Magazine Maternità
Ecco il mio episodio, che più che un episodio sarà un racconto.
Correva l'anno 2006. IlMioAmore ed io eravamo sposati da meno di un anno. Attila aveva pochi mesi.
Decidemmo di andare in ferie in Sicilia: avremmo trascorso quattro giorni nella capitale, alloggiando nell'albergo in cui avevo abitato per quattro anni; dopodiché dovevamo scegliere una località di mare (e in Sicilia c'è l'imbarazzo della scelta) dove rimanere un'altra settimana.
IlMioAmore propose di incaricarsi di questa scelta. La sventurata sottoscritta rispose sì.
Finimmo in questo posto.
Dovete sapere che nei quattro anni in Sicilia avevo visitato, assieme ai miei genitori, praticamente tutta la regione, tranne proprio la zona (meravigliosa) di Noto, Pachino e Marzamemi.
Ero entusiasta ancor prima di partire. Il campeggio poi, sulla carta, era carino e ben attrezzato. Ero un po' perplessa per il nome, evidente e sfacciatissimo plagio di questo posto, che vi consiglio di visitare almeno una volta nella vita. Ma tant'è.
Poiché Attila non era ancora stato sterilizzato, per paura che scappasse, decidemmo di prenotare un bungalow.
Per farvela breve, arriviamo freschi e pettinati da Palermo (era l'estate dei 43°C).
Polvere e mosche dappertutto. E quello sarebbe il meno. Il cartello alla reception recita "lasciate ogne speranza, voi ch'entrate". Ma sì, prendiamola come una battuta.
Entriamo nel bungalow.
Ci si gela il sangue.
E' un buco, e pazienza, tanto non è che dobbiamo passarci tanto tempo.
L'angolo cottura è fuori, esposto alla polvere (la strada al di là dell'entrata è sterrata e dà direttamente sul parcheggio, ovviamente sterrato). Non faccio in tempo a spazzare che è già tutto giallo un'altra volta. E pazienza, tanto non è che dobbiamo mangiare per terra.
Il millantato condizionatore non funziona. Entrando da fuori, si ha una breve sensazione di fresco, che viene rapidamente spazzata via da ventate d'aria umidiccia. Ma IlMioAmore risolve tutto: si inerpica sul letto, raggiunge il condizionatore e trova il tasto "TEST", che porta la temperatura del loculo a un livello accettabile.
Il bagno. Ah, il bagno, me lo sogno ancora. In pratica questi geni avevano realizzato il bagno alla giapponese prima ancora che se conoscessero i vantaggi. Sapete no, quei water che ti fanno anche il bidè? Ecco, lì era ancora meglio, perché la tazza era esattamente di fronte alla doccia. Doccia che non era dotata di piatto doccia, né di una tendina, né di una qualche scanalatura che favorisse il deflusso delle acque. Ci si lavava, e si allagava dappertutto.
E le formiche? Vogliamo forse dimenticare le formiche? Non faccio in tempo a disporre le ciotole di cibo e acqua per il giovane Attilino, che arrivano in più colonne da ogni dove. Attila mi guarda, fa un meow sconsolato e per il resto della vacanza si ingegna a sputacchiarle prima di deglutire la sua pappa.
Beh, ma in fondo c'è il mare. Si va a fare un bel bagnetto!
Peccato che la spiaggia attrezzata non sia attrezzata. Io non amo le spiagge fatte a filari di ombrelloni, ma lì di ombrelloni non ce ne sono. Né a noleggio né in vendita. Ma come, c'era scritto spiaggia attrezzata... "Eh, li abbiamo finiti". Ehm. Il mare è bello, ok, ma con 44°C che si fa? Si sta a mollo dieci minuti e poi... Vabbè, torniamo in bungalow.
Lo ribattezziamo tugurio, pronunciandolo tecurio. Ci siamo già affezionati, tutto sommato.
Che si fa, che non si fa? La sera esploriamo Marzamemi. E' piccola ed è una chicca.
Ma l'unico ristorante aperto offre pesce *surgelato. Eh no, non si fa così. Ma come, hai la tonnara più famosa della Sicilia e mi offri pesce surgelato?
Il mattino dopo scopriamo l'ultima, imperdibile qualità del tecurio: il vicinato.
Il vicinato consta di una famigliola che non parla, ma urla tutto il tempo, composta da madre, padre, i nonni materni e la bambina Ludovica, LUDO!!! per chi ne doveva ascoltare i richiami, cioè noi.
Non abbiamo ancora capito come facessero a entrarci in quattro adulti più bimba tra i due e i tre anni in un tecurio da due persone. Ma a parte i decibel e il mistero della famiglia Tetris, quello che non riusciamo a spiegarci è come possano consentire a una nana di esprimersi a quel modo.
I bambini di SOS tata in confronto sono degli angioletti. Dal "sei scemo" al papà, a varie amenità e strilli e capricci di ogni tipo.
Dentro, non si può stare, non ci si rigira. Fuori, non si può stare, c'è Ludo che imperversa dalle sette del mattino alle due di notte. Al mare, non si può stare, a meno di non svenire al sole.
Qual è la soluzione? Ormai siamo qui, abbiamo pagato, fa caldo ma siamo in vacanza.
Si monta in auto e giriamo la Sicilia.
Porto IlMioAmore dov'ero già stata e scopriamo insieme dei posti nuovi e meravigliosi.
Maciniamo duemila chilometri in sei giorni. Nonostante le premesse, passiamo una bellissima vacanza, e riesco persino a cucinare, nella polverosissima cucina del tecurio, degli ottimi spaghetti con la bottarga che ci siamo procurati allo spaccio della famosa tonnara.
Da allora, analizziamo con cura le recensioni su tripadvisor prima di prenotare!
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