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Contratto-tampone prima del Jobs act

Creato il 10 gennaio 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

renzi Contratto-tampone prima del Jobs act

“Prima che sia troppo tardi” c’è da impostare un “grande Progetto” per far rialzare l’Italia. E’ questa la premessa del Manifesto-Appello lanciato dalla Fondazione Nuovo Millennio – Per una nuova Italia, al quale i nostri iscritti e simpatizzanti stanno aderendo, in maggior numero da una settimana dopo l’invito a firmarlo del nostro Segretario Politico, Giovanni Palladino. Il Progetto è ancora da ‘dare alle stampe’, come si diceva una volta, parecchie tecnologie fa…E contiamo peraltro di offrire il nostro contributo di Popolari Liberi e Forti, insomma di ‘allievi’ di Luigi Sturzo, che di appelli e di progetti per una Svolta politica, economica, sociale, morale (ai vari livelli: nazionale e locali, territoriali) ha fatto ragione di esistenza, accanto alla vita sacerdotale.

“E intanto che facciamo?”, si chiede la Fondazione. La risposta è in alcune proposte per l’ immediato, “prima che sia troppo tardi”, appunto. Proprio in tema di lavoro -in primo piano in queste ore per il Jobs act di Renzi ma soprattutto per le nuove preoccupanti cifre sui non occupati- la Fondazione ha la sua ‘idea’ “per un possibile provvedimento per ridurre la disoccupazione”. Che presenta “numeri impressionanti”: e anche a prendere per buona la ‘lucetta’ che si intravvede (?) in fondo al tunnel, nei prossimi 12 mesi questi numeri non calano, perchè prima di tornare ad assumere le imprese aspettano che i flebili segnali diventino consistenti. Ci vuole dunque, ci ha spiegato Pellegrino Capaldo, Presidente della Fondazione, “un provvedimento tampone, che preveda un contratto di lavoro in deroga alla normativa vigente”. Con questo contratto “non si vuole in alcun modo mettere in discussione l’ ‘esistente’ -chiarisce la Fondazione- vogliamo solo offrire un sostegno temporaneo, in attesa che si superi questo stato di emergenza e che la ripresa dell’economia crei stabilmente nuovi posti di lavoro”. Le questioni affrontate da don Sturzo, ha di recente chiosato De Mita, erano “sentimenti che si facevano proposte”. Misura-tampone, dunque: “Non ci sognamo di proporre il ‘contratto di lavoro del futuro’”, assicura la Fondazione Nuovo Millennio. Se ne può discutere, così come è stato fatto per le assunzioni dell’ Expo 2015, pur tra mille diffidenze? O aspettiamo davvero che sia troppo tardi?

 

Gian Paolo Vitale

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