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Corridoi umanitari in Siria: la via d’uscita dalla crisi o la via di entrata per gli invasori?

Creato il 19 febbraio 2012 da Tnepd

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L’Europa cerca di portare sollievo al popolo siriano con la creazione di corridoi umanitari, un’idea apparentemente nobile con lo scopo di conquistarsi il sostegno russo e cinese nel Consiglio di sicurezza dell’ONU. Ma qualcuno ha chiamato il piano un lupo travestito da agnello.

La richiesta di rotte di approvvigionamento per portare aiuti umanitari alle città siriane è emersa per la prima volta lo scorso novembre, ed è tornata sul tavolo a partire da questa settimana.

"L’idea di corridoi umanitari che ho proposto in precedenza, per consentire alle ONG di raggiungere le zone in cui sono in corso massacri scandalosi, dovrebbe essere discussa nel Consiglio di Sicurezza," ha detto Mercoledì il ministro degli Esteri francese Alain Juppé.

Parigi ha suggerito la creazione di un passaggio sicuro per le organizzazioni di soccorso, sia con l’approvazione siriana che in virtù di un mandato internazionale – da qui la necessità dell’approvazione del Consiglio di sicurezza.

Attualmente Damasco ha forze molto limitate, e difficilmente può evitare di sorvegliare i  convogli di aiuti. Permettere alle truppe straniere di entrare sul suo territorio, inoltre, non è un’opzione, com’è stato dimostrato con il recente rifiuto di consentire l’ingresso alle forze di pace della Lega Araba.

Il Consiglio di Sicurezza potrebbe stabilire i corridoi con una risoluzione, e ordinare che siano sorvegliati da qualche governo o organizzazione. Ma la Russia e la Cina, che entrambe hanno potere di veto, hanno detto che non permetteranno l’approvazione di qualsiasi risoluzione che considerano squilibrata.

Sia la Russia che la Cina si oppongono ad ogni risoluzione delle Nazioni Unite che in seguito potrebbe essere utilizzata dalla NATO come scusa per l’azione militare, com’è accaduto in Libia. "La Libia offre un esempio negativo. La NATO ha abusato della risoluzione del Consiglio di sicurezza che stabiliva una no-fly zone e ha fornito direttamente potenza di fuoco ad una sola parte nella guerra libica", ha detto il più grande giornale comunista della Cina, il Quotidiano del Popolo.

Il piano di Juppe’ finora ha ricevuto sostegno solo dal Parlamento europeo. Il suo presidente, Martin Schulz, ha detto che l’organismo "vuole vedere la messa in atto dei corridoi umanitari e dei rifugi previsti per il crescente numero di sfollati".

Non tutti sembrano aver abboccato all’idea, però. La NATO sarebbe la prima scelta per il compito di controllore, ma il suo segretario generale Anders Fogh Rasmussen ha dichiarato che l’alleanza non ha "alcuna intenzione di intervenire in Siria". Ha anche ribadito che deve essere trovata "una soluzione regionale" al conflitto.

Questo passa la palla alla Lega Araba, anche se la mancanza di fiducia della Siria  in alcuni membri della Lega come il Qatar e l’Arabia Saudita, potrebbe essere d’ostacolo. Damasco sospetta che le due monarchie sunnite stiano alimentando i disordini in Siria nel tentativo di estromettere la minoranza sciita alawita dal potere, cosicchè l’accettazione siriana delle loro truppe sul proprio territorio è improbabile.

E il Libano e la Turchia, i due paesi che potrebbero facilmente portare aiuti in territorio siriano, non hanno fretta di farlo. La stampa turca ha riferito recentemente che Ankara preferirebbe un corridoio di aiuti passante per il Mar Mediterraneo e sostenuto dalla base militare britannica a Cipro, piuttosto che attraverso i territori del sud-est della Turchia.


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