Le nostre città possono diventare più sostenibili con il legno, trasformandosi in polmoni verdi hi-tech? È la domanda che si sono posti ingegneri, architetti, geometri, studenti e semplici cittadini durante le giornate dei wooddays con il roadshow “WOOD. Building the Future”, l’evento itinerante che dall’8 al 18 maggio ha animato la Città Torino con progetti, forum e convegni in cui il tema centrale è stato l’impiego del legno come materiale di costruzione per le città del futuro.
La nostra Redazione ha raggiunto Lorena De Agostini, architetto, consulente proHolz Austria e referente del progetto nazionale promo_legno per avere una fotografia aggiornata della situazione italiana, anche rispetto alle realtà europee ed estere, sulla diffusione del legno strutturale nel settore edilizio.
WOOD. Building the Future. Il WOOD Box installato a Torino durante i wooddays (8-18 maggio)
“Occorre sgombrare il campo da falsi preconcetti e spazzare via pregiudizi vecchi sulla validità del legno quale materiale da costruzione … va superata l’idea della casa in legno nella favola dei 3 Porcellini che cade a causa del semplice soffio del Lupo Cattivo“, esordisce l’arch. De Agostini, a margine della manifestazione.
Mauro Ferrarini. In effetti il legno è ormai entrato di diritto nel novero dei materiali da costruzione performanti per resistenza al fuoco, proprietà antisismiche e caratteristiche di sostenibilità ambientale … ma in ambiente urbano sconta ancora un ritardo con altri materiali quali il laterizio, l’acciaio, il calcestruzzo …
Lorena De Agostini. Premesso che nelle nuove norme tecniche per le costruzioni il legno è ora del tutto equiparato dal punto di vista prestazionale agli altri materiali; si tratta di una soluzione che in ambito cittadino ha delle enormi possibilità e degli indubbi vantaggi, poiché risolve diverse problematiche legate al cantiere: dalla rapidità di costruzione alla sicurezza, per esempio.
L’impiego del legno è ottimale per realizzare sovralzi di edifici, soprattutto per le strutture risalenti agli anni ’70 e ’80. Interventi di questo tipo consentono di non gravare sulle fondazioni esistenti, realizzando contemporaneamente manufatti sismicamente resistenti. Rimanendo nell’ambito delle ristrutturazioni, anche i lavori di ampliamento possono beneficiare grandemente dell’edilizia in legno, considerando che stiamo parlando della parte strutturale, che verrà poi intonacata e resa omogenea rispetto al paesaggio architettonico pre-esistente.
Mauro Ferrarini. Niente baite in legno nel mezzo della città, dunque?
Lorena De Agostini. Va sfatato il mito del legno adatto solo per le casette in montagna. In diverse città europee questo materiale è già largamente utilizzato per la realizzazione, proprio in ambito urbano, di edifici multipiano estremamente complessi architettonicamente e dal punto di vista ingegneristico.
Pensi, ad esempio, al Wooden Skyscraper di Stoccolma al Big Wood di Chicago, allo Stadthaus di Londra fino al Tall Wood da 30 piani in Canada. Si tratta di grattacieli in legno alimentati con pannelli solari, dotati di sistemi di recupero dell’acqua piovana e giardini pensili, esteticamente affascinanti ed energicamente sostenibili.
Ma quello che è importante sottolineare è che le tecnologie costruttive con il legno sono ormai perfezionate e in grado di soddisfare la richiesta di alti edifici multipiano così come di normali palazzine di edilizia residenziale.
L’architetto Lorena De Agostini (foto): “Anche in Italia si assiste a una notevole diffusione delle costruzioni in legno in ambito urbano”
Mauro Ferrarini. Ha fatto molti esempi all’estero. E in Italia?
