Magazine Diario personale

Così, giusto per dire!

Da Arthur

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Oh mannaggia Patrizia c’hai ragione e tanta tanta anche. Pensa che ieri sera sono andato al cinema per vedere un bel filmetto e chi t’incontro? Ma sì. quel bischero del Mario, non so se te lo ricordi, sì. Mario quello che andava in giro con una Ford Mustang del ’65 color amaranto tendente al violaceo super spinto, 4.6 V8 allestimento Gt con dettagli Shelby, con interni in pelle di capra rovesciata e autoradio 2din Alpine mp3 con sinto Tv, navigatore, impianto Bosebal e telecamera bioculare posteriore, cerchi in lega 20”, fari led custom anteriori e posteriori – che non so cosa voglia dire a dire il vero – antifurto volumetrico e perimetrale con antisollevamento a sirena spiegata, insomma, come puoi vedere con tutti i confort, così giusto perché lui la usava solo e comunque per rimorchiare.

Ma t’immagini mentre scendeva dalla macchina con i suoi stivaletti tacco alto 12 e punta rinforzata in cuoio ripassato almeno una ventina di volte nell’olio di foca fatto macerare nelle botti di rovere della Mauritania nelle notti di luna piena che, all’ululato del lupo Siberiano una volta si e un paio di volte no, si rimescolava con enormi cucchiaioni di legno che solo per tenerli fermi veniva l’osteoporosi multipla che poi costringeva il malcapitato ad andare a curarsi nelle Valli del Consertovellino, proprio dalle parti di Roncola Vellutata girato l’angolo a destra dopo un cartello di affittasi che era rimasto lì dal tempo dei tempi come dire ai posteri l’ardua sentenza???

Ebbene sì, era appena un pochetto strano. Appena mi ha visto ha fatto finta di svoltare l’angolo e, in effetti, contrariamente a quel che diceva sempre, era con una signora d’altri tempi, mantello lungo di raso azzurro e scarpe scamosciate color ciclamino, che poi era tutto quello che si riusciva a vedere in effetti.

E così mi è venuto in mente quella volta che nel negozio di frutta e verdura, tra una melanzana e una zucchina di terra stagionale, il verduraio mi aveva messo dentro al sacchetto anche un paio di albicocche acerbe, dicendo che erano così buone che volendo potevano durare almeno un paio di settimane, sempre che non mi fosse venuta la voglia di consumarle prima.

Già, ti starai domandando perché ti racconto tutte queste cose?

Ma sì dai, non l’hai ancora capito? Il problema è che tra una disorientata letteraria e l’altra prendo un po’ di fiato, giusto per preparare, come sempre, qualcosa di bello da pubblicare per Pasqua .

‘nnagg…!!!


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