Cari lettori e lettrici come potete vedere stiamo finalmente portando a termine la titanica impresa di trasferire il dominio inthemoodforlove.it ad un altro provider!
Sarebbe dovuta essere una passeggiata ma purtroppo, grazie alla mia proverbiale ignoranza informatica e ai tempi biblici del servizio clienti di Aruba, si è trasformata in una sorta di patetica via crucis.
Che cosa ho fatto durante questi 6 giorni offline?
- Mi sono disperata per il mio blog.
- Ho capito che se il nostro provider (leggi Netsons) risponde al telefono biascicando la sua merenda di metà mattina e blaterando cose insensate, forse è il caso di emigrare verso altri lidi.
- Ho imparato che prima di emigrare verso altri lidi bisognerebbe fare attente ricerche e chiedere un sacco di consigli in giro, per evitare di cadere dalla padella nella brace.
- Ho imparato cos’è un malware, cos’è un file htaccess, quanti giorni ci vogliono per trasferire un dominio.it (5 giorni lavorativi. Una roba che in confronto l’elefantiaca burocrazia indiana è uno zuccherino!) e quante ore ci vogliono per la propagazione dei DNS (per inciso: non ho ancora la più pallida idea di cosa siano in concreto i DNS ma ora so che impiegano 24/48 ore a propagarsi).
- Ho imparato che il proverbio “la gatta frettolosa mette al mondo i figli ciechi” è una verità assoluta.
- Mi sono disperata per il mio blog.
- Ho fatto un massaggio drenante e un fantastico trattamento ai sali del Mar Morto tanto per rinfrancarmi nel corpo, dato che nello spirito ero a dir poco affranta.
- Mi sono detta “Il mio blog è offline ma per fortuna oggi è martedì, quindi andrò a cavallo e passerò un bellissimo pomeriggio con il mio quadrupede”.
Peccato che il mio cavallo carino e coccoloso proprio quel martedì, abbia cercato di farmi fuori tirando la sgroppata del secolo.
Non so come, ma sono riuscita a salvarmi (riempiendo l’equide di delusione e me stessa di tronfia soddisfazione), confermando però una volta per tutte le mie perplessità sulle presunte doti empatiche dei cavalli.
- Mi sono disperata per il mio blog.
- Ho imparato a mie spese che esistono due tipi di hosting: Windows e Linux.
E che forse prima di comprarne in fretta e furia uno a caso sarebbe il caso di chiedere su quale tipo di hosting gira WordPress.
Tutt’ora sono completamente ignorante sul quesito “cos’è un hosting” ma so che WordPress necessita di un hosting Linux per funzionare.
E che io ne ho comprato uno Windows perdendo 6 giorni per avere un cambio.
(Cambio gratuito, per carità! Quello che è giusto è giusto!).
- Sono andata al cinema a vedere Flight e ho compromesso per sempre la mia attitudine a salire su un aereo a cuor leggero.
- Mi sono disperata per il mio blog.
- Ho sviluppato un’insana passione per Master Chef, ma ancora di più per Crozza che fa Joe Bastianich.
- Mi sono detta “Il mio blog è offline ma è domenica e c’è il sole, quindi passerò qualche ora insieme ai miei cani”.
Peccato che Shaka e Siva domenica sera vero le 19.30 abbiano deciso che 8 ettari di bosco dove scorrazzare sono una gran noia e che, dopo aver trovato un modo per eludere la recinzione, siano scomparsi nel nulla per la bellezza di 28 ore.
Sono tornati (vivi e vegeti) solo dopo averci fatto tappezzare il circondario con le loro foto e avermi fatto piangere nell’ordine per:
La loro morte per incidente stradale.
La loro morte per sbranamento da lupi.
La loro morte per scontro con branco di cinghiali.
Il loro rapimento da parte di un’organizzazione malavitosa dedita allo sfruttamento dei cani nei combattimenti clandestini.
(Ehm… che dicevamo a proposito delle doti empatiche degli animali?!)
- Ho smesso di disperarmi per il mio blog e ho acquisito due doti che mi sono sempre mancate: la pazienza e la rassegnazione.
- Ho scoperto che 6 giorni di vacanze forzate dal web non sono stati poi così male.
P.S. The 50 Greatest Travel Experience torna domani pomeriggio alle 16.00, mentre e a partire dalla prossima settimana riprenderanno gli appuntamenti con la #rubRiga (ovvero il lato social della marinière) e Un nodo alla settimana.
Questa voce è stata pubblicata in chiacchiere, sfoghi, vita in campagna. Contrassegna il permalink.