
L'idea del petrolio esprime perfettamente l'eterna aspirazione dell'umanità alla ricchezza ottenuta per caso, per un colpo di fortuna e non a forza di lavoro e sudore della fronte. In questo senso il petrolio è una favola e, come ogni favola, menzognero. Infonde un tale senso di onnipotenza da far credere di poter superare anche una categoria rigida e insormontabile come quella del tempo. "Con il petrolio," diceva l'ultimo scià, "creerò una seconda America nel corso di una generazione!" E invece non l'ha creta. Il petrolio è potente, ma ha i suoi limiti: non sostituisce nè il pensiero nè l'intelligenza. Una delle sue qualità più seducenti per i sovrani è quella di rafforzare il potere. Il petrolio produce grossi profitti, ma dà lavoro a poca gente. Il petrolio non genera molti problemi sociali: non crea nè un proletariato numeroso nè una numerosa borghesia, per cui il governo, non essendo obbligato a dividere i profitti, può disporne a suo completo piacimento. Guardate come camminano a testa alta i ministri dei paesi petroliferi, che impressione di potenza emana da questi signori dell'energia da cui dipende se domani prenderemo l'automobile o andremo a piedi. E le relazioni tra petrolio e moschea? Quanto vigore, quanto splendore e significato ha conferito questa nuova ricchezza all'islam, che vive un periodo di accresciuta espansione conquistando sempre nuove masse di fedeli."Ryszard KapuscinskiShah-in-shahPag 104






