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Crifiu... Una storia d'amore. Recensione dell'album "Cuori e Confini"
Creato il 17 settembre 2013 da Miki82 @Imaginary82Probabilmente il motivo è che non ritengo di avere le competenze per farlo in termini tecnici, in quanto per me è sempre stata una questione di pelle e di cuore: ascoltare una canzone è investire un pezzetto del mio tempo, della mia vita, in quell'attimo la musica deve essere in grado di rapirmi e condurmi attraverso un viaggio, le cui emozioni saranno così forti e intense da riaffiorare anche successivamente, nel più assoluto silenzio, al solo ricordo.
Ed è proprio di un viaggio che vi voglio parlare, che dura da oltre un anno e che spero non finisca mai.
Galeotta è stata la radio.
Io odio la radio! "Ma come, - direte voi - ami la musica e odi la radio?" Sì, la trovo fastidiosa, rumorosa, invadente, e soprattutto manda roba spesso mediocre, talvolta oscena, solo raramente passabile, con alcune chicche storiche che sembrano più un miraggio nel deserto che altro.Da quando abbiamo la nostra macchina, io ed il mio fidanzato non l'abbiamo MAI ascoltata, mai! Purtroppo, però, anche se diventa per fortuna in questo caso, quando sono nella macchina dei miei genitori, mi tocca... Uniteci il fatto che il secondo nome di mio padre è "zappingatore folle" e potete immaginare lo strazio (ecco perché porto sempre le cuffiette in borsa!).
Mettete un breve viaggio di ritorno dal centro commerciale, una voce nota, un ritmo coinvolgente, un ritornello efficace ed ecco l'inizio di un innamoramento. E questo post non sarà altro che una dichiarazione d'amore, sdolcinata, stucchevole, melensa, nata da un colpo di fulmine del tutto casuale e inaspettato.
E questo amore ha un nome, Crifiu, ed oggi voglio raccontarvi la sua colonna sonora.
"Ae te tantu ca la storia ne insegnaca na bandiera libera de russu se bagnaae te tantu ca la gente supportape' quistu se ribella cu nu se ide mortaae te tantu ca ogni pacciu allu potere genera li mostri ca li sannu divorareae te tantu ca lu mare diffonderabbia e passione se mescanu alle onde..."
Non sono una grande fan dei Sud Sound System, apprezzo alcune loro canzoni - le più famose - ma niente di più, a differenza del mio fidanzato che invece li ascolta da moltissimi anni. Ciò non toglie che la voce di Nandu Popu è inconfondibile e per questo mi ero convinta che si trattasse di una loro canzone, magari con la partecipazione di un altro artista la cui voce mi aveva colpita non poco.Dopo aver chiesto a Tony se sapesse qualcosa del "nuovo singolo dei Sud", mi sono attivata per cercare notizie sul web e la ricerca non mi ha portata a nessun risultato utile.Ma Google, si sa, è una grande risorsa e mi è bastato inserire qualche parola del ritornello per approdare a questo video:
Da quella sera Rock & Rai è diventata il mio personale tormentone dell'estate 2012. Non esagero se dico che buona parte delle visualizzazioni su YouTube sia mia!
Ero stupita da me stessa... Io, che prediligo l'alternative metal, il symphonic goth, la musica straniera in generale e ho una predilezione per le voci femminili (Amy, Sharon, Cristina), mi ero letteralmente innamorata di una canzone italiana, di un genere lontano anni luce da ciò che mi piace e di una voce maschile.
Poi sono arrivate le ferie, è sceso il mio fidanzato e durante uno dei nostri giri in macchina abbiamo visto che l'8 Agosto (2012) come ospiti principali di una nota sagra di un paese vicino al nostro c'erano proprio loro, i Crifiu!
Potete immaginare il mio entusiasmo. Non ci fu bisogno di chiederlo due volte a Tony, anche lui era stato contagiato dalle splendide sonorità di Rock & Rai e non vedeva l'ora, come me, di sentirla dal vivo.
