Dopo la lettera anonima di alcuni volontari della Croce Rossa di Luino ad intervenire nuovamente è il presidente CRI Lombardia, Maurizio Gussoni, che ha inviato a sua volta una missiva rivolta a tutti i volontari del comitato locale.E’ dura la presa di posizione di Gussoni che attacca la scelta dei volontari di mandare una lettera anonima agli organi di stampa e non comprende la scelta di questi di pubblicare una lettera anonima. Di seguito la lettera.
Il presidente della CRI della Lombardia, Maurizio Gussoni (gowem.it)
La lettera del presidente Maurizio Gussoni, presidente della CRI Lombardia indirizzata ai volontari.
“Cari volontari,
Immagino che tutti voi abbiate seguito sulla stampa e, all’interno del vostro comitato, quanto accaduto in merito all’indagine della Guardia di Finanza sul comitato locale di Luino. La posizione del comitato regionale, sempre come riporta la stampa, credo sia stata molto chiara. Altrettanto chiara, e vi ringrazio tutti, è la vostra posizione di solidarietà, a grande maggioranza, emersa nella scorsa vostra assemblea nei confronti del vostro presidente e, successivamente, confortata da una lettera dei delegati di area che è stata consegnata alla stampa e letta durante il mio incontro con i giornalisti.
Ora, su organo di stampa, appare una coraggiosa e indomita lettera scritta da un signor nessuno. Per nessuno ovviamente non intendo riferirmi alla persona in quanto tale, ma semplicemente al fatto che non compare alcuna firma con il nome. In pratica si tratta del classico pizzino anonimo. Non posso non stupirmi dal fatto che un organo di stampa, sono anch’io un giornalista, pubblichi una lettera anonima che smentisce quanto ufficialmente dichiarato dalla Croce Rossa. Ribadisco: anonima, ed è proprio questo il punto.
Se un volontario, o un gruppo di volontari, dissente dal proprio presidente, da quello regionale o da quello nazionale è nelle cose. Non è un delitto, anzi è una normale espressione delle proprie opinioni. Ma che decine di volontari, di un comitato che ne assomma circa 200 in tutto, dissentano talmente tanto da scrivere in forma anonima alla stampa non lo credo. Non lo credo perché esistono norme statutarie che consentono ai volontari, addirittura, di chiedere la sfiducia dei presidenti. Non ci credo perché tutti volontari nel corso delle assemblee hanno la possibilità di esprimere la propria opinione, a patto che siano delle persone normali e mostrino la propria faccia.
Non ci credo perché i recapiti del presidente provinciale e di quello regionale sono, da sempre, aperti a tutti. Qualunque volontario della Lombardia, anche se non è appoggiato da decine di colleghi, può tranquillamente scrivere ed avere risposta. Le pagine Facebook sono a disposizione di tutti e, quotidianamente, io ricevo notizie da vari comitati. E non ci credo, fra l’altro, per il tono e per il modo espressivo che si è scelto per quella lettera anonima. Ha un che di ministeriale, e nulla di passionale. Porta avanti dei ragionamenti che potrebbero essere presi in considerazione solamente se qualcuno aggiungesse in calce il proprio nome, ma che comunque ben poco hanno a che fare con il modo di essere dei volontari della Croce Rossa.
Insomma appare come una missiva fredda, anonima in certi punti un po’ cinica. Infatti mi sembra che, più che al presidente, voglia far male alla Croce Rossa. Per concludere, se nel vostro comitato esistono decine di volontari in dissenso con il presidente, ma talmente pavidi da doversi mascherare dietro una lettera anonima che non viene inviata ai vertici ma un giornale a caso (o forse non a caso) si facciano pure avanti. Non correranno alcun rischio. Ma dovranno spiegare per bene le loro motivazioni. Altrimenti tacciano e facciano vivere alla croce rossa la propria vita. Che è fatta di aiuti alle popolazioni, interventi di emergenza, appoggi sociali a chi ha bisogno. Ed è specialmente fatta dal cuore di tanti, tanti volontari di tutta Italia che non pensano alle beghe da cortile, ma a lavorare. E quasi tutti all’unisono con il proprio presidente.
Ma se qualcuno di quei volontari, che sono convinto non esistano affatto, o che esistano in misura estremamente ridotta, è talmente codardo da non avere nemmeno il coraggio di parlare con il proprio presidente o con i vertici superiori, si faccia anche lui da parte. Una volta per tutte: di gente del genere non ce n’è bisogno. Perché di coraggio ce ne vuole molto di più, con i tempi che corrono, a sacrificarsi per gli altri che ad andare in guerra!
E noi della Croce Rossa abbiamo bisogno solo di gente coraggiosa. I paurosi della vita e gli ipocriti, continuino pure rivolgersi ai giornali.
In forma anonima. Un abbraccio a tutti.
Maurizio Gussoni, Presidente CRI Regione Lombardia”.
Per approfondire:
- La lettera della minoranza dei volontari della Croce Rossa di Luino
- Luino, caso Croce Rossa: solidarietà agli indagati dal presidente Gussoni. Ecco la lettera dei delegati di area: “Piena fiducia a Buchi”
- Luino, truffa in Croce Rossa: 11 denunciati, coinvolto il presidente. Martedì ore 12 la conferenza stampa della CRI a Varese