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Congolesi di Kinshasa espulsi dalla città di Pointe- Noire (Rep.del Congo)

Creato il 16 luglio 2014 da Marianna06

 

         

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In una decina di giorni circa 10.000 cittadini della Repubblica democratica del Congo hanno lasciato la città costiera congolese di Pointe-Noire, costretti a tornare in patria.

Di questi la metà sono minorenni o giovani che vivono da anni della capitale economica della Repubblica del Congo.

Una nuova ondata di rientri, dopo le successive espulsioni da Brazzaville dallo scorso aprile, che alimenta timori a Kinshasa, sia della società civile che delle autorità.

Secondo fonti concordanti, il governo di Brazzaville non avrebbe formalmente emesso un nuovo provvedimento di espulsione.

Dal canto suo l’esecutivo di Kinshasa ha riferito che “la prospettiva di nuove operazioni di polizia indette dalle autorità congolesi ha spinto migliaia di persone a scappare”.

Fonti locali a Pointe-Noire hanno raccontato di un clima “sempre più difficile” in città, e della “crescente diffidenza” nei confronti dei congolesi di Kinshasa.

Tra lo scorso aprile e maggio le ripetute ondate di espulsioni di cittadini tra i due paesi sono sfociate in una crisi diplomatica tra le due capitali.

Per Brazzaville l’operazione ‘Mbata ya Mokolo’ (“Lo schiaffo dei maggiori”, in lingala) ha come unico scopo “la lotta all’insicurezza alimentata da persone stabilite irregolarmente nel paese”.

Kinhasa ha invece espresso “sdegno” e “forte preoccupazione” per espulsioni “di massa, attuate in condizioni disumane” ai danni in tutto di 130.000 congolesi stabiliti nel paese confinante.

La crisi sembrava superata dopo l’accordo raggiunto il mese scorso dai ministri dell’Interno dei due Paesi.

Essa prevedeva, a quanto è dato sapere, l’avvio di inchieste su presunte violazioni dei diritti umani e nuove regole per gli spostamenti delle persone attraverso la frontiera comune.

Un mese e mezzo dopo l’intesa firmata a Kinshasa dai membri di una Commissione speciale per la difesa e la sicurezza non è stata ancora ratificata dai parlamenti nazionali.

Tttavia, al momento, non è stata nemmeno costituita la commissioni d’inchiesta per fare luce su presunte violenze fisiche, maltrattamenti e abusi sessuali.

 

  a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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