Aspettative per la serata? Molto basse in realtà. Entrambi eravamo convinti che dopo la canzone che ci piaceva ce ne saremmo andati, che qualsiasi altra cosa avessero suonato non ci sarebbe piaciuta e magari ci sarebbe passata anche questa infatuazione musicale che durava ormai da più di un mese.
Che dire? Non voglio portarla per le lunghe... Sotto a quel palco, per tutta la serata, io ed il mio fidanzato ci siamo scambiati sguardi stupiti ed estasiati.Sin dalla prima nota è stato chiaro come quei ragazzi non fossero "solo" Rock & Rai, che credevamo sarebbe stata la cosa migliore che avremmo sentito, ma erano tanto altro.Un mix di bella musica, testi di spessore, esperimenti sonori e talento che ci ha tenuti, e non solo noi, incollati ad ascoltare per tutta la durata dell'esibizione.
Non conoscendo nulla di loro, i miei occhi rimbalzavano da un punto all'altro del palco per cercare di cogliere ogni dettaglio: la concentrazione del batterista. la compostezza del bas(s)ista, la dedizione del chitarrista, la supervisione e organizzazione del flautista e per finire la voce incantevole del cantante.Solo in questo modo potevo estrapolare i singoli strumenti e concentrarmi su ognuno di essi per capirne il valore, altrimenti la loro musica risultava un insieme così ben intrecciato di suoni che la cosa più semplice e naturale da fare era lasciarsi andare e godere del risultato.Durante il concerto non c'è stata una sola canzone che ci è piaciuta meno delle altre, in un crescendo di ritmi ed atmosfere che, troppo presto, ci hanno portati ad una conclusione a dir poco entusiasmante.
Ebbri ed estasiati, è stato automatico girarci e andare ad acquistare non uno ma ben due CD, impazienti di riascoltare le canzoni che avevamo sentito.
Da quel giorno, Cuori e Confini e Tra Terra e Mare si alternano continuamente nello stereo della nostra macchina, monopolizzandolo completamente e irreversibilmente.
Mi piacerebbe moltissimo parlare di entrambi i lavori, ma, per adesso, mi soffermo sull'ultimo disco dei Crifiu, quello "più curato tecnicamente", per citare le parole di Matteo Resta, il bas(s)ista del gruppo.
Cuori e Confini è un viaggio. Un viaggio che vi consiglio calorosamente di fare. Un viaggio sensoriale alla scoperta di suoni e luoghi, di voci e strumenti, di ritmi ed emozioni, di sentimenti che vanno dall'amore per la propria terra all'accoglienza dell'altro, dall'impegno per un domani migliore alla nostalgia di un passato più semplice e modesto ma ricco e grondante di significato.
1) "E dico a te a te che come me
sai che non c'è più tempo per pensare di perdere altro tempo come se ne avesse ancora tanto la Terra per poter continuare a vivere ferita com'è..."
L'album si apre con "Niente Scuse", in cui l'ascoltatore viene preso di petto ed esortato a fare qualcosa per contribuire al miglioramento della nostra terra, senza cercare un pretesto per tirarsene fuori, senza pensare di non essere necessario affinché le cose cambino.
"No wait because no excuses"
2) Questa visione antropocentrica continua ed è protagonista del secondo brano dell'album, che si intitola proprio "L'Uomo al Centro del Mondo", una delle mie canzoni preferite.
Travolti dalla frenesia della vita, impotenti di fronte a ciò che accade, non ci accorgiamo che se mettessimo davvero l'uomo al centro del mondo, con i suoi reali bisogni e pensando al suo reale benessere, le cose potrebbero migliorare sensibilmente.Guest Star della canzone è Papet J "Jali" dei Massilia Sound System, gruppo reggae marsigliese, che conclude con un travolgente assolo di raggamuffin."Je viens faire una requete à l'humanité toute entièrefaisons la révolution, ne faisons plus jamais la guerrenous habitons la planète mais nous ne sommes que locataireset je m'élève contre ceux qui s'en croient les propriétaires..."
