Magazine Diario personale
di Luca Pistone
Il colosso brasiliano Odebrecht produrrà zucchero a Cuba: a riferirlo è la stessa azienda, la quale ha precisato che firmerà con il Grupo de Administración Empresarial del Azúcar cubano un “contratto di amministrazione produttiva”, nella provincia centrale di Cienfuegos.
“L’accordo, che avrà una durata di 10 anni, ha come obiettivo l’aumento della produzione di zucchero e la rivitalizzazione dell’industria” ha precisato l’azienda brasiliana.
Il settore versa da anni in condizioni critiche. La produzione è precipitata dalle 8 milioni di tonnellate del 1970, alle 1.2 milioni dell’ultimo raccolto. Il nuovo progetto, continua Odebrecht, “esalterà il ruolo del Brasile nella modernizzazione delle fatiscenti infrastrutture dell’isola”.
La società non ha fornito ulteriori dettagli, ma un dirigente brasiliano dell’industria dello zucchero ha detto che il contratto potrebbe essere firmato già questa settimana, in occasione della visita a Cuba della presidente Dilma Rousseff.
Oltre un decennio fa Cuba autorizzò l’afflusso di capitali esteri per sviluppare alcuni settori strategici, come il turismo e recentemente il petrolio. Quest’anno un consorzio guidato da Repsol-YPF inizierà ad esplorare le acque cubane del Golfo del Messico.
Imprese private di altri paesi hanno negoziato per anni il proprio ingresso nel settore zuccheriero a Cuba, nazionalizzato poco dopo la rivoluzione di Fidel castro nel 1959.
L’apertura è una conseguenza della profonda ristrutturazione del settore, come parte degli sforzi del presidente Raúl Castro di modernizzare l’economia socialista dell’isola.
Fonti vicine alla multinazionale brasiliana informano che “Odebrecht costruirà una distilleria a Cuba, in un progetto simile a quello sviluppato in Angola”, in riferimento alla joint venture con la compagnia petrolifera angolana Sonangol, un affare da 258 milioni di dollari che ha come obiettivo la produzione di zucchero e, utilizzando gli scarti della lavorazione della canna da zucchero, anche la produzione di biocarburanti (etanolo) che a loro volta possono venir usati per produrre energia elettrica.
La produzione di etanolo su larga scala a Cuba ha incontrato in passato la forte opposizione dell’ex presidente Fidel Castro, particolarmente critico verso l’uso di alimenti come il mais nella produzione di biocarburanti.
Gli esperti sostengono che se Cuba riuscisse a rilanciare il proprio settore zuccheriero, diventerebbe il terzo produttore mondiale di biocarburanti, dopo Stati Uniti e Brasile. L’isola, ritiene Ron Soligo della Rice University of Houston, potrebbe arrivare a produrre 7.500 milioni di litri di etanolo all’anno.
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