Magazine Maternità
No, niente, tanto per farlo presente.
Aver finito le vacanze quando la maggior parte della gente deve ancora iniziarle è un po' deprimente.
In effetti siamo stati in vacanza.
Eh, ma nemmeno un post di commiato, una cartolina, un avvertimento, ma che si fa così?
Per la verità mi ripromettevo di scrivere qualcosa da laggiù, magari postare qualche foto, chissà.
Il problema è che la rete non prendeva, e quindi, ancora una volta, mi sarei potuta risparmiare il peso del pc.
Ma è andata così.
Rieccoci alla vita normale, a un'estate in città che per ora si dimostra clemente, accogliendoci benevola con una certa brezza che si prolunga sin dal nostro ritorno, ormai una settimana fa.
Il beduino è alle prese col Ramadan, e con la crisi economica che ha i suoi effetti sulla sua attività.
Io con progetti professionali un po' scoraggianti...
Così con la pupa ce ne scappiamo al mare, di quando in quando, un poco storcendo il naso perché memori dei fondali bianchi e delle acque cristalline del Posto della Vacanza, ma come sempre accontentandoci, io, entusiasta lei, di aver ritrovato "il ma'e di Pisa", eh sì, "Non è quello di 'oma!" Eh, no, quello di Roma se mai fa più schifo di questo, Mimi (ma quando mai ci sei stata, poi?). "Non è quello di Nonna! Nonna è andata a Gabboi!" (Leggi Gavoi, n.d.r., il paese di mia madre, nel Nuorese) "Domme la giotta!" Sì, dorme la giostra, sarà anche per quello che ora ci andiamo di mattina, al mare, e non la sera, quando la giostra fa le ore piccole, e poi se la dorme fino a pomeriggio inoltrato.
La pupa confabula di continuo, costruisce complessi edifici concettuali instaurando nessi che alla prima mi sfuggono, ma che subito dopo mi rivelano la sotterranea struttura portante del suo pensiero infantile.
Ora è grande, sempre più grande, e mi pare lanciata in quinta, inafferrabile ormai a una descirzione graduale delle sue fasi di crescita.
Dura, molto dura arrivare a un compromesso con lei. Arrivano giorni davvero difficili, di urla a bruciarsi i polmoni, sbraitamenti e ruggiti selvaggi che si protraggono per tempi infiniti, a cui non riesco a porre un limite, qualsiasi strategia io adotti. Proteste, proteste per tutto, rabbia stizzita, esplosioni incontrollabili di orgoglio e indipendenza frustrati, conflitti irrisolti e del resto irrisolvinbili tra il puntiglio di averla vinta, di non cedere, di sfogare la sua rabbia fino all'ultimo, senza nulla risparmiarsi, e risparmiarmi, e il bisogno di sentirsi consolata, stretta al petto della grande madre consolatrice ("Mamma, hai le tettone gandi!" Mh, sì. "Mimi ce le ha piccole. Ce le ho piccole, io." E certo, io sono una mamma, le mamme hanno le tette grandi, le bambine ce le hanno piccole "Babbo ha le tette pelode!" Ma che le dovrei rispondere?).
Meravigliosi due anni.
Ormai ci siamo: siamo al giro di boa anche noi.
Niente più biglietto gratuito in nave e sull'aereo (per fortuna che ne abbiamo approfittato finché è durata), niente più "neonata", prego, ora abbiamo a che fare con una bambina "vera" ("Come Pinocchio, mamma!" Eh, sì, come Pinocchio).
Una bambina che non lascia nulla di non detto, se c'è qualcosa da annotare, lo farà, se sbagli ti corregge, se ti spingi un po' oltre te lo farà presente ("No, mamma, è mia la cintura! No, mamma, non api'e!"). Una bambina che infarcisce ogni sua frase di tenerissime interpunzioni: "Aspetta, aspetta, Mamma" "Tei a'abbiata, Mamma?" "Guadda Mamma, ti dò un bacio enomme, codì non ti a'abbi più". Ma Mimi non è che sono sempre arrabbiata, ora. "Non tei a'abbiata Mamma? Eh, Mamma? Tei temp'e a'abbiata Mamma, tu!" Ma dai, non è vero, sei tu se mai che ti arrabbi sempre, io mi arrabbio quando tu strilli senza motivo e non mi ascolti. "Pai i cap'icci, Mimi? Pecchè pai i cap'icci Mimi?" Eh, non lo so, Mimi, dimmelo tu.
Chè me lo devo fissare bene in mente che sono Mamma, che sono "Mamma, tei bellittima, lo tai?" e "Mamma, come tei ttupenda mamma!" e anche, va be' "Mamma, NO! No mamma, no! BIA!" E va be', non si può mica avere tutto dalla vita.
