Ho conosciuto Kiro Fogliazza quando ero poco piu’ di un ragazzo. Ho imparato dalla sua voce diretta e dai suoi scritti il vero valore della Resistenza cremonese. A nome mio e di tutto il partito porgo ai figli e ai nipoti tutti le piu’ sentite condoglianze.
La terra ti sia lieve, Kiro.
Titta Magnoli
Segretario Provinciale PD
Se l’Italia ha dignità, nella sua storia, lo deve a quei giovani che hanno rischiato la vita per la libertà, che ora forse non sappiamo usare. Non c’è altro esempio più chiaro, semplice e decisivo. E non so se ce lo meritiamo ancora. Kiro Fogliazza ha avuto la fortuna di vivere a lungo e di scrivere libri, di fare il parlamentare, di parlare con molte persone. Con le poche conoscenze che avevano, i pochi mezzi che avevano, ci hanno dato un esempio meraviglioso, mossi da un tale desiderio di giustizia e di libertà che ci insegnano ancora che cosa significa essere uomini. Ce lo insegnano come un dovere cui non possiamo sottrarci mai.
Questa nota biografica è dell’Anpi (clicca qui)
Enrico Fogliazza, detto Kiro
Nato a Castelleone (Cremona) il 22 marzo 1920, ex parlamentare, presidente dell’ANPI provinciale di Cremona.
Militante comunista dal 1941, il giovane Fogliazza prese parte alla Guerra di liberazione nelle file della Resistenza. Subito dopo l’8 settembre salì in montagna e, con un centinaio di giovani cremonesi, combatté in Valle di Susa (Torino) come commissario politico della 17ma Brigata Garibaldi. Dopo la Liberazione fu, dal 1945 al 1947, segretario dell’ANPI di Cremona e poi, nella seconda e nella terza Legislatura (1953-1963), fu eletto deputato. Tornato alla testa dell’ANPI della sua provincia, il novantenne ex garibaldino non ha mancato, nel dicembre del 2008, di levare alta la sua protesta per la decisione dell’amministrazione comunale di Milano, retta da Letizia Moratti, di non assegnare l’Ambrogino d’oro all’ex partigiano Enzo Biagi. Tra i motivi dell’indignazione di Enrico Fogliazza, anche la recente intitolazione di un giardino di Milano al baritono Aldo Protti. Protti, il primo luglio del 1944, fu fra quei fascisti della GNR che (giunti da Cremona per ordine del ras Roberto Farinacci), trucidarono al Colle del Lys ventisei giovani renitenti alla leva. I giovani (tra i quali cinque cremonesi) erano ancora disarmati; furono eliminati con indescrivibile ferocia, per non aver risposto alla chiamata alle armi lanciata col manifesto di Giorgio Almirante. Si è spento ieri, in un letto di Cremona Solidale.