3) Terzo brano è quello che dà il titolo all'album, scelto anche come secondo singolo.
"Un invito ad aprire i nostri cuori... e confini" sono queste le parole che pronuncia il cantante prima di eseguire il brano live, un brano pieno di pathos, con un ritmo incalzante e travolgente in cui è impossibile non lasciarsi trasportare dalla batteria per poi esplodere cantando il ritornello. Un vero inno all'accoglienza e alla solidarietà che affonda le radici nel passato ma che rispecchia perfettamente il presente.
"... eppure nel suo viaggio Ulissefu accolto nutrito e lavatoprima ancora che gli si chiedessequale fosse il suo nome e il paese in cui è nato..."
4) "La mia terra" è un grido forte ed allarmato, una denuncia dolorosa della condizione del Salento in particolare, ma che, purtroppo, può essere riferita in generale al Sud Italia.In questa canzone viene raccontato il cambiamento triste e paradossale di quello che da paradiso incontaminato sta diventando un meccanismo per fare soldi , per accogliere un turista mediocre che, attratto da coste e mari meravigliosi, preferisce la comodità del resort di lusso con "piscina che riproduce le onde del mare" (cit. Andrea Pasca) andando a distruggere di fatto ciò per cui è nota questa terra.
La cosa che mi intristisce è che ci sono tanti miei conterranei (e coetanei!) che preferiscono il lido alla moda, la sdraio e l'aperitivo sotto all'ombrellone di palme finte a spiagge incontaminate, un asciugamano buttato sulla sabbia ed il caffè ghiacciato nella bottiglietta di plastica.Mi dispiace per loro...
"Certo mi dirai che c'è un moderno contestoe va ascoltato seguito non c'è niente da farema preferisco rimanere un selvaggio se per questobaratti alberi antichi per nuovi alberghi sul mare..."
5) E poi arriva lei...
Sarà che è il dardo che mi ha fatta innamorare, sarà che è una così sapiente mescolanza di suoni e generi, ma ogni volta che inizia "Rock & Rai" mi vengono i brividi.
"La musica sta cambiando, per un Mediterraneo di pace e di fratellanza... questa è Rock e Rai"
Una canzone in grado di accendere le piazze, in grado di catturare l'attenzione delle centinaia di migliaia di persone in piazza San Giovanni durante il Concerto del 1° Maggio, una canzone il cui significato è reso ancora più importante dai disordini, dalle lotte e dai giochi di potere che imperversano da tempo nel bacino del Mediterraneo."Io magrebino, turco, algerino berbero, libico, greco, irachenoio tunisino, io marocchinosiriano, andaluso, occitano, slovenomontenegrino, bosniaco, croatopalestinese, israeliano, egiziano io libanese, io albaneseio salentino, io italiano..."
Perché ciò che accade a due passi da noi ci riguarda come se accadesse a noi stessi.Facciamo parte della stessa terra, condividiamo un pezzo di storia, ci affacciamo sullo stesso mare. Abbiamo bisogno gli uni degli altri e non dobbiamo voltare lo sguardo dall'orizzonte.
(Dopo "Buon pomeriggio Romaaaaa", quei due che saltano in basso e a sinistra del video siamo io ed il mio fidanzato)
6) "Splendi" è una canzone d'amore, nel senso classico del termine, l'unica dell'album. Io e Tony l'adoriamo perché rispecchia perfettamente quello che proviamo l'uno per l'altra.
"Sole nella sera questo sei anche se non lo saie perdersi non è più possibile.Sole nella sera in questi nuovi tempi buitu sorridi e splendi"
7) Con "Verso Sud" torna il legame e l'amore per la propria terra. Una canzone che sottolinea l'importanza e le potenzialità del meridione, come motore fondamentale per ripartire e migliorare.
"Perché un sogno sa levarsioltre l'argine la ragioneabbracciare testa e cuoreindicare la direzione.Verso sud si salpasu sentieri di sogni e sudoreverso sud si ripartelungo i sogni di un'emozione..."