Mamma ha il dritto e il rovescio. Così come tutto.
Mamma è orgogliosa, mamma è sfinita, mamma soffre di insonnia, mamma crolla in catalessi alle dieci di sera, mamma vorrebbe studiare, mamma cerca lavoro, mamma vorrebbe stare sempre con la sua bambina, mamma la vorrebbe mollare in affidamento a Tata Lucia, mamma si diverte a giocare con la sua bambina, mamma vorrebbe poter gestire il suo tempo come le pare a lei, mamma non le interessa una vita migliore, mamma sogna una casa in campagna e traguardi professionali, mamma bambini piccoli non ne voglio più, mamma continua a sognare di famiglie numerose e la-camera-dei-bambini, mamma stanca, mamma soddisfatta, mamma preoccupata, mamma spensierata, mamma-vieni! Mamma-bai-bia!
Ultimamente litighiamo anche nei sogni di lei, di notte. Si sveglia incacchiata nera, gridando manco la stessero scuoiando, trabocca rabbia da tutti i pori, e io mi chiedo cosa può provocare tanta rabbia, così tanta, in una bambina tanto piccola, tanta da invaderle anche le ore del sonno, e proseguire nella veglia, chiamarmi nel buio e poi allontanarmi, furibonda.
Non voglio rispondermi, chè tanto già l'ho capito che la causa del 99 per cento dei comportamenti "problematici" dei figli è da attribuirsi a uno "sbaglio" materno.
E certo: se tu la prendi subito in braccio!
E certo: se tu non l'ascolti!
E certo: se tu vai da lei appena apre bocca!
E certo: non la lasci esprimere!
E certo: se tu non la fai sentire sicura!
E certo: se tu la mandi al nido!
E cero: se tu stai sempre con lei!
E certo: se non le dici mai no!
E certo: se non le fai fare mai niente!
E certo: sta sempre con i grandi!
E certo: la porti sempre in giro!
E certo: ancora la addormenti tu!
E certo: chiunque altro farebbe meglio, è risaputo.
Ma mi chiedo perchè l'equazione non funzioni anche al contrario. Perché non posso sentirmi anche un poco responsabile in positivo dei suoi punti forti.
Allora è tutto un:
No, ma fantastica questa bambina, parla anche in arabo!
No, ma fantastica questa bambina: sa già contare!
No, ma fantastica questa bambina: canta De Andrè!
No, ma fantastica questa bambina: conosce Picasso!
No, ma fantastica questa bambina: non chiede mai di stare in braccio!
No, ma fantastica questa bambina: si legge i libri da sola!
No, ma fantastica questa bambina: si ricorda tutto!
No, ma fantastica questa bambina: non ha paura di niente!
No, ma fantastica questa bambina: non le fa schifo niente!
Sì, insomma, non che io non sia d'accordo. Mimi è, sotto tutti gli aspetti, fantastica, un po' come Mary Poppins, pur essendo lei ben lungi dalla perfezione, e ci mancherebbe altro.
Non è che mi aspetto: brava! Stai facendo un ottimo lavoro! Tanto me lo dico anche da sola, per quello, non c'è problema.
E' solo che a volte, quando diventa dura, e ogni giorno cerchi le energie per sfangartela, e la pazienza, e la serenità per dirti passerà, ti chiedi se magari non stai facendo un qualche errore enorme, madornale, macroscopico, un errore tale da segnare a vita la personalità di tua figlia.
Ecco: così si scoprì perché la pupa era diventata skizofrenica.
E allora vorresti che qualcun altro oltre a te ti dicesse: ma no! Sono fasi. Vedrai, passerà. E' una bambina fantastica, ognuno nasce con il suo carattere, e bisogna farci i conti. Non tuoi i meriti né i demeriti, solo il compito di indicare la via, con piccoli aggiustamenti, che magari a volte possono significare litigi selvaggi alle tre di notte.
Ma poi, lo sai bene, ne vale la pena per quel: "Mamma tei bellittima!"
Sì, lo so. Grazie.
Aggiornamenti postumi: la pupa ora ha abbandonato definitivamente il ciuccio, pronuncia bene la lettera "S", a momenti, e dipende dalla parola, coniuga quasi sempre i verbi alla prima persona e utilizza i pronomi "tu" e "io" al posto di "Mimi gioca" e "Mamma va"; cosa assai più importante ha imparato a rispondere di sì alle domande. Prima era solo "no", oppure ripeteva la domanda, del tipo:
"Mimi lo vuoi il cocomero?"
"Lo vuoi il cocomero? Eh?"
Ora invece:
"Mimi lo vuoi il cocomero?"
"Tiiiii! Lo voglio il cocomero!"
Insomma: ci tenevo a tenere traccia di queste conquiste, non è per vantarmi dei progressi di mia figlia!
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