MILANO – Non solo la crisi. A minare il rilancio dei consumi in questo momento già molto difficile per il settore moda ci si mette anche il clima. Il clima insolitamente caldo di questi giorni infatti fa dimenticare cappotti e abbigliamento pesante non solo nel lato oscuro degli armadi, ma anche dai negozi. A confermarlo, il Presidente di Federazione Moda italia-Confcommercio Renato Borghi.
“Dall’indagine di novembre commissionata da Federazione Moda Italia ad Astra Ricerche sul ‘sentiment’, cioè sul clima di fiducia degli italiani e sulle tendenze di acquisto nel settore moda, è emerso infatti – ricorda Borghi – che il 56% degli italiani non ha fiducia e non prevede miglioramenti per il prossimo futuro”.
“Di conseguenza – sottolinea – considerando anche l’effetto dell’altro motore che muove i consumi e cioè il potere di acquisto delle famiglie italiane, crollato del 4,1%, il consumatore tende inevitabilmente a modificare stili e comportamenti di acquisto”.
“La moda – sottolinea Renato Borghi – non soddisfa un bisogno primario dei consumatori e il timore è di rivivere un periodo climaticamente mite come l’anno scorso che non ha di certo favorito le vendite della collezione autunno-inverno”.
“Fortunatamente, però, gli acquisti – fa inoltre notare – non sono dettati solo dalla necessità, ma anche e soprattutto dal desiderio di trovare piacere nel vestirsi e mi auguro veramente che il consumatore italiano, ancora attento al decoro e all’eleganza, continui ad apprezzare e sostenere, nonostante il clima sfavorevole, qualità, stile e prezzi dei prodotti made in Italy dei nostri negozi multimarca”.