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Confronto Pd – Rifondazione, tutto fermo da luglio; Magnoli: “Colpa mia”. Ecco la bozza segreta del Manifesto del Tavolo idrico del territorio cremonese

Creato il 05 ottobre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

E poi si lamentano delle attese nella sala d’aspetto del medico, della fila alle Poste, dei treni in ritardo…. Ma come si fa se proprio il Pd, che dovrebbe essere il punto di riferimento di una coalizione capace finalmente di scollinare oltre le montagne di fango berlusconiste, perde mesi e mesi e interrompe il confronto con Rifondazione comunista (Federazione della Sinistra, per essere più precisi)? Le primarie, no, le primarie! Il tempo vola e se lo divora Matteo Renzi, che deputato il Luciano Pizzetti in una dichiarazione al giornale agrario  ha definito un “fenomeno mediatico”! Matteo Renzi, ecco chi blocca il confronto fra i partiti, le associazioni, l’arcipelago vivente del centrosinistra cremonese! “Ma non vedete che tutti fanno il possibile per impedire a Bersani di diventare presidente del consiglio?” ammoniva Pizzetti?

Appunto. Si vuole irrobustire questo centrosinistra o no? Il segretario provinciale Giancarlo Roseghini ha lanciato appelli pubblici a “chi vuole condividere un discorso sul programma”, anche su questo blog. Appello rivolto a un ampio raggio di forze per discutere assieme di welfare, acqua pubblica, economia locale, lavoro, sanità eccetera. Il fiscal compact non si cancella in provincia, ma di acqua pubblica fra l’altro si può parlare eccome, oltre agli altri argomenti classici di un movimento popolare, vicino al ceto medio basso e a chi non ha niente o quasi niente. E un argomento su cui si era già iniziato a confrontarsi, fra Pd e Rifondazione era proprio il seguente Manifesto del Tavolo Idrico del Territorio Cremonese. Non c’è stata polemica e nessuno dei due segretari ha voglia di scatenare la bagarre. C’è un ritardo e non si può fermare il mondo se ci sono le primarie. Quindi la colpa, istintivamente, dovrebbe essere di Matteo Renzi che ha anticipato i tempi ingarbugliando la politica nazionale. E poi c’è il silenzio di Magnoli. Perché? E’ vero che si prende la colpa ma visto che si tratta di contenuti di programma, qui si vuole che si discuta senza problemi e che venga chiaramente avanti l’alternativa. La bozza parla di princìpi, non di aziende locali, ma è indispensabile che almeno quelli siano chiari. La convergenza pare che ci sia, ma lo decideranno i protagonisti. Il parere di Sel sarà importante, poiché ha sostenuto i Sì ai referendum sin dall’inizio e si è sempre battuta per l’acqua pubblica. Altri interlocutori possono aggiungersi.

E’ stato il segretario provinciale di Rifondazione a inviare il testo al segretario provinciale del Pd, il quale ha fatto alcune modifiche, scrivendole in rosso (quale altro colore?): qui le abbiamo riportate sottolineandole. La bozza di manifesto è la seguente:

Manifesto del Tavolo Idrico del Territorio Cremonese

 

Chi siamo

Chi sceglie di prendere posto in questo coordinamento politico si riconosce pienamente nei presupposti fondamentali da cui è scaturita la campagna referendaria del 2011 sul tema del servizio idrico integrato. Questi si possono sintetizzare in un concetto fondamentale: l’acqua è un bene comune e non una fonte di arricchimento. Dalla sua qualità di bene comune, indisponibile al mercato, deriva la necessità di considerarla come diritto e non riduttivamente come servizio a domanda.

Il Tavolo Idrico sente tanto più forte l’obbligo e la gioia di ripensare e ristrutturare il servizio idrico integrato nello spirito e con gli obiettivi qui delineati in quanto ciò va a realizzare quanto, con uno slancio e una partecipazione senza precedenti, la maggioranza assoluta dei cittadini italiani ha inequivocabilmente stabilito tramite referendum, formando e rendendo palese l’unica “maggioranza vera” che si sia espressa negli ultimi anni in Italia tramite una consultazione diretta. Questo mandato forte, diretto ed esplicito, non può essere ribaltato, come ribadito recentemente dal pronunciamento della Corte Costituzionale.

