In questa poesia c’è tutta la semplicità interiore di Corrado Covoni, due creature randagie: un uomo ignoto e un cane, si affiancano l’uno all’altro in un cammino che non ha meta, quasi attratti dalla stessa affinità di destino. L’ombrello rosso è così esageratamente grande che impedisce di vedere il cielo cupo; e il povero cammina lentamente, con i due enormi scarponi dagli strani odori che il cane affamato annusa come cercando cibo. Io leggo questa poesia e vedo un ritratto di povertà che meriterebbe un riscatto.UN GRANDE OMBRELLO ROSSO
Un grande ombrello rosso
– distruzione completa del cielo –
che va lentamente
con due scarpe enormi che odorano nel fango
e che un cane randagio affamato
si ferma ad annusare curiosamente.
Corrado Govoni





