Quando parliamo di Italia e di italiani dovremmo sempre tener presente il nostro passato, le condizioni economiche e morali con le quali questa Repubblica è cominciata. É cambiata la nostra geografia e anche l’antropologia, tuttavia quelle condizioni non andrebbero dimenticate, sono state la spinta emotiva a costruire qualcosa di straordinario: la Costituzione italiana. Le bombe avevano distrutto tutto, eppure nonostante le divisioni il dibattito e il confronto hanno generato la maggior parte di questi articoli approvati con larghissime maggioranze, ma il loro contenuto è il frutto dell’incontro di idee e valori dei partiti presenti all’interno dell’Assemblea Costituente, spesso diversi, tuttavia uniti dal comune sentire della lotta antifascista e dalla ferma volontà di dare all’Italia una Costituzione che traducesse in precise disposizioni le speranze e le attese per un profondo mutamento dello Stato e della società.
Come si vivrebbe in un mondo privo di regole e come è possibile educare alla legalità? Lo spiega a “Le Storie – Diario Italiano” l’ex magistrato Gherardo Colombo ospite di Corrado Augias su Rai3. Un procuratore della Repubblica che ha messo a nudo le magagne della Loggia P2 e di Mani pulite, attualmente ritiratosi dal servizio, fa il professore. Prima metteva in galera i delinquenti che non rispettavano la legge, oggi, parla ai ragazzi e tenta di educare le giovani menti al rispetto della legalità. É anche lo scopo del suo libro “Educare alla legalità” che avvicina ancora di più al rispetto dei valori della Repubblica. E’ un manuale che serve da supporto a genitori, insegnanti e a tutte le persone che lavorano o che hanno a che fare con la formazione dei bambini e dei giovani. Il volume, mediante l’analisi e l’approfondimento di alcuni degli articoli fondamentali della Costituzione italiana, aiuta ad esprimere e ad insegnare quelle regole che servono a costruire una società civile, in nome della legalità e nel rispetto dei principi che la governano. Uno strumento indispensabile per l’educazione in giovane età, una solida base per la formazione degli italiani di domani, perché “per andare verso le parole: dignità, libertà e diritti bisogna fare qualcos’altro” lo dice l’exmagistrato alzandosi dalla poltrona e dirigendosi alla lavagna, disegnando un triangolo che rappresenta “il nocciolo della Costituzione: persone, diritti, opportunità, è il fondamento del fondamento, ciò che la Costituzione intende realizzare nella nostra società”!
La lezione televisiva continua coinvolgendo i ragazzi presenti in studio che a turno leggono l’art. 3 e l’art.2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo…Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” “Vuol dire che siamo importanti, tutti, che i diritti sono inviolabil, tutti, se tutti siamo importanti abbiamo diritti che non possono essere toccati e questo porta alle opportunità”.Dunque l’idea base della Costituzione italiana è rappresentata dal valore che viene attribuito alla democrazia e infetti L’art. 1 dichiara che “L’Italia è una Repubblica democratica…” in cui “La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Un governo del popolo dove la sovranità non vuol dire che può far tutto, ma impegno e fatica per far si che tutto funzioni, reprimere da subito ogni forma d’illegalità diffusa, combattere ogni forma di sopruso e sviluppare una cultura al rispetto della Repubblica, tanti aspetti, tanti profili che riguardano tutto quello che ci sta attorno e che rappresentano il modo di intendere la vita.
L’art. 53 recita: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”…. Ogni cittadino non partecipa alla spesa pubblica in relazione al beneficio che ne trae, ammesso che fosse possibile quantificarlo esattamente, ma in relazione alla sua capacità di pagare, sulla base di criteri di progressività. Si realizza così una gigantesca forma di solidarietà sociale e di aiuto reciproco, mediato dallo Stato: per il migliore benessere di tutti, chi possiede poco darà poco, chi possiede molto darà molto, in misura più che proporzionale e in modo che il sacrificio degli uni e degli altri sia uguale.
Idee e principi che vennero elaborati in un anno e mezzo da 500 persone, che cercarono di trovare un punto di convergenza, un miracolo d’intesa. La Costituzione repubblicana non nacque quindi dalla preponderanza di una parte politica sulle altre, ma da un aperto e fecondo incontro ideale, da un’intesa che doveva servire come guida alle variabili maggioranze parlamentari e di Governo che, domani, diversamente interpretandola, avrebbero dovuto poi tradurla in provvedimenti concreti. Ma i veri protagonisti chiamati a partecipare a questo gioco democratico sono i partiti politici di massa che, facendo da tramite tra società civile e Stato, sono chiamati a condurre il Paese.
Chi è libero sceglie, chi non è libero non può scegliere.
Ma chi è libero è responsabile della sua scelta. Forse i politici che si affacciano sull’attuale scena politica italiana dovrebbero scorrere attentamente le pagine della Costituzione o del libro che ne approfondisce i concetti, perché per affrontare il futuro del nostro Paese ora più che mai, è necessario tornare a rispettare le istituzioni, le leggi e le altre forze politiche.