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Cose italiane: riapre Nonciclopedia, chiude Wikipedia.

Da Dagored
Cose italiane: riapre Nonciclopedia, chiude Wikipedia.
Una delle notizie più riportate e commentate in rete nella giornata di ieri era quella della auto sospensione decisa dai responsabili del sito Nonciclopedia, a causa della querela per diffamazione ricevuta dal noto cantautore Vasco Rossi.
Un avvenimento che aveva provocato la rivolta del popolo della rete e che aveva incredibilmente fatto vacillare il sostegno alla rockstar anche di tanti sui fans, un po' destabilizzati dall'iniziativa così piccolo borghese del cantante di Zocca, ricorso all'azione legale per difendere la propria reputazione, quella stessa reputazione che lui, da vera rockstar, aveva invece strapazzata per tutti gli anni di una ormai lunga carriera fatta di provocazioni e stravizi.
Sarà che la vecchiaia avanza, che i capelli cadono e che la panza non vuole più saperne di ridursi, ma ormai da qualche tempo Vasco Rossi sembra tutto fuorché una rockstar, ma questo può interessare il suo pubblico. Quello che interessa a noi è sapere se l'azione da lui intrapresa fosse o meno fondata. Ebbene, a mio parere lo era.
Nonciclopedia si vanta di essere un sito di satira, ebbene lo si può definire così solo se per satira si definisce una sfilza di insulti di vario tipo diretti verso qualcuno a caso.
Questo è Nonciclopedia e anche se molti la trovano divertente non può essere definito altro che un sito di immondizia curata da dei buffoni.
Talmente buffoni che solo dopo 24 ore dalla "autosospensione" sono tornati in rete pubblicando pure una lettera con la quale si scusano con Vasco Rossi della pagina a lui dedicata dal loro sito, prendendo le distanze dal suo contenuto e da chi l'aveva scritta, ottenendo in cambio il ritiro della querela da parte del cantante.
Una fine a taralluci e vino tipica delle cose italiane, dove si sta sempre bene attenti a non sacrificare i propri interessi, anche se si calpestano quegli stessi principi per i quali si dichiara pubblicamente di lottare fino alla morte.
Ma proprio mentre riappariva in rete il sito di Nonciclopedia ecco che spariva quello di Wikipedia, ovvero il sito che è servito al primo come modello per la parodia.
Inutile presentare qui il progetto che sta dietro il sito di Wikipedia e il suo sogno della messa in comune della conoscenza universale e della sua diffusione mondiale attraverso la rete.
Un progetto ambizioso, difficile da mettere in atto e che si presta, nella sua attuazione pratica a tante critiche, ma che merita comunque di essere sostenuto e perfezionato.
Invece, almeno in Italia, rischia di non poter sopravvivere a causa di una norma contenuta nel nuovo disegno di legge presentato in Parlamento per regolare le intercettazioni  telefoniche ed altro e che in particolare impone il termine perentorio di 48 ore per la pubblicazione delle rettifiche anche ai siti che non sono testate giornalistiche.
Un'imposizione impossibile da eseguire per qualsiasi sito indipendente e basato sul volontariato, per questo si parla di un decreto ammazzablogger, che condanna a morte l'edizione italiana di Wikipedia, che pur essendo probabilmente la peggiore di tutte, a causa della solita partigianeria con la quale tutto da noi viene affrontato, non merita di fare questa fine.
Ma se il futuro dell'Italia è più Nonciclopedia e meno Wikipedia non c'è propro da essere allegri.

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