8) Stefano "Cisco" Bellotti, cantautore di musica folk e rock, ex componente dei Modena City Ramblers, presta la sua voce profonda a "Dentro il Viaggio", una poesia splendida, il cui testo è forse il più criptico dell'intero album. Il viaggio come metafora di una vita pienamente vissuta è un'esortazione ad aprire gli occhi e la mente per godere di ciò che la terra ci offre, senza risparmiare a noi stessi nessuna emozione: ridere, piangere, soffrire, gioire, amare, fa tutto parte della vita e vale la pena provare ogni cosa.
"Seguirai il vento sentirai il tempocedere nei sogni dentro il viaggioscoprirai la pelle ridere il sangue viverescorrendo dentro il viaggioe vedrai si certo lo vedraiil cielo esploderesplendendo dentro il viaggioe potrai allora tu potraivedere il sole scintillare lieto dentro agli occhi tuoiche sono occhi dentro il viaggiosui rintocchi di un miraggiodentro il viaggio..."
9) "Oltre Me"Ascoltare, conoscere, fare luce è il potere più grande che abbiamo. Incantarsi di fronte all'ignoto e cercare di carpirne i segreti. Non lasciarsi spaventare da ciò che si ignora ma inseguire e coltivare la curiosità. E l'unico modo per poter fare ciò è capire che "oltre noi, oltre voi c'è sempre l'altro!"
"Ascoltare è il solo modo per vederela metà di luna che non si vedeascoltare è il solo modo per capirela metà di terra che dorme in guerraascoltare è il solo modo di saperequello che c'è nella polvere dei sogniascoltare è il solo modo d'imparareche s'impara tanto stando un poco ad ascoltare..."
10) Quando comincio a sviluppare una certa "conoscenza musicale" di una band, quando cerco di scoprire il più possibile della loro discografia, individuo SEMPRE quella canzone che io definisco "biglietto da visita", una sorta di presentazione, il tripudio delle capacità di ogni singolo componente del gruppo.
"L'Infinito in un Istante" è, per me, il biglietto da visita dei Crifiu.
Questa canzone è come uno spettacolo di fuochi d'artificio, in cui puoi cogliere la bellezza di ogni singolo scoppio e godere della maestosità e perfezione dello spettacolo nell'insieme.Sentirla live è una delle cose più belle che mi siano capitate.Il filo conduttore di una batteria potente, la profondità del basso, la ricchezza della chitarra, il suono ammaliante del flauto e, come sempre, la splendida voce del cantante, impeccabile dal vivo così come in studio.Anche in questo caso si tratta di un invito ad apprezzare le piccole cose, un invito a comprendere che lo sviluppo non è sempre positivo e che un ritorno alle origini, alla "povertà", alla semplicità non è una colpa, ma anzi può essere un miglioramento, un arricchimento.
"Non è affatto vero che io non credo nel progresso, io credo nel progresso. Non credo nello sviluppo. E nella fattispecie in questo sviluppo. Ed è questo sviluppo che dà alla mia natura gaia una svolta tremendamente triste, quasi tragica"(P. Pasolini, la cui voce è stata utilizzata anche nell'intro di "Come Sarà", contenuta nell'album "Tra Terra e Mare")
11) La voce di Gastone Pietrucci, cantante del gruppo popolare "La Macina", impreziosisce la malinconica "LOrlo della Sera", un pianto per un passato perduto e spesso dimenticato. Una melodia dolce quasi come una ninna nanna ma che improvvisamente ti scuote violentemente con la triste verità delle sue parole.
"Ora che anche il sabato ha perdutol'illusione del piacere dell'attesae non c'è l'eco del futurosenza il palpito dell'antichità..."
