Non succede spesso di trovarsi dinanzi a un album che faccia fatica a uscire dal lettore, ed è ancora più raro che ad averlo composto sia una band giovane e con alle spalle una sola autoproduzione. Gli australiani Convent Guilt sono riusciti in tale impresa, rifacendosi a uno stile per nulla originale eppure in grado di scaldare il cuore di noi rocker nostalgici. Guns For Hire è impreziosito da un suono fieramente anacronistico che contribuisce a fare emergere un’attitudine scanzonata ma allo stesso tempo credibile. Il suo punto di forza sta nel mantenere un legame con la tradizione senza per questo rimanervi imprigionato: ogni brano vive di vibrazioni differenti e ha in sé alcuni elementi caratteristici che lo distinguono dal precedente. E in questo sta la differenza tra i meri mestieranti e i musicisti che hanno qualcosa da dire. The New Noise non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di addentrarsi nel mondo dei Convent Guilt, intervistando il cantante e bassita Ian.
Per favore presenta la band ai nostri lettori…
Convent Guilt è una hard rock/heavy metal band di Sydney, Australia. Ci siamo formati nel 2010, abbiamo realizzato un demo nel 2012 e registrato il nostro album di debutto, Guns For Hire agli inizi del 2014. Oggi è un giorno monumentale, in quanto il nostro lp è ufficialmente disponibile.
È stato difficile trovare una etichetta discografica adatta a pubblicare l’lp?
Non è stato per nulla difficile. Questo è il motivo per cui si realizzano demo e si lavora per promuovere la propria band. Inoltre è più facile ora che negli anni Ottanta; ai tempi c’erano alcune grosse etichette discografiche da cui tutte le band cercavano di farsi mettere sotto contratto e, se queste non le volevano, finivano con lo stampare il proprio disco da sole. Tutti cercavano di fare soldi. Oggi nessuno pretende di fare soldi con l’heavy metal, quindi è più facile avere una band o un’etichetta discografica come qualcosa che porti avanti al di fuori del tuo lavoro ordinario. Perciò ci sono un gran numero di etichette discografiche e decisamente troppe band.
Guns For Hire è stato pubblicato da due differenti etichette discografiche (su cd da Shadow Kingdom e su vinile da Cruz del Sur). Come siete entrati in contatto con loro e cosa vi ha spinti a scegliere una differente etichetta discografica per ogni versione?
In realtà ci sono tre etichette, in quanto la tedesca Dying Victims Productions pubblicherà una versione su cassetta dell’album. Tutte e tre erano in confidenza con noi a causa del nostro demo e tutte sono state molto positive nei loro commenti. È stata poi una questione di stabilire i termini per la pubblicazione e altre cose di questo genere. Non è mai stata nostra intenzione avere un’etichetta differente per ogni versione. È stato più un caso che ogni etichetta ci abbia offerto di realizzare l’album in un formato differente. In futuro non avremo problemi ad avere a che fare con una sola per tutti i formati.
Sono certo che siate grandi fan dell’heavy metal dell’era del vinile. Quali sono i vostri dischi preferiti?
Beh, siamo ancora nell’era del vinile, ma capisco quello che intendi dire. Ovviamente siamo tutti grandi fan dell’heavy metal degli anni Ottanta… chi non lo è? È impossibile stilare un elenco dei miei dischi preferiti, in quanto dipende dal mio stato d’animo del momento. Puoi comunque sicuramente dare per scontato che vi siano inclusi i dischi di Judas Priest, Scorpions, Riot, Savatage, Iron Maiden, Omen, Mercyful Fate, Witch Cross, Sacred Blade, Griffin, Accept e molti altri. All’interno della band c’è un grande amore per l’hard rock degli anni Settanta, il thrash, il black e il death metal, così come band underground dall’alba dei tempi sino a oggi.
Apprezzo il fatto che abbiate un’attitudine vagamente punk, ma che allo stesso tempo il vostro suono sia anche tradizionale. Come siete giunti a questo? Che tipo di strumentazione utilizzate?
Il suono dei Convent Guilt è la naturale combinazione di noi quattro che ci ritroviamo insieme e suoniamo. Questo è davvero l’unico modo in cui dovrebbe essere. Abbiamo due chitarre elettriche, basso e batteria, con anche un pizzico di chitarra acustica. Se le persone pensano che ci sia un’attitudine vagamente punk nel nostro suono va bene, ma io proprio non la vedo.
Quali sono i temi principali che affrontate nei vostri testi?
I temi cambiano, anche se cerco di stare alla larga dai soliti cliché dell’heavy metal come il bere e trattare le donne come oggetti. Anche quando mi avventuro in questi argomenti, come in “Angels In Black Leather”, cerco di farlo in modo sensibilmente diverso. Circa metà dei nostri testi riguardano la ricca e brutale storia dell’Australia. L’altra metà tratta argomenti come corsari, bambini di strada e in generale vivere la vita e mantenere la mente aperta.
