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Cosa farà il personaggio?

Da Marcofre

La domanda che il lettore si deve fare, e che un autore con un briciolo di buonsenso e talento dovrebbe soddisfare è: “Cosa farà il personaggio?”.
Cosa farà Raskolnikov? E Anna Karenina?

Può sembrare una sciocchezza, ma in realtà c’è un’enorme differenza tra questo modo di affrontare la storia, e quello che invece recita più o meno:

“Cosa accadrà ai personaggi?”.

In apparenza sembra la stessa cosa, mentre la differenza esiste eccome. La seconda questione ha un difetto: non coinvolge a sufficienza.

Nella prima invece siamo accanto al personaggio, anzi siamo il personaggio e camminiamo e pensiamo con lui. Siamo lui.

Non è affatto un dettaglio poiché è qui che si nasconde la differenza tra una storia appena sufficiente; e una ottima.

A volte sono preso dalla tentazione di ripubblicare su Amazon tre racconti del 2009/2010. Riesco a resistere perché ho compreso che il lettore non si chiede mai “Cosa farà il protagonista”. Manca del tutto la capacità di costruire un congegno narrativo capace di sorprendere sia il lettore, che chi scrive.

Si può imparare? Forse sì. L’essenziale non è però solo leggere (benché sia importante), ma andare nell’officina, scoprire come nascono i meccanismi di una storia. E non sto parlando di riempire la pagina di colpi di scena, anzi.

Allestire una storia in grado di svelare a chi scrive, e dopo a chi legge, qualcosa di ignoto a entrambi richiede una buona dose di… riflessione. Forse anche di fortuna. Ma credo anche di talento. Se scrivere è scegliere, è facile sbagliare la scelta degli ingredienti. Così come è arduo fare in modo che la loro miscela sia quella giusta.

Intuizione? Talento? Oppure fortuna. Chi lo sa.

Ci poniamo spesso le questioni sbagliate: troverà questa storia un editore? Quanto è vendibile? È in linea con gli standard odierni?

Capisco che debbano trovare dimora questi interrogativi, ma hanno il difetto di spostare l’attenzione di chi scrive in un ambito sbagliato.

E se a sbagliare è chi scrive, porterà fuori strada anche chi legge. O confezionando una storia che fa sbadigliare; oppure una storia che invece di svelare, nasconde.


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