E sebbene i cigiellini rivendichino la propria autonomia perché ormai «la cinghia di trasmissione è spezzata, non esiste più», dicono, l'elezione del segretario del Pd e del candidato premier catalizza la loro attenzione. Non solo perché gran parte degli iscritti al sindacato rosso sono anche elettori del Pd, ma perché se i democratici continuano a rimanere al governo, interloquire sarà più facile se c'è un leader amico.
CON LETTA RAPPORTI DISTESI. Non è infatti un
segreto che, dopo Berlusconi e Monti, i rapporti con il premier Letta
siano più distesi e amichevoli. E una figura vicina alle tematiche care
al sindacato «sarebbe ancora più funzionale in questo momento», spiegano
a Lettera43.it in corso d'Italia.
Parlare di pressing e preferenze è però difficile, «la Cgil in questo momento sta pensando ad altro, ovvero a tutte le vertenze da chiudere», dicono in sede. Il 29 luglio, il segretario Susanna Camusso è tornata a chiedere al governo 1 miliardo e mezzo di euro per la cassa integrazione in deroga. E mettere il dito nella piaga, ovvero «dire la nostra sulla situazione caotica e confusa che c'è nel partito non è saggio».
IL SINDACATO VUOLE UN PD FORTE.
La critica è soprattutto per la mancanza di un dibattito sul programma
del partito e i problemi del Paese: «Parlano solo di regole e statuto».
Ma in corso d'Italia, «il timore più grande che abbiamo è il
disfacimento del Pd».
Per questo esprimersi ora potrebbe rivelarsi un boomerang: «Non vorremmo dare il colpo di grazia al Pd, perché al sindacato serve un Pd forte».
In casa Cgil, Cuperlo è per ora il candidato ideale
Susanna Camusso
Anche se non c'è ancora un endorsement ufficiale, come quello che Susanna Camusso fece a Pierluigi Bersani pochi giorni prima delle primarie, off the record il toto nomine inizia a delinearsi. «Per ora il candidato ideale è Gianni Cuperlo», dicono sia dalla confederazione sia da alcune categorie, «è più vicino al nostro mondo».
Cuperlo piace perché «è quello che sinora ha parlato di più dei lavoratori e dei pensionati». Una categoria quest'ultima che, pur rappresentando la maggioranza nella Cgil e circa un terzo della popolazione italiana, si è sentita abbandonata e bistrattata dalla classe politica. Ma la cui opinione, soprattutto in periodo elettorale, conta molto.
Per ora però nessuno si esprime a viso scoperto, «non ci sono
indicazioni precise, ognuno è libero di simpatizzare per chi vuole».
Certo è che, nel caso in cui il viceministro Pd dell'Economia Stefano
Fassina decidesse di scendere in campo, dopo la tirata di orecchie fatta
dalla stessa Camusso per la frase sull'«evasione di sopravvivenza», sarà difficile ottenere un endorsement ufficiale da corso d'Italia.
CIVATI NON CONVINCE.
Anche Pippo Civati per ora non gode di grosse simpatie: «Non convince»,
dicono dalla Cgil, «è uno troppo autonomo, ha difficoltà a fare
squadra, a noi serve uno che tuteli gli iscritti, l'organizzazione».
Sebbene abbia partecipato a titolo personale alla manifestazione Fiom,
Civati «rimane sempre un po' ambiguo come tutti i candidati», commentano
alcuni segretari confederali, «si espone sempre molto sui media e i
social ma non nella vita reale».
E l'europarlamentare Gianni Pittella? «Non scalda i cuori, viene da un
altro mondo», commentano i cigiellini. Ma avere un'idea chiara «è
difficile vista la confusione all'interno del partito stesso», osserva
qualcuno, «e comunque noi qui dobbiamo mediare tra gli interessi di
tutte le categorie: gli iscritti alla Cgil non votano solo Pd».
E NEPPURE RENZI.
Il leader della Flc e della Fiom, per esempio, simpatizzano più per
Sel, anche se il segretario dei metalmeccanici Maurizio Landini parla
spesso con il Pd: ha incontrato Cuperlo, Fabrizio Barca. E a breve
potrebbe anche confrontarsi con Matteo Renzi.
Sebbene il sindaco fiorentino sia storicamente il candidato meno gradito dalla confederazione - «non solo a causa della vertenza che ha con i lavoratori del comune di Firenze», osservano alcuni segretari di categoria, «ma perché mantiene ancora una posizione sul contratto unico che non condividiamo» - alcuni della base simpatizzano comunque per lui.
«L'economista Yoram Gutgeld, che Renzi ha scelto come consigliere economico, lasciando perdere Pietro Ichino, promette bene, sembra abbia un approccio più laburista», aggiungono.
Epifani non adatto: dovrebbe schierarsi, non solo mediare
Guglielmo Epifani
Sensazioni a parte, tutti sottolineano l'importanza di vedere i vari
programmi per poi scegliere il candidato. Un richiamo ai contenuti fatto
dalla stessa Camusso e dalla segretaria del sindacato dei pensionati
Carla Cantone.
Che, a differenza del leader confederale, si è più volte espressa sul
congresso del Pd, sulla necessità di distinguere tra premier e
segretario, sottolineando ancora una volta come una ricandidatura di
Epifani possa essere inopportuna.
IL COMPAGNO CHE IMBARAZZA.
«La sua presenza è un'oggettiva difficoltà», dicono alcuni, «perché in
un momento in cui il Paese chiedeva il rinnovamento alla classe politica
e anche al sindacato, la sua elezione a segretario del Pd non ha certo
risposto a questa esigenza».
A non vedere di buon occhio una nuova discesa in campo dell'ex
segretario della Cgil sono in tanti. C'è chi sceglie la linea morbida
definendo l'ex compagno «non adatto perché la sua figura finora è stata
quella del traghettatore, del mediatore». E invece, una volta candidato,
«dovrebbe schierarsi davvero». Ma c'è anche chi gli dà fiducia pensando
che in quel caso «il suo programma sarebbe concentrato più degli altri
sui problemi del lavoro».
DELUSIONE BARCA. Un'attenzione che
molti cigiellini pensavano avrebbe avuto anche l'ex ministro Barca. Così
all'inizio quando è scoppiato il fenomeno Barca, c'è chi lo ha seguito
speranzoso, «piaceva anche perché quando era ministro aveva collaborato
con i sindacati, il suo modo di ragionare era molto simile al nostro»,
ricordano in Cgil, «ma poi si è rivelata una mezza delusione».
Twitter @antodem
Mercoledì, 31 Luglio 2013