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Crisi politica senza fine in bosnia

Creato il 21 marzo 2011 da Pasudest
di Marina Szikora [*]
I croati, in due paesi, dalle due parti del confine, protestano. In Croazia a causa dell'insoddisfazione sociale e politica, ma adesso anche in Bosnia Erzegovina dopo che a seguito di notevoli ritardi e disaccordi sulla formazione del nuovo governo, e' stato istituito il governo nella Federazione di Bosnia Erzegovina, l'entita' a maggioranza musulmano croata. Anche se i due maggiori partiti croati, le due HDZ avevano ottenuto l'80 percento delle preferenze alle elezioni che si sono svolte lo scorso 3 ottobre, questi due partiti sono stati eliminati dal potere con, come si afferma, una grave violazione costituzionale da parte dei partiti bosgnacchi. Per questo motivo, sabato scorso, nelle principali piazze di Mostar, Žepča, Orašje, Vitez e Livno i cittadini si sono riuniti in segno di protesta lanciando il messaggio di non riconoscere il nuovo governo. Per precisare, il Partito socialdemocratico con il Partito croato del diritto e il Partito de lavoro e del benessere, dopo il fallimento dei negoziati che la comunita' internazionale aveva condotto con i due HDZ, hanno deciso di istituire autonomamente il governo nella Federazione BiH, eleggendo il nuovo esecutivo e il suo presidente con una approvazione silenziosa da parte della comunita' internazionale. C'e' da dire che l'intero processo dell'elezione del nuovo presidente e Governo deve passare la procedura delle due camere del Parlamento nella Federazione croato-bosgnacca. E mentre l'elezione e' passata regolarmente alla Camera dei deputati, questo non e' stato il caso della Casa del popolo concepita nazionalmente e composta da 17 deputati croati, serbi e bosgnacchi. Nel momento del voto, persino 11 croati non sono stati presenti. La presidente della Fedrazione ha chiesto che la Commissione centrale elettorale neghi l'elezione del potere esecutivo. Dai due HDZ hanno annunciato che non rispetteranno le decisioni del Governo il che rappresenta indubbiamente l'inizio della piu' grande crisi politica nel Paese dalla firma degli accordi di pace di Dayton. Anche il leader della Republika Srpska, il presidente Milorad Dodik, ha dichiarato che non collaborera' con il governo eletto illegittimamente nella FBiH.
Come commentano i giornali croati, la composizione del governo nell'entita' FBiH si e' svolta senza la partecipazione dei maggiori partiti croati, l'HDZ BiH di Dragan Čović e l'HDZ 1990 di Božo Ljubić. Il nuovo premier della Fedrazione BiH e' al momento Nemir Nikšić dello SDP BiH e il governo e' composto da quattro partiti firmatari della cosidetta Piattaforma: SDP BiH di Zlatko Lagumdžija, SDA di Sulejman Tihić e dai due partiti minori con sede nella parte croata dell'entita', cioe' Herzegovina: HSP BiH e Partito popolare con il lavoro per il benessere dietro ai quali ci sono i proprietari dell'industria di carne in Herzegovina. Il nuovo potere esecutivo nella Federazione e' stato quindi formato senza i due maggiori partiti croati che alle ultime elezioni hanno ottenuto circa 80 per cento di voti degli elettori croati. I due leader dell'HDZ, Čović e Ljubić hanno sottolineato che in questo modo e' stata negata la volonta' dei cittadini croati della BiH espressa alle elezioni. L'attuale situazione molto probabilmente, sono dell'opinione gli analisti, contribuira' alla crisi nella formazione del potere a livello statale, un altro nocciolo duro che finora non e' stato risolto. Resta quindi del tutto incerto quando finalmente la BiH potra' avere il nuovo governo, vale a dire il Consiglio dei ministri poiche' questo e' praticamente impossibile senza l'appoggio dei due HDZ e senza i partiti della Republika Srpska. Il presidente dell'HDZ BiH, Dragan Čović, scrive il quotidiano di Sarajevo 'Dnevni avaz', ha qualificato l'istituzione del nuovo esecutivo nella Federazione BiH come "colpo di stato e rovesciamento dell'ordinamento costituzionale". Secondo il presidente dell'HDZ 1990, Božo Ljubić "questo e' l'inizio della piu' profonda crisi politica dai tempi della guerra ad oggi" e ha accusato lo SDP e SDA di "avanturismo. Essi sottovalutano la serieta' della situazione e la fermezza croata di salvaguardare il suo diritto e l'essere costitutivo in BiH".
Non sono rimasti da parte e senza preoccupazioni serie nemmeno i vertici in Croazia. Il presidente croato Ivo Josipović e la premier Jadranka Kosor hanno rilasciato sabato una dichiarazione congiunta in cui hanno chiamato tutti i fattori politici rilevanti in BiH di non rinunciare alla politica di dialogo nella ricerca di soluzione che assicurera' l'eguaglianza istituzionale di tutti i popoli e cittadini costituenti, di ostacolare la possibilita' di maggiorizzazione e di garantire la funzionalita' e prosperita' della BiH. Nella dichiarazione congiunta si afferma che Josipović e Kosor seguono con attenzione lo sviluppo delle vicende in BiH dopo che i sogetti politici nella Fedrazione BiH non sono riusciti a raggiungere l'accordo sul nuovo governo il quale avrebbe dovuto includere i rappresentanti della maggioranza come espressione della volonta' politica del popolo croato in BiH. "In questo senso, la Repubblica della Croazia sollecita tutti i fattori politici in BiH di non mettere a repentaglio le fondamenta della stabilita' bensi' di costruirvi il futuro euroatlantico" sottolineano Josipović e Kosor. Domenica, il presidente e la premier croati hanno ricevuto a Zagabria i due leader delle due HDZ della BiH. In un'altra dichiarazione i vertici croati si sono detti preoccupati dell'attuale situazione in BiH dopo che Čović e Ljubić hanno denunciato che "con l'istituzione del potere esecutivo nella Federazione BiH sono stati violati la costituzione e le leggi della Federazaione nonche' lo spirito di Dayton poiche' nella formazione del governo sono stati esclusi i rappresentanti legittimi del popolo croato". Nel comunicato rilasciato a seguito dell'incontro si dice che "per stabilire le buone relazioni tra tutti e tre popoli e' stato impiegato molto tempo e la buona volonta' di tutte le parti e' sarebbe veramente tragico se questi rapporti venissero minacciati".
[*] Corrispondente di Radio Radicale
CRISI POLITICA SENZA FINE IN BOSNIA

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