Dove si va

La finalità del Tavolo Idrico è dunque quella di realizzare pienamente tali principi. L’elemento principale sulla base del quale pensare e costruire il s.i.i. (servizio idrico integrato, ndr) non è quello economico o finanziario, ma sono l’universalità e la qualità del servizio. Un livello minimo di fornitura va pertanto assicurato a tutti sulla base della partecipazione alla vita sociale mentre le quantità eccedenti il livello minimo vanno fatte pagare modulando la tariffa in modo da disincentivare il consumo e più ancora lo spreco del bene. In quest’ottica occorre unire le forze per realizzare le condizioni politiche necessarie affinché lo Stato e le Regioni riassumano un ruolo al fianco degli enti locali (che vanno considerati i veri e pieni titolari del diritto-dovere di gestire il servizio in prossimità ai cittadini), tramite la fiscalità generale e gli istituti finanziari nazionali (Cassa Depositi e Prestiti o strutture simili), in modo da sottrarre gli enti locali al potenziale ricatto degli istituti finanziari privati per il reperimento dei fondi necessari agli investimenti. Parimenti necessario risulta svincolare gli enti locali dal rispetto di patti di stabilità (o norme similari) in rapporto agli investimenti di questo settore. Gli enti locali per parte loro devono gestire il s.i.i. in base ai criteri di massima economicità in funzione degli elementi considerati come fondamentali e in modo partecipato nei confronti dei cittadini e dei lavoratori delle aziende idriche.

Riassumendo, scopi di questo Tavolo Idrico sono:

- realizzare una gestione del bene comune acqua in forma di diritto;

- ripubblicizzare pienamente il s.i.i. tramite gestioni esclusivamente pubbliche e partecipate;

- vincolare gli eventuali profitti provenienti dalla gestione del s.i.i. esclusivamente al miglioramento dello stesso.

Come si va

Il Tavolo Idrico riconosce che le modalità con cui questa azione politica verrà portata avanti sono fondamentali sia poiché tale azione insiste su un bene comune sia in conseguenza della richiesta di coinvolgimento giunta dalla società civile italiana; pertanto afferma che:

- l’intero iter e la gestione che prenderà vita dalla realizzazione del percorso dovranno fare affidamento nella massima misura possibile sulle professionalità già reperibili all’interno delle strutture amministrative dei soggetti che lavoreranno insieme, evitando o riducendo al minimo ogni esternalizzazione di funzioni e incarichi, il che avrà anche immediate e positive ricadute in termini di risparmio di risorse finanziarie;

- l’intero percorso deve essere compiuto in modo assolutamente trasparente anche attraverso un’opera assidua e attenta di coinvolgimento e partecipazione della cittadinanza.

Cosa si fa

Nella pratica dunque

questo soggetto:

- approfondisce le soluzioni gestionali pubbliche (azienda di diritto pubblico e spa in-house);

- elabora o condivide strategie politiche (di respiro territoriale e sovraterritoriale) per il perseguimento degli obiettivi;

- studia ed elabora progetti applicativi delle soluzioni gestionali pubbliche;

tutti coloro che fanno parte di questo soggetto:

- si impegnano a mettere in atto le azioni politiche ed amministrative utili alla realizzazione di quanto sopra;

- si impegnano a richiedere, promuovere o varare (a seconda del proprio ruolo e funzione) all’interno di ogni organo istituzionale coinvolto (a partire da consigli provinciali e comunali, conferenza dei sindaci, assemblee societarie delle aziende idriche) le più ampie forme di coinvolgimento, apertura, trasparenza, informazione e partecipazione possibili e/o a creare nuovi spazi di partecipazione in tal senso.

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