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Congresso Pd 2013. Esposito attacca Civati.

Creato il 29 agosto 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Nei prossimi giorni uscirà su Retrò Online una lunga intervista al Senatore Stefano Esposito, ovviamente incentrata sul macrotema

Congresso pd 2013

Stefano Esposito attacca Civati parlando del Congresso pd 2013

dell’alta velocità.
Esposito è conosciuto in Valle per essere il principale promotore politico del progetto Tav e un dialogo con lui non può che avere la TorinoLione come piatto forte. A margine dell’intervista però ci è sembrato interessante registrare le opinioni di Esposito anche su quanto sta accadendo in questi giorni a Roma, per provare a indovinare cosa bolle nella pentola del Partito Democratico di cui lui è parte. Nelle righe che seguono, le impressioni di Esposito di fronte all’imminente congresso 2013, le parole di fuoco rivolte al collega Civati e un commento sul futuro de governo se verrà confermata la decadenza di Berlusconi.

Lei sostiene l’oltranzismo, la necessità della repressione, l’importanza strategica dell’alta velocità e l’avvento del progresso che a suo dire passerà per i binari della Torino – Lione. Ormai la sua nel Pd è una voce autorevole: ha intenzione di portare la sua linea ai vertici del partito? Quale sarà il suo ruolo all’interno dell’imminente congresso?

Non sono né oltranzista né predico le magnifiche sorti progressive dell’alta velocità: difendo semplicemente le decisioni che ho assunto e motivato, auspico l’applicazione rigida della legge nei confronti di chi delinque. Questo vale per l’alta velocità come per i reati di strada come per i reati politici. La mia linea è già quella del Pd, eccetto alcuni singoli esponenti che pensando di lucrare qualche consenso occhieggiano al movimento No Tav: gente che non sa dove sia la Valsusa e non ha mai messo piede a Torino, la loro unica informazione la ricevono aprendo Twitter la mattina. Al congresso farò la mia battaglia da dirigente politico locale, di nanetti candidati che non hanno nulla da dire ce ne sono già abbastanza, a cominciare da Civati. Non c’è bisogno che mi affianchi come nanetto a lui. Quando ti candidi a fare il segretario devi avere una visione d’insieme, non bastano gli hashtag e qualche battuta per essere all’altezza del ruolo politico. Al congresso porterò le mie istanze di sempre, oltre all’alta velocità mi occupo di temi sociali e del lavoro, cercherò il candidato che più possa rappresentare il mio punto di vista.

È giusto scindere la figura del segretario da quella del candidato premier?

È un non argomento, buono solo a eludere i veri problemi. Io ritengo che le regole non debbano essere cambiate, le primarie devono essere aperte. La mia posizione allo stato attuale delle cose non mi sembra quella maggioritaria, in questo confido in Renzi: non lo sostengo ma appoggio questa sua battaglia. Le figure di segretario e premier sono già scisse, lo ha fatto Bersani consentendo a Renzi di poter partecipare alle ultime primarie. Ripeto, questo è un non argomento, viene utilizzato da alcuni partecipanti al congresso a cui mancano gli argomenti di merito e allora chiamano in causa le regole. Quando ti concentri sulle regole è perché non hai molto da dire sul piano politico.
Tra pochi giorni invece sarete chiamati a votare sul futuro di Silvio Berlusconi.
Non ho dubbi. Nel momento in cui il procedimento di decadenza arriverà in aula, dopo il vaglio della giunta per le autorizzazioni, voterò per la decadenza. Sto assistendo al dibattito giuridico-costituzionale di questi giorni mantenendo ferme le mie posizioni. Trovo disgustosi gli insulti rivolti a Violante, pur non condividendo l’impianto del suo ragionamento. Non si può gettargli addosso tutto quel fango, trattarlo come un traditore e un collaborazionista solo per un’opinione diversa. La materia in questione è complessa, credo che una figura come Violante sia da rispettare se esprime una riflessione, anche se lontana dalla mia. Non escludo di organizzare un incontro con Violante e i militanti del Pd, manca l’alfabetizzazione dei temi su cui si discute e spesso si finisce per esprimere dei giudizi senza cognizione di causa. Gliel’ho detto, io voterò per la decadenza perché credo che la legge sia uguale per tutti: la legge Severino prevede che Silvio Berlusconi decada, io sono per applicare la legge. Se poi la giunta dopo aver sentito la difesa di Berlusconi, che va ascoltata perché siamo in uno stato di diritto, dovesse decidere con un’ampia maggioranza di sollevare un conflitto di attribuzione per chiedere un’opinione della Corte Costituzionale, allora potrei anche prendere in considerazione di votare quel conflitto. Non lo voterei se fosse solo una scelta della giunta che sostiene il governo Letta, rischierebbe di essere una mera valutazione politica.
Se Berlusconi decade crollano le Larghe Intese, se Berlusconi viene salvato il Pd perde i suoi elettori.
In realtà il problema non esiste, il Pd si è già espresso chiaramente attraverso Epifani e Letta. Penso che il paese abbia bisogno di avere un governo. Se ha i giorni contati? Rispetto agli atteggiamenti di Berlusconi sono anch’io pessimista, il rischio che il governo cada inseguendo i problemi di un singolo è serissimo. C’è però un dato: la borsa degli ultimi giorni ha penalizzato le aziende Berlusconi per una cifra vicina ai quattrocento milioni di euro. Chissà che questo segnale non lo faccia riflettere sulle conseguenze che avrebbe su di lui e sulle sue aziende la caduta del governo. Spero che si possa almeno arrivare ad una minima riforma della legge elettorale. Il Pd dovrà fare una proposta a tutti quelli che si ritengono interessati: vedo che Beppe Grillo dopo tanto aver criticato il porcellum andrebbe volentieri alle urne anche ora. Il punto è che anche senza un governo il Parlamento, magari modificando gli aspetti relativi ai premi di maggioranza e reinserendo le preferenze, sarebbe in grado di trovare una maggioranza variabile per cambiare il porcellum.


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