Salvatore Cuffaro commenta da Rebibbia il risultato delle elezioni regionali siciliane che hanno incoronato Rosario Crocetta. E ne ha per tutti…
Invecchiato e dimagrito: i capelli bianchi in maggioranza sul capo dell’ex numero uno della politica siciliana. Il carcere non sarà certo una beauty farm, come dice Grillo, ma ha sicuramente influito sull’umore dell’ex UDC, condannato per associazione mafiosa a sette anni di carcere. Dell’uomo spocchioso, che apostrofava malamente Giovanni Falcone e che divideva cannoli per festeggiare i successi elettorali, non rimane nulla.
Contesta l’entusiasmo siculo, in sostanza: perché di cuffariani, secondo l’uomo dei cannoli, ce ne sono in ogni dove. Nel Pid di Saverio Romano e Rudy Maira, nell’Udc (ovviamente) che ha sostenuto il neogovernatore. Ma anche nel listino del presidente Crocetta ci sarebbe qualche “infiltrato” e persino tra i Grillini. Come dire, più le cose cambiano e più restano uguali.
Dallo studio, la reazione è di perplessità è facilmente intuibile. Crocetta ci si fa su una risata e rispedisce al mittente le accuse, e prende le distanze dall’affermazione di Cuffaro.
L’intervista è un pezzo di grande televisione: in primis, mette in evidenza l’ex governatore che in Sicilia, la politica, passa per strette di mani e abbracci che non possono essere negati. Non spara contro la magistratura, come solitamente ci ha abituati qualcuno che abita dalle parti di Arcore, ma accetta invece la sentenza, benché ovviamente non la condivida.
Chissà, sembra domandarsi, se tra qualche anno gli eletti del M5S potranno rigettare qualsivoglia accusa di collusione, magari derivante dalla presenza di qualche semplice fotografia compromettente. Che in Sicilia, dice sorridendo con il volto velato di malinconia, è talvolta difficile rifiutare una stretta di mano a chicchessia.
Ci si augura di no. Ma l’idea di cambiamento che sembra prospettarsi al popolo siciliano è ben distante da quella che ci si attendeva da questa tornata elettorale…
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