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Coppa Davis: Wawrinka trascina la Svizzera sul 2-1

Creato il 22 novembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Lille, stadio Pierre-Mauroy, un impianto inaugurato due anni fa per il calcio che si trasforma nel teatro perfetto per tentare l’impresa: essere il primo paese europeo a conquistare per dieci volte la Coppa Davis nel caso della Francia o trionfare per la prima occasione alla 103esima edizione in quello della Svizzera. E inoltre, la storia nella storia. Roger Federer, dopo una lunga stagione che lo ha visto risalire agli altissimi piani in special modo negli ultimi mesi, seppur in condizioni fisiche non ideali, vola in jet privato nei pressi del confine franco-belga per levarsi lo sfizio mancante, quell’insalatiera che non ha nemmeno mai osservato da vicino e che ha visto sollevata da NadalDjokovicBerdychFerrerRoddickHewitt e molti altri giocatori nell’arco della propria carriera. Per non facilitare troppo le cose, poi, i Francesi hanno scelto la superficie meno amata dagli Elvetici, la terra rossa, sperando così di cogliere impreparate le punte di diamante Federer Wawrinka, reduci dalla settimana sul veloce del Master di Londra e soprattutto dalla semifinale “fratricida” di sabato scorso, che ha lasciato non pochi strascichi polemici in seno alla squadra.

Il sorteggio di giovedì ci ha regalato come primo match dell’indomani il confronto tra Stan the Man ed il numero uno dei transalpiniJo-Wilfried Tsonga, dodicesimo del ranking ATP. Essendo a conoscenza delle condizioni ancora precarie del suo compagno di squadra, Wawrinka è da subito ben consapevole di non poter sbagliare l’approccio in questo appuntamento unico, forse irripetibile, e parte sparato dai blocchi con un primo set di imperiosa solidità sia al servizio sia nei game di risposta. Tsonga si presenta al contrario impaurito e contratto e viene travolto dal tennista di Losanna: 28 punti a 15 ed il parziale di apertura termina 6-1. Quando tutto appare incanalato, tuttavia, il francese sembra rendersi conto della cornice maestosa in cui si sta giocando e ne trae giovamento. Lo stanno guardando 27.432 persone, un record assoluto per una finale di Coppa Davis, e ciò lo sblocca per una mezz’ora abbondante, quella che basta per aggiudicarsi il secondo set con il punteggio di 6-3, approfittando nel contempo di un Wawrinka più falloso. L’effetto però svanisce presto ed il numero 4 del mondo riprende le redini della questione, mettendo in mostra alcuni rovesci impressionanti, che farebbero impallidire lo stesso Federer, ultimo maestro della tecnica ad una mano di questo colpo. Dopo qualche incertezza nel chiudere il terzo set (tre opportunità mancate), Wawrinka fila via dritto e, applicando una tattica sempre più aggressiva e ricca di serve&volley, porta il primo punto alla causa rossocrociata con lo score definitivo di 6-1 3-6 6-3 6-2 in due ore e 24 minuti.

Tempo di rifiatare e di sistemare il campo e finalmente, dopo cinque giorni di mormorii, interrogativi e preoccupazioni, tocca a king Roger. Ed è una mattanza. Anche se lo dà poco a vedere, la schiena non lo lascia in pace. Gaël Monfils, acutamente schierato dal capitano Arnaud Clement, è in giornata di grazia e si prende in grande stile una cocente rivincita rispetto a colui che lo aveva sconfitto nei quarti di finale degli US Open due mesi orsono, rimontandogli per di più uno svantaggio di 0-2. Questa volta il cavallo pazzo di Parigi non si fa recuperare e fa invece valere il suo talento e le sue pazzesche capacità fisiche, mettendo in scena un vero e proprio one-man show. Federer resiste appena un’ora e tre quarti e per la prima volta in sedici anni perde per 3-0 in Coppa Davis: 6-1 6-4 6-3 senza appello. Dieci ace, 44 colpi vincenti, soltanto 18 errori non forzati e 34 punti su 38 con la prima di servizio…forse nemmeno un Federer al 100% sarebbe riuscito ad opporsi ad una tale prestazione da antologia. La Francia coglie un insperato pareggio dopo la prima giornata, insinuando allo stesso tempo nel capitano Severin Luthi il dubbio sulle possibilità di disputare il doppio da parte del fenomeno di Basilea, così clamorosamente scottato nel suo primo match in una finale di Davis.

Le alternative in panchina per oggi si sarebbero però chiamate Lammer Chiudinelli, rispettivamente numero 528 e 206 nelle classifiche mondiali di doppio. In poche parole, nessuna alternativa disponibile ai campioni olimpici di Pechino 2008! Dopo una notte di riflessioni e di riposo, tutto è di nuovo pronto per il terzo incontro e la presenza svizzera sugli spalti si fa sempre più ingombrante e rumorosa: presentarsi ai due singolari della domenica con la bilancia pendente dalla propria parte è imprescindibile per entrambe le squadre, ma soprattutto per gli ospiti, date le incognite sugli infortuni e la profondità praticamente nulla del team. Rispetto a ieri, purtroppo per il duo Gasquet/Benneteau, qualcosa è cambiato. È la convinzione di Federer, è la sua espressione, e in parte anche il suo gioco. Dopo qualche imprecisione iniziale nelle giocate di volo, trascinato da un Wawrinka che sembra nato per giocare finali di DavisRoger sale improvvisamente di rendimento alla battuta e a rete. Dall’altra parte di quest’ultima, invece, c’è un solo giocatore in campo, ossia Julien Benneteau, vincitore quest’anno del Roland Garros di doppio insieme all’amico Edouard Roger-Vasselin, anch’egli francese. Facendo 2+2, con una vena polemica, la domanda sorge spontanea: perché Gasquet, quando si può disporre della coppia campione dello Slam corrispondente alla superficie su cui si è scelto di giocare? E infatti il giocatore allenato fino alla stagione 2013 da Riccardo Piatti si rivela puntualmente una clamorosa palla al piede per Benneteau, che le tenta tutte pur di tenere in piedi la coppia, ma deve cedere sotto le continue bordate degli avversari. Il doppio scelto da Clement avrebbe pure le opportunità nel secondo parziale per riequilibrare il match dopo un rapido 6-3, ma il fantasma Gasquet non solo spreca malamente due palle break, ma perde sciaguratamente il servizio sul 5-5 (con una sola prima servita su cinque punti) e lì si chiude il discorso. Il terzo set è accademia, ovvero sofferenza per i sostenitori di casa; ai due svizzeri riesce di tutto e grazie ad un break su Benneteau, ormai sfiancato dal doppio lavoro (mentre Roger-Vasselin guarda stranito e sconsolato dalla panchina dei Bleus), e a tre volée di rovescio di Wawrinka nel game di chiusura, la squadra di Luthi si porta sul 2-1, mettendo una seria ipoteca sulla prima storica vittoria. Per la cronaca, il doppio si conclude 6-3 7-5 6-4.

Federer avrà pertanto la chance di chiudere la contesa nel primo singolare di domani pomeriggio contro Tsonga e di entrare finalmente nell’elenco dei vincitori della Coppa Davis. Riuscirà a sganciarsi dal traino di uno strepitoso Stan Wawrinka e a risparmiare a quest’ultimo un’incredibile “bella” contro un Monfils così travolgente come quello ammirato ieri? Se questo è il trend…

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