Magazine Diario personale

Como si fuera esta noche la ultima vez

Da Iomemestessa

Sei lí, seduto sulla poltrona. Neanche una sigaretta, a farti compagnia. Per un attimo rimpiangi il salutismo. Una bionda, tra le dita, ti farebbe sentire meno solo. Oddio, ci sarebbero anche altri tipi di bionde, ma non sei di quelli lí. Hai davanti agli occhi un quadro. Bruttino, ti sorprendi a pensare. Lo osservi, ciò nonostante. Ti serve qualcosa per distrarti dalla marea che ti monta dentro. Mai avresti pensato di provare ancora un’emozione. Non ci avresti scommesso mai. Non ci avevi pensato mai. E invece sei lì, a dimostrare, una volta di più, che il silenzio è una virtù. Sei arrivato al tetto del mondo. Insomma, tetto del mondo, di quello che per te e quelli come te, è il tetto del mondo.

Fra poco ti applaudiranno, anche quelli che non ti avrebbero applaudito mai, anche quelli che di te, nel chiuso degli uffici, ridono. Perché lo sai, che ridono di te. Non ti importa. Si ride di ciò che non si riesce a comprendere, di ciò che ci spaventa, di cio che non riusciamo a catalogare. Sorridi, forse. O è solo uno stirare le labbra in una smorfia che è quanto di più simile ad un sorriso tu riesca ad immaginare. Un gesto vuoto, di sola apparenza e nessuna sostanza.

Poi chiudi gli occhi, e torni indietro nel tempo. Ripensi ai compagni di strada, trovati, perduti, ritrovati, smarriti per sempre. Pensi ai conti pagati. Al tempo, sottratto agli affetti. Alla solitudine, inevitabile. Ti domandi se ne sia valsa la pena, e per un attimo vacilli. Per un attimo ti chiedi se saresti stato più felice ad essere un signor nessuno. Ma sei realista. E sai che non lo saprai mai. Perché anche il signor nessuno ha un tributo da pagare alla subalternità e tu in fondo, subalterno, mai. A ciascuno i suoi conti da pagare. Pensi ai giorni perduti. E una lacrima ti sale, furtiva. La asciughi, e porti con te il tuo istante di fragilitá, conscio che la corazza, quella, meglio non perderla mai.

Poi entri nella grande sala. Tutti osannano. Come ampiamente previsto. Sorridi alla folla. Ed in mezzo a tutta quella gente, già sai che ti sentirai ancora più solo.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :