Ritorna, dopo otto mesi di riposo, il più longevo programma de La7, condotto come sempre, da Daria Bignardi, ma affiancata (novità) da un’altra presenza femminile, l’arguta, intelligente e veloce Geppy Cucciari che occupa lo spazio dell’anteprima con il monologo della sua “agenda”, nella quale la comica sarda – accompagnata musicalmente da Gaetano Cappa - introduce la puntata commentando l’attualità in chiave satirica, con la sua ironia unica ed irriverente. L’edizione di quest’anno si concentra soprattutto sul racconto di storie e personaggi eccezionali, capaci di far vivere ai telespettatori emozioni fuori dall’ordinario.
Nella prima puntata, Le Invasioni Barbariche ripartono alla grande, facendoci rivedere Matteo Renzi, ricomparso in tv a distanza di un mese e mezzo: dopo la sconfitta alle primarie del centrosinistra dello scorso 2 dicembre, è tornato a fare il Sindaco della sua Firenze. Inizia la campagna del PD e ha scelto di farla anche in Tv. ” Non è che adesso ci mettiamo a discutere in che forme uno che perde le Primarie deve mettersi a disposizione della squadra. Le Primarie hanno avuto un grande effetto positivo per il Pd, hanno riportato la gente ad avere passione, speranze ed entusiasmo e oggi, credo che il rischio sia di allontanarci da quel sentimenmto, per cui mi impegno in televisione e concretamente a rifare il sindaco e a dare una mano a Bersani”.
Si mostra sereno, certamente più tranquillo nell’animo. E’ lui il primo ospite della nuova edizione del talk . La fuori c’è un sacco di gente che lo ha votato, che crede in lui e che deve capire se votare il Pd – “Dal mio punto di vista, bisogna votare il Pd, non c’è dubbio alcuno. Bersani ha vinto, onore al merito, ha lui il compito di governare, io do una mano, è mio dovere esser leale perché siamo pieni di politici che non mantengono le parole date, a partire dal Presidente del Consiglio che per un anno ci ha detto “non mi candido” poi si è candidato. In teoria l’ha fatto per l’interesse del paese, ma vi sembra naturale che stia un anno e mezzo a dire che “non corro” e poi sale in politica perchè deve rinnovare? Per altro con Casini e Fini, è come andare a cena da Carlo Cracco a chiedere pane e acqua, è folle e allucinante”!
Durante il “riposo politico”, non ha perso la verve combattiva e tenacemente si ripropone con vitalità. È comunque felice, per lui conta la lealtà e la grande battaglia del rinnovamento del PD che gli ha fruttato parecchi sostenitori. Certo, l’idea di perdere la sua battaglia non è stata semplice da digerire: “Un po’ mi rode - confessa il sindaco di Firenze - ma il milione di persone che ha votato per me ha fatto un’esperienza di avvicinamento alla politica e di questo sono felice, come del fatto che tanti giovani andranno in Parlamento, alcuni bersaniani, altri renziani. Io sono perché Bersani vinca e perché governi cinque anni e mi sono impeganto in questa direzione per ché penso sia la scelta migliore per il paese”.
Nella sua granitica c
ertezza, il giovane rottamatore è convinto del suo stile oratorio e delle sue ide, combattivo e orgoglioso di essersi messo in gioco. E adesso?“Attenzione a non sottovalutare Berlusconi, perché con quel fatto , di spolverare, da Santoro, è come se spolverasse tutto, è come se dicesse, non sono stato qui e si presentasse totalmente nuovo e se non stiamo attenti, ci sta che Berlusconi rimettendo insieme tutto, la Lega, il PdL, i Fratelli d’Italia e il Movimento dei moderati per la rivoluzione, rischi di vincere le elezioni, dobbiamo stare molto attenti”.
Ha 38 anni, ha fatto politica fin da giovanissimo, ha votato due volte il governo Prodi e non rinuncia a qualche stoccata nei confronti dei suoi (ormai ex) avversari interni, come Massimo D’Alema: “mi fa piacere che abbia cambiato idea su di me. Io su di lui non l’ho cambiata” dice Renzi e confessa di aver sorriso all’idea che gli stessi che lo consideravano fino ad un mese prima “un male assoluto, un infiltrato, un ragazzino” adesso ne riconoscano la coerenza. Perchè se è vero che “chi non cambia mai idea è un cretino, allora noi abbiamo dei Geni in Parlamento“. Un giovane uomo che può apparire arrogante ma che si emoziona alla sconfitta ” Ho lottato per non piangere e oggi lavoro per fare il sindaco bene, vediamo cosa accadrà, personalmente non ho provato molte volte il sapore della sconfitta, sono stato combattuto tra orgoglio e l’utilità di aver assaggiato la terra. Perdere non è bello, ma aiuta, perché la politica è una cosa meravigliosa”.
Dunque gli brucia non essere più al centro dell’attenzione ma con il suo spirito battagliero vuole tornare a puntare alto. “Io rimango delle mie idee, la verità di quello che sono non sta nei giudizi, sono sempre lo stesso con la serietà di rispettare le mie idee”. Il sindaco non resterà dietro le quinte a lungo, la coerenza per lui, è un grande valore, deciso a confermare il suo appoggio a Bersani affinchè vinca al voto di febbraio. Deciso a fare il gioco di squadra e convinto che una sconfitta possa essere una tapppa che porta alla vittoria : “Io voglio che vinca il centro sinistra e da questo punto di vista tutti i miei sforzi sono perché Bersani diventi il Presiden
te del Consiglio.E non manca una sana autocritica, che arriva sul finale con una citazione di Michael Jordan: “Con il talento si vincono le partite, con il gioco di squadra si vincono i campionati. Abbiamo puntato troppo al talento e poco al gioco di squadra”. E allora in bocca al lupo e a mercoledi prossimo.