Ormai non è più una novità. Dopo il sorteggio, l’Italia è finita nel girone D, il vero girone di ferro dei prossimi mondiali in Brasile. Le avversarie degli azzurri sono l’Uruguay (testa di serie), l’Inghilterra e la Costa Rica. Questo girone mette in campo 7 titoli mondiali
Partiamo con l’Uruguay, testa di serie e naturale favorita del girone. L’Uruguay è un piccolo paese del Sud America, schiacciato fra Brasile al nord e l’Argentina al sud. La sua popolazione è di circa 3 milioni di persone, di cui il 95% sono di origine spagnola o italiana. Il restante 5% è indigena. Negli ultimi tempi l’Uruguay è salito alla cronaca principalmente per due fatti: la marijuana di stato e il suo presidente della repubblica che vive con pochissimo. Economicamente l’Uruguay non è un paese ricchissimo, anche se in forte sviluppo. Le classifiche mondiali lo vedono intorno al 50esimo posto come PIL pro capite. Climaticamente può essere paragonato al nostro sud Italia, con estati calde e inverni non troppo freschi, grazie anche al vento dell’oceano. Storicamente l’Uruguay è stata una colonia spagnola indipendente dal Brasile dal 1825. Garibaldi ha abitato, lavorato e combattuto a lungo in queste terre, insieme ad altri esuli italiani. Proprio dal porto di Montevide, la capitale, è ripartito per far ritorno in Italia con i risultati che tutti sappiamo.
Ma il vero fiore all’occhiello di questo piccolo paese è la tradizione calcistica. Con poco più di 3 milioni di abitanti l’Uruguay ha dato i natali a moltissimi campioni che poi si sono affermati ai più alti livelli in Europa. Come nazionale il palmares è di primissimo ordine: due mondiali (compreso quello del 1950 vinto proprio in Brasile, con la nascita della leggenda del fantasma Uruguay), tre quarti posto sempre ai mondiali, 15 coppe americhe (e un’infinità di podi), 2 ori olimpici. La nazionale under 20 vanta tante partecipazioni ai mondiali SUB-20, con due finali conquistate e tre semifinali.
Fra i grandissimi campioni del passato ricordiamo in ordine sparso Francescoli, Scarone, Schiavone, Carlos Aguilera, Schiaffino, Recoba e Fonseca.
La rosa attuale dell’Uruguay non è da meno rispetto ai mostri sacri del passato. Il giocatore simbolo attualmente è Diego Forlan, che nonostante sia un po avanti con gli anni rimane sempre temibile in zona gol. Ma i due pericoli pubblici per la difesa azzurra saranna sicuramente Suarez del Liverpool e Cavani del PSG, due dei bomber più prolifici dei campionati d’Europa. Le bocche da fuoco non mancano sicuramente all’Uruguay ma anche negli altri ruoli la Celeste è ben coperta. Muslera, Lugano, Godin, Caceres e Maxi Pereira formano una linea difensiva di tutto rispetto. Dietro a loro ci sono dei giovani molto interessanti, come Rolin del Catania, Cabrera dell’Atletico o Polenta (attuale capitano dell’under 20 e difensore del Bari). A centrocampo l’uruguay può contare su Gargano, Alvaro Pereira, Rodriguez, Ramirez, Perez, Alvaro Gonzalez, oltre a giovani in rampa di lancio come Laxalt, Cepellini, Varela e Vecino. In attacco, oltre ai già citati Tre Tenori, la squadra può contare su Hernandez e Texeira. L’allenatore è dal 2006 Oscar Tabarez, vecchia volpe delle panchine di mezzo mondo.
Tabarez, ricordo nonostante i soli 3 milioni di uruguaiani, può contare su moltissimi giocatori di primo piano e non sarà semplice per lui lasciare a casa qualcuno. Con Tabarez in panchina l’Uruguay ha vinto la coppa america del 2011 e ha raggiunto il quarto posto sia ai mondiali del 2010 in Sud Africa che alla Confederetion Cup del 2013.
Secondo la mia modesta opinione l’Uruguay, più che l’Inghilterra, è il pericolo numero uno sulla strada degli azzurri verso la vittoria del girone e alla qualificazione agli ottavi.