Il tuttologo Corrado Augias fa parte dei 4 cavalieri dell’ateismo militante italiano. Gli altri tre sono Pippo Odifreddi, Margherita “nonna” Hack e lo scientista Flores d’Arcais (occhio all’età media…). Recentemente aveva scambiato l’esoterico e astrologo Giordano Bruno con uno dei grandi pensatori scientifici ponendolo fra i massimi geni della storia della cultura occidentale (cfr. Ultimissima 20/12/10).
Ma in questi giorni ci è ricascato. Su La Repubblica ha dichiarato che «il prof. Mauro Pesce mi fece una volta questo esempio: secondo i vangeli Gesù aveva quattro fratelli e alcune sorelle. Un insegnante di religione non potrà mai dirlo pena la revoca per difformità dalla dottrina cattolica». Apprezziamo il fatto che questa volta abbia ammesso, con un insospettabile atto di maturità, di aver prelevato un pensiero da un’altra parte. Si, perché sembra che a lui piaccia molto scopiazzare a destra e a manca, come mostrato nell’articolo di qualche anno fa su Libero, con l’azzeccatissimo titolo: «Augias passa da “Repubblica” a ripubblica».
Corradone è un perfetto autore scandalistico, come lo definisce lo storico tedesco Michael Hesemann, spesso capita dunque che se ne esca con castronerie del genere. Tuttavia la faccenda dei “fratelli” di Gesù lascia ormai il tempo che trova, nonostante l’enfasi creata appositamente da falsi moderni (cfr. Ossario di Giacomo). La posizione della Chiesa è che Maria non ebbe altri figli oltre a Gesù e ciò trova piena conferma in uno dei più ampi studi studi sul tema, cioè quello realizzato dal dott. Roberto Reggi, giovane studioso ed esperto di testi veterotestamentari. Nel libro “I “fratelli” di Gesù, Considerazioni filologiche, ermeneutiche, storiche, statistiche sulla verginità perpetua di Maria” (Edizioni Dehoniane 2010), l’autore, tenendo conto di tutte le posizioni e di tutte le ipotesi che si sono accumulate nei secoli, espone le sue conclusioni frutto di un’approfondita ricerca: gli adelfòi, citati da Vangeli, non sono altro che i quattro “cugini paterni”, figli dello zio paterno di Gesù, Alfeo Cleofa, e di sua moglie Maria di Cleofa. Reggi presenta anche le altre ipotesi e argomenta con efficacia il perché, sulla base di argomenti filologici, di ermeneutica del testo, storiche e antropologiche, esse possano essere considerate, nel complesso, assai meno probabili. Egli conclude che l’unica interpretazione che riesce a comporre in un quadro coerente, organico e non contraddittorio le informazioni rintracciabili nel Nuovo Testamento è proprio l’interpretazione di adelfòi come “cugini“.
Ma la cosa curiosa è che Roberto Reggi è anche un insegnante di religione, quindi proprio colui che -secondo il furbetto Augias- non avrebbe mai potuto affrontare l’argomento. Pare proprio strano che un giornalista come del suo calibro sia così disinformato, proprio lui che tra il 1963 e il 1967 –con il nome in codice “Donat” – faceva la spia per gli agenti cecoslovacchi, cioè collaborava con una nazione allora nemica e sottoposta alla spietata dittatura comunista, come ha rivelato Il Giornale qualche anno fa.
Maggiori approfondimenti sui presunti “fratelli” di Gesù potete comunque trovarli su: Avvenire 10/11/10, Cathopedia, e in una audio-lezione tenuta proprio dal dott. Reggi.