Lorena De Agostini. Anche in Italia si assiste a una notevole diffusione delle costruzioni in legno in ambito urbano. Tra gli esempi più recenti ricordo il complesso di social housing in via Cenni a Milano: una struttura di 124 appartamenti organizzati su 4 torri da 9 piani e 27 metri di altezza collegate tra loro da due stecche più basse. Oppure in pieno centro a Bologna con il Complesso Palatesta firmato dall’architetto Giorgio Volpe. Accanto alle ottime prestazioni strutturali e al comfort abitativo, la costruzione in legno presenta il vantaggio di una durata del cantiere contenuta rispetto ai sistemi costruttivi tradizionali con ricadute positive sulle attività civili e commerciali attorno al sito di costruzione, sui costi e sulla sicurezza delle maestranze impegnate in cantiere.
Non dimentichiamoci, infine, che le ibridazioni e le strutture miste legno-laterizio, o acciaio o calcestruzzo vengono realizzate da tempo coniugando i vantaggi dei diversi sistemi utilizzati.
Mauro Ferrarini. Abbiamo parlato del settore residenziale, ma sarebbe interessante anche capire come si innesta l’impiego del legno in quello dell’edilizia scolastica.
Lorena De Agostini. Anche in questo ambito il legno si è ormai ritagliato un ruolo di primo piano. Recentemente il Comune di Milano ha firmato un accordo con FederlegnoArredo per la costruzione di 6 edifici scolastici. Il percorso è appena agli inizi (è in fase di preparazione il primo progetto), ma dimostra il crescente interesse della pubblica amministrazione verso le tecnologie del legno.
Mauro Ferrarini. Ha parlato di pubblica amministrazione. Qual è stata la risposta degli enti pubblici nei confronti del progetto promo_legno?
Lorena De Agostini. Molto soddisfacente. Sia quest’anno a Torino che l’anno scorso a Milano in occasione della precedente edizione di “WOOD. Building the Future”, l’amministrazione comunale si è dimostrata un interlocutore attento e sensibile alle problematiche dello sviluppo futuro delle città.
Il Piemonte, poi, è una delle regioni all’avanguardia nel settore delle costruzioni in legno, tra le pochissime ad aver creato un cluster dedicato allo sviluppo e alla realizzazione di prodotti e tecniche innovative per l’utilizzo di questo materiale: il Cluster Legno Piemonte.
Ciò che promo_legno e le associazioni dei produttori devono fare è migliorare ulteriormente il rapporto con gli enti decisori. Già oggi si è superata l’idea che la costruzione in legno sia necessaria solo a seguito di eventi catastrofici come quelli accaduti nel 2009 a L’Aquila o nel 2012 in Emilia-Romagna.
Mauro Ferrarini. Durante le giornate di Torino ha avuto modo di incontrare e confrontarsi con tecnici e cittadini. Quali sono le istanze e le domande con le quali ha dovuto confrontarsi più spesso?
Lorena De Agostini. Nel capoluogo piemontese l’evento ha ricevuto il supporto degli ordini professionali degli Architetti e degli Ingegneri, del Politecnico di Torino e del Comune. I tecnici intervenuti hanno così potuto dialogare con i rappresentati del mondo politico, professionale e accademico, chiedendo, ad esempio, una maggiore semplificazione burocratica per chi presenta un progetto di edifici in legno. Purtroppo capita ancora che alcuni Uffici tecnici rifiutino senza motivazione dei progetti che impiegano legno strutturale per le costruzioni.
Durante i Wooddays organizzati da promo_legno a Torino, progettisti e cittadini hanno potuto rendersi conto dell’evoluzione del mercato delle costruzioni in legno
Dal lato dei privati cittadini, invece, “WOOD. Building the Future” è stata l’occasione per aiutare a dissipare un po’ della caligine che ancora grava sulle tecnologie basate sul legno: non è vero che una casa in legno brucia più facilmente (anzi), non è vero che climi umidi accelerano processi di indebolimento del legno e così via. C’è ancora molta strada da fare, ma i segnali sono positivi: in questi anni il mercato ha mostrato un leggero trend positivo, nonostante la crisi, e anche gli immobiliaristi si stanno rendendo conto che le case in legno si vendono più velocemente e meglio di quelle “tradizionali”.