Cronache dal seggio. Ebbene sì, mentre i miei colleghi sono in TV a fare gli opinionisti o nei loro uffici a gestire gli “in house poll”, io sono al seggio. A fare il presidente.
Facevo lo scrutatore ai tempi dell’università e adesso faccio il presidente di seggio. Mi diverte, ma soprattutto vedo in faccia le persone, vedo in faccia chi viene a votare. Sono a Milano, nella zona dei Navigli/Porta Genova. E’ una zona demograficamente e quindi elettoralmente strana. Ormai è una zona centrale, a ridosso delle Mura Spagnole, la zona dei locali, la zona degli stilisti. Ma è anche la zona della Darsena, cioè di quello che era il porto della città (fino agli anni ’70 il più importante porto sabbifero d’Europa). Vi sono ancor oggi le case popolari abitate dall’immigrazione meridionale del dopoguerra. E sono accanto a nuove residenze costruite negli ultimi dieci anni e vendute a diecimila Euro al metro. Simpatico.
Di seggio in seggio, nella stessa scuola, la situazione cambia, perché i seggi rispecchiano le vie, che, nel medesimo quartiere, possono essere appunto più popolari o più borghesi. Riflessioni dal seggio. Quali le differenze rispetto ad altre votazioni? Apparentemente non molte. Meno affluenza, si tocca con mano. Ma non altro. C’è sempre quello con la faccia di uno che vota Pdl, così come la signora che vota sicuramente PD. E lo stesso fra i ragazzi. E anche fra i miei scrutatori. E invece qualcosa c’è. Se ne parla apertamente, più di tutte le altre volte, tutti sono dannatamente curiosi di arrivare a stasera. Perché nessuno è sicuro di come andranno le cose.
Non lo sono quelli del PD, gli si legge in faccia. Non che temano di non vincere, ma certamente hanno paura di non fare grandi numeri e, in prospettiva, di non farcela neanche questa volta. Anche una coppia di famosi giornalisti, lei conduttrice televisiva e lui opinionista sulla carta stampata, notoriamente di sinistra entrambi, avevano un’espressione proprio sconsolata.
Le “facce da Monti” sembra che sappiano che qualcosa non abbia funzionato. Non capiscono come a colui che doveva salvare l’Italia lo scorso anno, possano augurare – non senza infondatezza – di non superare neanche la soglia per entrare alla Camera. E quelli del Pdl sono lì, non troppo convinti di quello che stanno facendo e di quello che sarà riuscito ad aver fatto il loro capo. Cioè di essere riuscito, una volta che avranno votato gli indecisi, a confermare la rimonta certificata dai sondaggi. Sono lì per inerzia, almeno così sembra.
Tutti aspettano stasera con ansia.
Per vedere cosa avranno fatto i Grillini. Non sembrano esistere “facce da Grillini”, non è arrivato nessuno al seggio che mi abbia fatto pensare: “questo vota Grillo”. Ma è impossibile che non ve ne siano. Allora significa che ci sono, che sono arrivati, ma che hanno facce comuni, trasversali. Allora sono persone che normalmente voterebbero qualche altro partito, che “ha la faccia da qualcos’altro” ma che questa volta ha deciso di mandare a casa “quelli la, quelli che intanto si sono già messi d’accordo”. Tra ieri e oggi ho sentito più volte questo ragionamento: “i grillini non sanno amministrare? Non importa, intanto facciamo un po’ di pulizia, poi ci penseremo”.
Sono anche io curiosissimo di iniziare lo spoglio.
Arnaldo Ferrari Nasi
fonte: www.piazzolanotizia.it