Ti piace leggere? Quali sono i tuoi libri e/o autori preferiti?
Amo leggere. Non ci sono testi dei Convent Guilt che siano ispirati direttamente dalla letteratura, ma puoi trovare dei sottili accenni che vi si insinuano. Alcuni dei miei autori preferiti sono William Faulkner (‘Luce d’agosto’, ‘Mentre morivo’, ‘L’urlo e il furore’), John Steinbeck (‘Uomini e topi’, ‘Furore’, ‘La valle dell’Eden’), Flannery O’Connor, Ambrose Bierce, HP Lovecraft, Clark Ashton Smith, Algernon Blackwood, Edgar Allan Poe, Sir Arthur Conan Doyle e Le Fanu. Mi piace la letteratura oscura eppure reale, proprio come le mie donne.
Avete un’intensa attività live in Australia? In quali location preferite suonare?
Suoniamo dal vivo, ma non a un livello ‘intenso’. La scena qui è semplicemente troppo piccola per poterlo fare regolarmente e di solito siamo abbastanza selettivi per quanto riguarda le band con le quali dividere il palco. Abbiamo suonato a Sydney in numerose occasioni, così come a Melbourne, Canberra e Bendigo. Nel prossimo futuro saremo a un festival di biker nel New South Wales, prima di spostarci a Hobart e Melbourne per alcuni concerti in compagnia di Innsmouth, The Wizar’d e Hellbringer. Suoniamo in ogni locale raggiungibile.
Apprezzo il fatto che la vostra musica sia catchy ma allo stesso tempo davvero heavy. Cosa potete dirci a proposito del processo di composizione?
Grazie, questo è davvero il nostro scopo. Credo che il primo obiettivo che si ha quando si scrive una canzone sia che possa divenire catchy e memorabile. Questa è stata la modalità in tempi in cui la musica non poteva essere registrata e penso che valga ancora oggi. Il processo di composizione normalmente coinvolge uno di noi che se ne viene fuori con un riff o una melodia, dopo di che la faccio evolvere in una canzone e ne riordino la struttura. Allora proviamo insieme e lavoriamo sulle singole parti della canzone prima di portarla in studio per registrare. Scrivo tutti i testi e – a parte qualche idea occasionale – vengono fuori una volta che la musica è già stata composta.
Come è venuto fuori il nome Convent Guilt e che cosa rappresenta per voi?
Convent Guilt è un nome cui ho pensato alcuni anni fa. Al tempo suonava bene e ha di certo catturato l’attenzione delle persone. Riflette un paio di idee, ma la principale è che se le persone scelgono di tenere regole severe come parte della loro fede e si chiudono a chiave al fine di evitare le tentazioni, alla fine cadranno comunque nella trasgressione perché fa parte della natura umana. Il senso di colpa che provano se lo sono creato da sole. La vita è abbastanza dura senza crearci problemi in più di cui preoccuparci.
Chi è l’artista che ha realizzato la copertina di Guns For Hire e qual è l’idea ad essa sottostante?
La copertina è stata creata dalla leggendaria Tangerine Dream, bassista dei The Wizar’d. Le abbiamo dato alcune idee e le ha sviluppate. Volevamo qualcosa che trasmettesse la selvaggia drammaticità del paesaggio australiano, rappresentando anche una banda di ‘guns for hire’ che cavalcano verso qualsiasi cosa li attenda. Desideravamo qualcosa di duro e pesante ed è ciò che abbiamo ottenuto.
Cosa potete dirci a proposito del vostro Paese e dei vostri sentimenti nei suoi confronti? Quali sono i luoghi che preferite nella vostra zona?
L’Australia non è perfetta (nessun luogo lo è), ma è dove sono nato e sarà sempre la mia casa. La qualità della vita e le opportunità disponibili non sono seconde a nessuno. La scena musicale è piccola e isolata dal resto del mondo, eppure abbiamo sempre avuto grandi band e molti sostenitori della scena underground. Ci sono molte belle zone, montagne innevate, foreste pluviali, spiagge appartate. Abito appena a nord di Sydney, che è un bellissimo – anche se costoso – luogo dove vivere. Al momento, seduto sul mio balcone, bevo una birra e guardo fuori al di sopra dell’acqua, ed è un posto perfetto dove poter stare.
Grazie per il tuo tempo. Chiudi l’intervista con alcune parole a te care…
Grazie per il supporto e per l’interesse verso I Convent Guilt. Magari un giorno potremo venire in Italia a fare rock alla maniera dura. Guns For Hire è disponibile in formato lp attraverso Cruz del Sur , cd grazie a Shadow Kingdom e cassetta da Dying Victims. È consigliato a tutte le persone che apprezzano il rock duro e il metal ruvido e diretto. Get our guilt on your conscience.
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