Dalle parti del Madison Square Garden l’atmosfera natalizia è arrivata carica delle sue luci e profumi tipici, e se fuori dal MSG la si può definire quantomeno gradevole, quella che si respira all’interno, sul parquet dove giocano i New York Knicks sta divenendo insostenibile.
Il record (per nulla lusinghiero) di 5 vinte a fronte di 20 sconfitte (di cui 10 consecutive) ha gettato nello sconforto tutti i tifosi di NY, incluso colui che è universalmente riconosciuto come il fan numero 1 dei Knicks – Spike Lee, ospite a bordocampo nella partita di Eurolega tra l’Olimpia Milano ed il Panathinaikos. Le parole del regista al termine della partita di Milano:
“La piu bella partita di quest’anno a cui ho assistito, NBA inclusa perchè i Knicks quest’anno sono tremendi.”
Ed il buon Spike ha colto perfettamente nel segno, come evidenziato (in maniera forse un po’ impietosa) le statistiche messe insieme dai newyorkesi fin qui:
Gran parte dei problemi dei Knicks derivano dalla scarsa attitudine a rimbalzo. L’aver perso quest’estate Tyson Chandler (ritornato a Dallas e divenuto immediatamente determinante) ha prodotto i risultati presentati sopra.
In questo periodo decisamente negativo sono in pochi a schierarsi dalla parte del maestro zen Phil Jackson (direttore delle operazioni) e di Derek Fisher (il capo allenatore). Basta prendere come riferimento le parole di Dennis Rodman rilasciate di recente per comprendere il punto di vista di un gran numero di persone:
“Se conosco Phil, si starà sentendo di m****. Credo che pensasse di entrare nella dirigenza dei Knicks per fare un grande lavoro e riportare in alto l’onore della città ma non si aspettava davvero tutto questo.
Poi c’è Derek Fisher in panchina. Seriamente, è un allenatore Fisher? Non capisco.
Carmelo Anthony tira in isolamento e poi? Nulla.”
Nelle parole di Rodman sono riassunti i problemi della franchigia della Grande Mela.
E’ doveroso concedere delle attenuanti a questi giovani Knicks e di sicuro la brutta posizione in classifica non permette di guardare con ottimismo al futuro oltretutto legato a doppio filo a Carmelo Anthony il quale rischia (come da diversi anni) di essere l’ago della bilancia, nel bene ma sopratutto nel male.
Ed è quasi automatico allora chiedersi se Melo sia esattamente ciò che serve alla franchigia per arrivare a quei piani alti che sembrano oggi inarrivabili. Tuttavia l’ex Nuggets ha già chiarito che dopo aver investito tanto tempo per rimanere in maglia Knicks non è disponibile a cambiare casacca dall’oggi al domani, aggiungendo che ritornare alla vittoria diraderà tutte le critiche.
Se quindi si esclude Carmelo dalla lista delle “epurazioni eccellenti”, escludendo pure Phil Jackson non resta che esaminare la (traballante?) posizione di Derek Fisher.
L’ex playmaker gialloviola non è stato esattamente il primo nome fatto da Jackson come capo allenatore dei Knicks. L’obiettivo numero uno della neo dirigenza newyorkese fu Steve Kerr, salvo poi dover cambiare rotta all’indomani della scelta dell’ex play dei Chicago Bulls di accasarsi nella baia di San Francisco.
Se a questo poi aggiungiamo qualche malumore nello spogliatoio circa le rotazioni (che qualche senatore non ha gradito) unito alle difficoltà di applicazione del triangolo offensivo (sapientemente applicato dal “venerabile maestro” ai tempi d’oro di Los Angeles, e che a NY fatica a prendere piede) è allora lecito pensare che la posizione di Fisher, alla prima esperienza assoluta da capo allenatore, potrebbe a breve divenire indifendibile. Aver recuperato dal dimenticatoio Amar’e Stoudemire (13.3 punti e 7.5 rimbalzi) ed affidato le chiavi della cabina di regia a Jose Calderon non è sufficiente a confermare il posto sul pino.
A inizio anno comunque Jackson l’aveva fatto capire, che l’obiettivo della franchigia era quella di ricostruire, passando anche attraverso ad un altro anno di purgatorio, per cercare di trovarsi la prossima estate con spazio salariale a disposizione e quindi appeal per cercare di ingaggiare qualche altra Star da affiancare ad Anthony.
Non resta che augurare a questi sgangherati Knicks ed ai loro tifosi di ritrovare la via della vittoria che, come detto da Melo, allontanerebbe velocemente le critiche che piovono a raffica sul Madison Square Garden.