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Cosa c’entra Copertino con la Apple?

Da Federico

La recente scomparsa di Steve Jobs, “guru” della Apple che ha rivoluzionato negli ultimi anni il modo di fruire i contenuti della Rete, tramite tablets e smartphone di ultima generazione, mi ha fatto alzare le antenne su un particolare curioso del quale non ero a conoscenza: i telegiornali hanno infatti diramato per giorni il lutto relativo al gigante dell’informatica californiano con sede a Cupertino.

Cupertino? Avevo capito bene? Cosa ci fa in California un paese che ha lo stesso nome di un paesino del Salento a pochi chilometri da casa mia?

Troppo difficile che fosse una coincidenza.

Mi sono documentato con urgenza, ed ho scoperto che, in effetti, non si trattava di una coincidenza: il paesino californiano in cui ha sede la Apple fu infatti battezzato così dai cattolicissimi spagnoli in onore di San Josè de Cupertino (San Giuseppe da Copertino), santo protettore degli aviatori, nativo del minuscolo villaggio a 15 chilometri da Lecce.

Il piccolo paese salentino è ancora oggi famoso principalmente per aver dato i natali al santo Giuseppe. Il quale è passato alla storia, più che per la sua umiltà o per le sue straordinarie penitenze, per la sua capacità de effettuare “voli” mistici, ovvero fenomeni di levitazione che sembra si verificassero durante i momenti di estasi.

Nella tradizione popolare, poi, le estasi sono state travisate dalla gente semplice, cosicché nei dipinti dell’epoca, il santo invece che estasi mistiche compie veri e propri “voli”.

Gli abitanti di Copertino sono ancora molto legati alla memoria del santo patrono, che viene ricordato con la processione che vede la statua del santo sfilare dal santuario alla chiesa madre del paese.

La manifestazione avviene in un clima surreale, che sa più di festa paesana che di commemorazione religiosa: la statua sfila per le strade cittadine illuminate a giorno dalle luminarie arabeggianti che formano un corridoio di luce, mentre sopra i tetti delle case esplodono raffiche di fuochi d’ artificio.

La baldoria generale è completata degnamente dalle campane che suonano a stormo ed incitano la folla a festeggiare più che al raccoglimento.

Questo è lo stile del Salento: per dirla con una citazione particolarmente calzante di Steve Jobs, “stay hungry, stay foolish”. E i salentini, questo è certo, hanno fame di vita e, quando si tratta di festeggiare, si danno alla pazza gioia, al suono dei ritmi scatenati di questa terra.

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