
Mario Adinolfi bolla così la sua candidatura per Roma. Che nelle intenzioni iniziali doveva essere una corsa per “una città sinonimo di futuro”. Ora sostiene Paolo Gentiloni, bissando più o meno quanto fece nel 2009, quando alla fine rinunciò alla segreteria del Pd e appoggiò Franceschini. Mario, in tutta onestà: la prossima volta evita di illuderci.





