La quota blu – Giovannino
Oggi, 12 Ottobre 2010, un giovane romano ha dato un pugno in faccia ad una signora rumena, sembra in seguito ad un litigio scoppiato nella fila per prendere il biglietto. La poveretta è rimasta per terra un bel po’, prima che qualcuno dei nostri cari cittadini romani si fermasse e chiamasse un’ ambulanza. Risultato: la rumena è in coma. Potete immaginare il solito chiacchericcio inutile sulla sicurezza a cui questo evento ha dato inizio, con Alemanno che dice che metterà presidi dell’esercito e denuncerà tutti quelli che hanno continuato la loro passeggiata in metro come se niente fosse, il PD che dice che ormai Roma è una città violenta, ecc. ecc.
Tuttavia, mi ha stupito una mancanza: nessuno ha detto che i romani sono gente violenta, che la loro presenza in città è un problema, che vanno mandati tutti via perchè non rispettano le regole, bevono e sono violenti. Lo dico perché di solito, a Roma, quando un rumeno combina qualcosa, è questo il tono di certi commentatori, anche membri di partiti politici, magari anche candidati a sindaco che poi vincono le elezioni… vedete com’è facile? Basta cambiare due vocali, e il tipo di trattamento mediatico si capovolge. Cominciano già a circolare le dichiarazioni dell’aggressore che è «dispiaciutissimo, non si era reso conto della gravità del suo gesto», di sua madre che dice che è «disperato», di uno dei poliziotti che lo ha arrestato che dice che «non è un ragazzo violento, nonostante un piccolo precedente per aggressione…». Certo, è uno stinco di santo che ha, per una serie molto sfortunata di eventi, spaccato la testa a una donna che adesso è in coma: italiani brava gente.
Lascio a voi immaginare cosa sarebbe successo se, a spaccare la testa a una signora romana, fosse stato un pregiudicato rumeno.