Magazine Diario personale

con il passare dei giorni e delle flebo…breve diario autoironico di una mamma con sm

Da Leucosia

sapete una cosa? avevo dissimulato con spavalderia da guascone l’entità della ricaduta. perchè io sono una roccia, perchè ho un mucchio di cose da fare, perchè non voglio arrendermi mai all’evidenza.

e invece mi è toccato fare i conti con lei. con  sua maestà iraconda, incattivita, più che mai.

certo mi è andata di lusso, per una serie di fortunate coincidenze: aver trovato il neurologo per un consulto al volo casalingo, aver iniziato senza ulteriori indugi la terapia cortisonica, aver l’appoggio come sempre della mia famiglia di mia madre in primis.

ora non mi resta che da brava attendere i risultati. che verranno ne sono certa. senza agitarmi ulteriormente.

questo che segue è un piccolo riepilogo delle giornate che stiamo vivendo tutti qui in casa, nell’attesa di impercettibili miglioramenti e di grandi conquiste.

perchè lo scrivo? perchè voglio far capire alle persone che mi stanno leggendo che ce la si può fare, nonostante tutto, con un pizzico di organizzazione e tanta inventiva. mantenere il polso della situazione e curarsi per bene, senza tralasciare l’accudimento del pargolo, in ogni senso.

e allora via che si parte con la cronistoria diaristica delle flebo estive.

IL PRIMO GIORNO.

l’infermiere è svizzero come non mai. le sette e mezza e la flebo è già partita in vena. mi rilasso. chicco è in buone mani, non si accorto di nulla, intento com’è nel prendere il biberon. poi sento che mi chiama, entra nella stanza e trova tutto l’armamentario: i fili della flebo, l’attaccapanni di fortuna, i suoi occhi sono laghi di domande. ma io butto tutto sul ridere: mamma si sta prendendo un succo di frutta speciale, tempo un’ora e sono a giocare con te!  e un’ora fu! certo la velocità della flebo stordisce un tantinello. ma il fisico reagisce, in bene. è forse il pensiero di tornare subito in posizione eretta a darmi la giusta carica. dopo il termine della terapia sono tutta di chicco. è ormai ora di pranzo. insieme a tavola il tempo vola, i cartoni animati fanno il resto. come anche gli acquerelli. stesso copione al pomeriggio. la gamba è gonfia ma non mi lamento. qualche piccolo segnale già lo ravviso. per il resto cerco di non affaticarmi e mi consolo con un gelato. il neurologo è stato di parola: mi ha confortato e risollevato. mi ha detto di pazientare e di  dar tempo alla terapia di fare effetto. sono fiduciosa infatti. forse la notte è più ingestibile. a causa dell’insonnia. che ghermisce e non molla. ho una pila di libri sul comodino. Camilleri è già andato, purtroppo ma c’è Michela Murgia. stanotte le ore piccole le faccio con lei.

IL SECONDO GIORNO.

iniziata tardi la flebo. dopo le nove e mezza. si è sballata tutta la mattinata. chicco un po’ irrequieto stamattina era presente. ma non ha fatto troppe storie. avevo preparato un giochino divertente con un calamaro di carta e si è distratto. poi è stato insieme al papà quasi tutta la mattinata, e con la nonna. a pranzo di nuovo insieme ai cartoni animati : uan pastasciutta a tempi record! adora la besciamella e stamattina cascasse il mondo ho preteso da me stessa la forza necessaria per stare ai fornelli e prepargliela. ho ripreso fisioterapia passiva però. e ci voleva eccome. dop la seudta più sciolta e meno parestesie. abbiamo preparato uno schema tattico per le ultime sedute. dato che poi andremo a mare e quindi sarò tutta riabilitazione acquatica come mi ha suggerito il neurologo. anche perchè anch’io ho diritto a godermi il mare e mio figlio.  adesso il piccolo è ancora nel mondo del pisolino pomeridiano, ancora per poco però. anzi mi stupisco che non si sia già ridestato…

IL TERZO GIORNO.



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