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L'adattamento della famiglia procede spedito ma con qualche intoppo perchè le vecchie abitudini non muoiono mai: Giovanni manda all'ospedale con fratture multiple un idraulico disonesto, ha un cadavere nel bagagliaio di cui sbarazzarsi e intanto cerca la soluzione al problema dell'acqua marrone che esce dai rubinetti ( soluzione nel suo stile, naturalmente), la moglie Maggie dà fuoco a un supermercato in cui a suo parere è stata trattata male, il figlio mostra le doti strategiche di un vero leader mafioso del futuro, la figlia, dall'aspetto candido e inoffensivo è in realtà una furia che non esita a utilizzare la violenza per perseguire i suoi scopi. La longa manus della mafia arriva però anche in Normandia.
E' tempo di resa dei conti.
Ci sono due modi per guardarsi questo film: non leggere i credits e ignorare che c'è Besson in regia , Scorsese in cabina di produzione, De Niro, la Pfeiffer e Tommy Lee Jones nelle parti principali oppure essere condizionati dai grossi nomi presenti davanti e dietro la macchina da presa.
Nel primo caso ci si può anche divertire magari a fasi alterne con le vicissitudini di americani in Francia , la comicità dagli stereotipi della famiglia mafiosa in trasferta, tutto nasce dai diversi costumi e dal diverso modo di vivere e mangiare, nel secondo caso non si può fare a meno di essere stupiti in negativo da quello che si vede.
E quello che si vede è una parodia di piccolo cabotaggio del miglior cinema di Scorsese, quello di mafia, dei mammasantissima insomma, con un De Niro che fa il verso a se stesso, memore della grandezza che fu creata da quei ruoli e una Pfeiffer che gli civetta intorno , anche lei reduce di tempi lontani dal recitare nel ruolo dell'esponente di una famiglia mafiosa che vuol tagliare i ponti con la famiglia ( Una vedova allegra ma non troppo, scintillante commedia gangsteristica firmata Johnathan Demme).
L'altra domanda che uno si fa è sapere dove diavolo sia finito Luc Besson: dove è il suo cinema pieno di prospettive sghembe, angoli di ripresa originali , pianosequenza fulminanti , dove si è persa la sua creatività registica? Perchè in Cose nostre - Malavita non c'è nulla del suo estroso talento registico, è tutto molto classico , proprio come fosse un film di Scorsese.
Senza averne neanche una briciola dello stile elegante che lo caratterizza.
Appare poi forzato filtrare tutto attraverso una lente deformante che tratta come quasi normali i membri della famiglia mafiosa ( nonostante i metodi diciamo abbastanza alternativi per ottenere quello che vogliono) e come mostri quei bigotti francesi mangialumache che gli stanno intorno.
Gente che non sa neanche come fare un barbecue, perchè cucinare la carne è roba americana.
Cose nostre- Malavita comunque riesce anche a far sorridere in alcuni frangenti ( esilarante come De Niro cerchi di ricostruire assieme al medico il trauma subito dall'idraulico che presenta un numero esagerato di fratture agli arti inferiori) e scorre via abbastanza veloce e indolore.
Si comincia a dimenticare appena stanno partendo i titoli di coda.
Quella che non si dimentica tanto facilmente è Michelle Pfeiffer: deve aver fatto un patto col diavolo ( o semplicemente ha un chirurgo plastico con i controc...avoli) perchè il tassametro dice 55 e lei è ancora bella come il sole e voglio pensare che non sia solamente merito di un'illuminazione adeguata....
( VOTO : 5,5 / 10 )
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