbe perfettamente (per quanto poi possano avere aspetti complementari di tutt'altro segno).
Riflettendoci, però, ho pensato che è troppo facile: assimilarmi a queste dee non farebbe che rafforzare aspetti che in me ci sono già, nel bene e nel male, senza sviluppare quelli che restano lì, trascurati.
Mi sono fatta un giro in cascina, ho guardato negli occhi le "mie" vacche e ho pensato: quanto sarei più felice se fossi così. Se fossi anche così: mite, umile, amorevole con i miei piccoli e con i miei simili, ma possente e pronta a mettermi tra i miei cari e il pericolo.
Ho quindi letto qualcosa sulla dea Hathor, la dea-vacca dell'Antico Egitto, e ho scoperto che si avvicina molto alle mie aspirazioni.
Questo non significa che d'ora in poi metterò da parte il mio ateismo e venererò una dea che era in voga 3000 anni fa. Significa che avrò un riferimento a cui ispirarmi, per cercare di diventare una donna migliore. Chissà: magari se avessi intrapreso questo cammino anni fa sarei riuscita anche ad avere un rapporto migliore con l'allattamento. Per il momento, mi propongo "soltanto" di scavare dentro me stessa e cambiare: diventare una che ha in sé la forza, ma che non sente il bisogno di manifestarla.
Come una mucca, possente e mansueta.
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