12) "Educato Delirio" oscilla tra un'impietosa rappresentazione del nostro tempo
"Cosa dovrei cantare del mio tempoche il tempo non ha tempo di tornareche il vento non ha spazio per giocareche intanto il cemento ha avuto tanto da faree attenta coi ponti e le stradele case d'estate sui lidi di marele case d'inverno calde e accoglienticon enti che lieti lievitano proventie tenta di tentarmi coi suoi tentacoli taglientitanto potenti da impantanarmi nella palude grondante dei tanti ubbidientie tenta d'intontirmi con i suoi metodi invitantialle parate dei conniventidei tanti intellettuali moderati e dei benpensanti..."
ad una coinvolgente esortazione ad
"... alimentare un educato deliriocoltivare un educato deliriofomentare un educato delirioper fuggire dal solco per fuggire l'imbroglio..."
13) La prima volta che abbiamo ascoltato il CD, arrivati all'ultima traccia, siamo stati travolti dalla dolcissima e malinconica melodia de "La Preghiera del Clown", un perfetto commiato dal retrogusto amaro, che spegne i riflettori e porta il buio sul palcoscenico.Cullati dalle note, ciò che non ci aspettavamo di sentire era la voce del Principe, di Totò, che recita, appunto, la preghiera del clown, nel film "Il più comico spettacolo del mondo".Per due cresciuti a pane e film di Totò questa è stata una piacevolissima sorpresa, una chicca inaspettata e apprezzatissima, che contribuisce a rendere la canzone ancora più struggente, tanto da ritrovarsi alla fine della musica con le lacrime agli occhi. Ogni volta.
"Noi ti ringraziamo nostro buon Protettore per averci dato anche oggi la forza di fare il più bello spettacolo del mondo.Tu che proteggi uomini, animali e baracconi, tu che rendi i leoni docili come gli uomini e gli uomini coraggiosi come i leoni, tu che ogni sera presti agli acrobati le ale degli angeli, fa' che sulla nostra mensa non venga mai a mancare pane ed applausi. Noi ti chiediamo protezione, ma se non ne fossimo degni, se qualche disgrazia dovesse accaderci, fa' che avvenga dopo lo spettacolo e, in ogni caso, ricordati di salvare prima le bestie e i bambini.Tu che permetti ai nani e ai giganti di essere ugualmente felici, tu che sei la vera, l'unica rete dei nostri pericolosi esercizi, fa' che in nessun momento della nostra vita venga a mancarci una tenda, una pista e un riflettore. Guardaci dalle unghie delle nostre donne, ché da quelle delle tigri ci guardiamo noi, dacci ancora la forza di far ridere gli uomini, di sopportare serenamente le loro assordanti risate e lascia pure che essi ci credano felici. Più ho voglia di piangere e più gli uomini si divertono, ma non importa, io li perdono, un po' perché essi non sanno, un po' per amor Tuo, e un po' perché hanno pagato il biglietto. Se le mie buffonate servono ad alleviare le loro pene, rendi pure questa mia faccia ancora più ridicola, ma aiutami a portarla in giro con disinvoltura. C'è tanta gente che si diverte a far piangere l'umanità, noi dobbiamo soffrire per divertirla; manda, se puoi, qualcuno su questo mondo capace di far ridere me come io faccio ridere gli altri."
Tredici tracce che caratterizzano un album meraviglioso, un lavoro curato nei minimi dettagli, un poema musicale e letterale, che, mescolando sapientemente rock e pop a reggae e melodie etniche, ci regala un'ora di puro godimento.
Ma dietro ad un nome, Crifiu, non c'è solo un progetto, ma ci sono cinque ragazzi talentuosi e con i piedi piantati per terra, artisti che non si risparmiano mai, né sul palco né una volta scesi.
Professionisti che mettono la stessa passione in ciò che fanno, sia che si trovino ad APRIRE il concerto del 1° Maggio (vincendone il contest) sia che si tratti di suonare di fronte ad un inizialmente timido pubblico di un paesino lucano semi-sperduto.
E questa non è solo l'impressione che ho avuto di loro da spettatrice ma è ciò che posso dirvi con certezza dopo aver avuto la fortuna e l'onore di conoscerli.
