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e qui da me FRIULI-VENEZIA GIULIA: Torta povera (come sempre post in dialetto triestino e sotto la traduzione in italiano)
Ciambella di torta povera
Per la ricetta de oggi iero un fià in difficoltà su cosa prepararve cussi me son messa a zercar una ricetta tipica e magari sconosuda ai più per riportar alla memoria la Trieste de una volta. Zercando tra i vari libri de cusina go trovado la torta povera, un dolce fatto con quel che restava in dispensa; sta torta iera sule tole dei triestini co iera la guerra, cussi se podeva portar in tola qualche sfizio e no se butava via niente. I ingredienti xe facilissimi, pan grattado, mandorle, ovi e spezie per insaporir, un vero e proprio dolce povero per la reperibilità dei ingredienti ma no nel gusto, difatti solo per farla la casa se ga riempido de un bonissimo odor, che xe aumentado ancora de più con la cottura in forno. Essendo la prima volta che facevo sto dolce go fato una piccola dose con un ovo, me xe vignuda fora una ciambella golosissima, lo faro sicuramente de novo ma più in grande. La ricetta che riporto la go ciolta dal libro La cucina tipica triestina de G. Fabricio, nel libro la ricetta xe riportada con le vecie unità de misura: once e soldi; qua per comodità go convertido in grammi, per far sta ricetta ne servi:
212 gr de mandorle (mi no spelade) 212 gr de zucchero un pizigho di cannella 15 ciodi de garofano 92 gr di pan nero 1 cuciar de melassa (mi sciroppo de acero) la buccia de 1/2 limon 4 ovi Per prima roba separemo i rossi dei ovi dai ciari, li montemo a neve e li metemo de parte. Ciolemo le mandorle, la buccia del limon, el pan e i ciodi de garofano, pestemoli tutti insieme fina a che no ne vien una polvere bastanza fina, dopo zontemo el zucchero, i rossi dei ovi e cominciamo a impastar, zontemo la melassa e per ultimi i ciari de ovo montadi a neve. Impastemo ben e dopo metemo in un stampo e lasemolo in forno per 30 minuti a 180°. Sto dolce oramai el xe cascado in disuso a Trieste ma a noi el ne ga piasso sai e lo faremo sicuramente de novo; el xe ottimo de magnar come che el xe e ancora de più per far sope, se se lasa el pan e le mandorle un poco più grossolani el dolce ga anche una bella croccantezza. Anche se non ghe xe el lievito el dolce xe morbidissimo e ve consiglio de provarlo.
Torta povera in versione ciambellina
Torta povera vista da sotto, bella anche così
IN ITALIANO: Per l'argomento di oggi mi sono trovata un po' in difficoltà su cosa proporre per cui mi sono messa alla ricerca di una ricetta tipica e magari sconosciuta ai più per riportare alla memoria la Trieste di una volta. Spulciando tra i vari libri di cucina mi sono imbattuta nella torta povera, un dolce fatto con i rimasugli della dispensa; questa torta era presente sulle tavole dei triestini durante la guerra, così da portare in tavola qualche sfizio e allo stesso tempo non buttare via nulla. Gli ingredienti sono semplicissimi, c'è del pane secco grattugiato, mandorle, uova e qualche spezia per insaporire; insomma un vero e proprio dolce povero per la reperibilità degli ingredienti ma non nel gusto, già solo a farlo la casa si è riempita di un buonissimo profumo che si è intensificato ancora di più con la cottura in forno. Essendo la prima volta che provavo questo tipo di dolce ho deciso di fare una dose piccolissima da un uovo e ne ho ottenuto una ciambellina golosissima; di sicuro rifarò il dolce ma un bel po' più in grande. La ricetta che vi riporto è tratta dal libro La cucina tipica triestina di G. Fabricio, nel libro la ricetta è riportata con le vecchie unità di misura: once e soldi; qui per praticità ve la riporto con le dosi espresse in grammi, per fare questa torta dunque occorrono:
212 gr di mandorle (io non spellate)
212 gr di zucchero
un pizzico di cannella
15 chiodi di garofano
92 gr di pane nero
1 cucchiaio di melassa (io sciroppo di acero)
la buccia di 1/2 limone
4 uova
Per prima cosa si separano i tuorli dagli albumi, questi ultimi li andremo a montare a neve e li lasceremo da parte. Ora prendiamo le mandorle, la buccia del limone, il pane e i chiodi di garofano e pestiamoli tutti assieme fino ad ottenere una polvere non troppo fine; a questo composto aggiungiamo lo zucchero e poi i tuorli e cominciamo a impastare, uniamo poi la melassa e per ultimi gli albumi montati a neve. Impastiamo bene e versiamo il composto ottenuto in uno stampo, facciamo poi cuocere a 180° per circa 30 minuti. Questo dolce che è caduto completamente in disuso a Trieste a noi è piaciuto molto e di sicuro rispolvereremo spesso questa ricetta; il dolce è ottimo da mangiare così come è e inzuppato lo è ancora di più, se si lasciano i pezzetti di mandorle e di pane un po' più grossolani il dolce acquista anche una bella croccantezza. Nonostante non ci sia lievito il dolce è morbidissimo e vi consiglio di provarlo.
Vi aspetto al prossimo appuntamento tra quindici giorni:
Con questa ricetta partecipo al contest di "Le mandorle" del blog Un tavolo per quattro