Magazine Opinioni
In queste settimane abbiamo seguito in streaming lo tsunami tour di Beppe Grillo che ha attraversato tutte le piazze d’Italia (come abbiamo potuto vedere dai telegiornali trasmessi dalle reti televisive nazionali e regionali).
Niente da dire. Il personaggio c’è e non da ieri. Non è facile, di questi tempi, girare per l’Italia e mettere la faccia sul palco parlando al popolo, non è facile. Grillo sa usare al meglio tutte le tecniche di recitazione che ben conosce per gestire la rappresentazione e vi mette i contenuti ormai cari al popolo del suo movimento.
Intendiamoci, su alcuni punti è difficile non essere d’accordo con Grillo, questione di buon senso. La sua critica a 360 gradi al sistema politico attuale ricorda molto quella portata avanti quarant’anni orsono da Marco Pannella e dal Movimento Radicale alla partitocrazia imperante nell’Italia degli anni '70 e '80… certo è triste constatare che i passi avanti compiuti sono pressoché nulli.
Grillo propone un’Italia più pubblica, più verde, più leggera, più giusta, più equa, più onesta, più pulita, più trasparente, più KM zero, più Wi-Fi, meno multinazionale; e per ottenere questo risultato si affida alla Rete, come strumento che garantisce la massima partecipazione egualitaria dei cittadini, cui affidare le scelte politiche e i destini della Nazione.
A suo tempo Pannella fu tra i primi ad affidare alle dirette radio (chi non ricorda Radio Radicale?) la trasmissione dei dibattiti parlamentari, favorendo così la presa di coscienza del lavoro dei nostri rappresentanti in Parlamento, contribuendo a creare una sorta di democrazia di base.
Così Grillo pensa ad una forma di democrazia liquida, dove gli atti del Governo e del Parlamento sono valutati, giudicati e votati dal popolo italiano della Rete nel momento stesso in cui il Governo e il Parlamento ne stanno parlando e ne stanno discutendo. Ma che razza di democrazia è mai questa?
Quanta gente, terminato il fascino mediatico dello tsunami tour, continuerà quotidianamente ad interessarsi a quello che succede in Parlamento? Quante persone sono in grado di giudicare se un atto di Governo è giusto o sbagliato? E noi dovremmo affidare le sorti del nostro Governo e del nostro Parlamento ad un giudizio espresso tramite internet da, diciamo un milione di persone? Mi risulta che alle primarie via web effettuate per scegliere i candidati del M5S abbiano partecipato meno di centomila utenti…
Anche Radio Radicale ha esercitato un ruolo importante per la diffusione della cultura democratica in Italia, in anni difficili dove il Terrorismo imperava e dove le istituzioni repubblicane sembravano in crisi, ma quante persone la ascoltavano quotidianamente? Tutti sapevano che esisteva, ma la politica alla lunga stanca, gli italiani alla radio preferiscono ascoltare le canzonette…
Grillo a queste elezioni otterrà sicuramente un successo in termini di voti e di deputati eletti, ma poi sa benissimo che la musica cambierà quando si dovrà gestire questa forza “politica”. Non è possibile smantellare le istituzioni della Repubblica senza mettere in crisi l’esistenza stessa della Nazione.
Sarà possibile invece per Grillo, anzi auspicabile, unirsi a quelle forze, sia di Destra che di Sinistra, che vogliono veramente cambiare le cose in Italia e senza steccati ideologici provare a compiere il grande passo.
La Rete serve per tenere informate le persone, non per sostituirsi agli eletti, che sono chiamati proprio per legiferare e governare il Paese. Il problema vero è eleggere persone valide, capaci professionalmente e moralmente oneste.
Quindi Grillo con i suoi deputati, appena nominato il Parlamento, potrebbe subito contribuire a compiere un'azione benemerita: cambiare la Legge elettorale.
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