Ragazzi pronti a condividere una birra e una risata, che non risparmiano sorrisi e ringraziamenti a chi va a congratularsi con loro dopo l'esibizione (credo che la parola che ho sentito pronunciare più spesso da Andrea sia stata "grazie"!) e che si preoccupano di sapere se "lì sotto" si sentiva bene.
Ivan, il batterista, è forse quello dall'aspetto più "duro", mi è sembrato il più riservato del gruppo, ma comunque disponibile e gentile. Dietro la batteria è semplicemente sorprendente.
Matteo è il bas(s)ista, pacato e riflessivo. Sarà una coincidenza, ma tutti i bassisti che ho conosciuto sono accomunati da un carattere mite e dall'aria un po' stralunata e Matteo non fa eccezione.La sua gentilezza e la sua disponibilità sono davvero incommensurabili ed è un piacere stare a parlare con lui.
Alessandro, o semplicemente Sandro, è un po' il direttore d'orchestra del gruppo. Si occupa delle programmazioni e suona magistralmente diversi strumenti a fiato, che, a mio parere, danno quel tocco in più alle loro composizioni. Di Sandro ho potuto apprezzare sia la competenza e la serietà sul palco (vederlo lavorare al suo Mac prima di ogni concerto ha un non so che di affascinante) sia l'ironia e lo spirito giù dal palco, con uscite da farti piegare in due dalle risate.
Luigi, il chitarrista, era quello che, inizialmente, guardavo con più diffidenza, sarà che i chitarristi spesso "se la credono", ma lui mi dava proprio l'impressione di essere un tipo poco socievole. Non potevo sbagliarmi di più. Anche in questo caso mi sono ritrovata di fronte ad un ragazzo assolutamente gentile, ospitale e disponibile. E, parlando di talento, le parole si sprecherebbero.
Andrea è la voce e anche un po' l'anima dei Crifiu. Trovo che l'espressione "animale da palcoscenico" gli calzi a pennello.Ha un'espressività e una verve sconcertanti, riesce a coinvolgere il pubblico con facilità e ha una forze ed un'energia incontenibili, che lo portano a scatenarsi sul palco e nonostante ciò riesce a mantenere un'intonazione perfetta.Inizialmente la sua gestualità e la sua mimica facciale mi avevano portato alla mente Peppe Servillo, frontman degli Avion Travel, che ho avuto la fortuna di sentire e vedere dal vivo molti anni fa.Andrea è un sognatore, una persona in grado di incantarsi di fronte ad un mare gonfio e ad un cielo tempestoso, una persona in grado di incantare a sua volta chi ha la fortuna di poterlo ascoltare. Un ragazzo innamorato della sua terra, così come tutti gli altri, e questo amore è presente nella loro musica ed è racchiuso in ogni singola parola.
(durante l'esecuzione di "Come sarà" a San Pietro Vernotico, il primo concerto che abbiamo visto)
(A sx, io e Tony al concerto che hanno tenuto alle Favelas)
(io e Tony al concerto del 1° Maggio)
(Tony mio e Andrea a Barolo ed il mio autografo che è ancora a Torino >.<)
(il loro ingresso sul palco del Festival della meglio gioventù di Latronico)
(a Mesagne in dj set)
(a Gagliano del Capo)
(a Tricase in dj set)
(da sx a dx Sandro, Tony, io, Luigi e Andrea)
Se siete arrivati alla fine di questo post, non posso che dirvi GRAZIE, ma forse sarete anche voi a ringraziare un po' me, per avervi fatto conoscere e apprezzare, spero, un gruppo che mi auguro riesca ad avere il successo che merita, augurandogli di crescere artisticamente ma di mantenere inalterato ciò che lo contraddistingue: passione e semplicità.
Alla prossima,
Miki.
http://www.crifiuweb.com/
Cuori e Confini su Amazon
Documentario "Il futuro ha un cuore antico"
Crifiu su iTunes
DISCLAIMER: c'è bisogno di dire che non sono stata pagata per scrivere questa recensione e che ogni parola è semplicemente frutto della mia reale "esperienza"? No, vero? Ok.
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