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Cosa fa un disoccupato a Natale?

Da Giovanecarinaedisoccupata @NonnaSo

Allora… se è molto, molto fortunato, un disoccupato a Natale ha una casa calda, con un bel camino acceso, in cui rifugiarsi per “scroccare” un più o meno lauto pranzo di Natale, magari in compagnia della propria famiglia

Ho detto “SE è molto, molto , MOLTO fortunato”.

Il resto, sono… sfumature di depressione pre-natalizia… post-prelievo delle tasse.

Le statistiche ancora una volta parlano chiaro. E se non vi va di ascoltare loro basta che ascoltate il vostro cuore, il conto in banca, o il fischio del vento che corre nel vostro portafogli: non ci sono soldi.

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E se ci sono, quei pochi, andranno spesi in cibarie per il giorno di Natale (una mano sulla coscienza: nessuno di noi se la sente di “non” festeggiare il Natale, per quanto in sordina, per quanto “con poco”). E per fare qualche “pensierino” (perché non ci possiamo permettere di più dopo il salasso dicembrino di tasse, consumi, cazzi e mazzi, e cazzi a mazzi che ci sono caduti.. fra capo e collo).

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Il pranzo di Natale, a portate ridotte, è una tradizione irrinunciabile, e perciò il disoccupato (si spera) non ci dovrà rinunciare: in sordina, risparmiando qualcosina per comprare uno sfizio (o il Panettone del Carrefour a 90 cent. o andando a prendere quello della parrocchia, se ancora lo danno, ai meno abbienti), organizzandosi con il fai da te e il riciclo delle ricette e degli addobbi di Natale, persino con il fai da te per i regali di Natale. Natale è la festa più sacrosanta che ci sia, e noi disoccupati non abbiamo intenzione di rinunciarci, che diamine!

E nemmeno a fare qualche piccolo, piccolissimo, misero – ma fatto con il cuore in mano – regalo alle persone a cui vogliamo bene. Che siano i nostri figli che per il terzo o quarto anno di fila ci implorano per avere l’ipad “come tutti i loro amichetti di scuola” (e che finiranno per il terzo anno di fila per accontentarsi di quello che arriva, con la carta riciclata dall’anno precedente e minuziosamente conservata perché non si rompesse – anche questo è amore, gente!), che siano i nostri genitori (che ancora, a vent’anni dal compimento della nostra maggiore età, ci stanno mantenendo), che sia al nostro lui o ai nostri amici più cari (quelli che ci sono stati VICINI.. non quelli che si presentano a Natale con la speranza di raccattare qualcosa da noi!) ..alla gioia di donare qualcosa a chi amiamo non possiamo rinunciare.

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Lo dico per noi stessi: al piacere di donare qualcosa non possiamo rinunciare. Ne va del piccolo pezzettino di anima orgogliosa che ancora ci è rimasto. Che ancora crede nella magia del Natale e nel dimostrare il nostro affetto in maniera tangibile… e ciò non implica per forza con un sontuoso esborso di denaro, anzi: mai come in questo periodo di sofferenza ci rendiamo conto che è davvero IL PENSIERO quello che conta.

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E perciò sapete che cosa fa un disoccupato a Natale?

Si arrabatta come può per il pranzo di Natale e i Regali, si tiene occupato con il faidate per abbellire la casa, escogita stratagemmi per rendere le feste il più spensierate possibile, e magari anche per organizzare una gitarella fuoriporta, perché no???

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la vita è bella se ci si accontenta delle piccole cose!

E poi festeggia, festeggia come se non ci fosse un domani e, per qualche giorno, mette da parte i brutti pensieri e le preoccupazioni.

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Che tanto, resteranno li buone buone ad aspettarlo, non andranno da nessuna parte.. perciò perché crucciarsi anche il giorno di Natale?? uno spreco di tempo che può essere re-investito in sorrisi e in tempo passato con la propria famiglia e i propri cari.


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