Cuori nella rete: NetLove e NetSex
Da Sessuologiacagliari
@DessiAntonio
Alberto ha 40 anni e da diverso tempo con curiosità si è appassionato a nuove conoscenze. Parla di Francesca, di Claudia, di Luisa, tutte donne con le quali lui parla di tutto. Politica, senso di vivere, la propria storia personale, e un matrimonio che forse non sta più andando bene. Dopo mezz’ora di colloquio chiesi ad Alberto dove trovava il tempo per incontrare queste ragazze, e come conciliava tutto questo con la sua vita di coppia. E’ li che Alberto mi guardò e mi disse: “Dottore, non ha capito, sono conoscenze che io faccio tramite internet, ci parlo la sera, ci sentiamo con whatsapp, ma non ho mai incontrato nessuna di loro”. Alberto sceglieva di chattare sempre con ragazze più giovani di lui, affascinate dall’uomo più grande di età, e questo lo lusingava ed allo stesso tempo eccitava. A momenti si sentiva importante e un punto di riferimento. Con loro si sentiva un uomo esperto e riusciva a ricostruire un senso di sé positivo e sfuggire dalla depressione. A volte queste ragazze parlavano dei loro partner di turno, giovani, a volte inesperti, e anche dei loro sentimenti, a volte non corrisposti. Alberto dispensava consigli, su come lasciarli e cercare uomini più maturi, e in questo senso gonfiava un’immagine di sé, in una trama sfilacciata, che non aveva mai considerato e non sapeva esattamente come riparare.
Alberto passava molto tempo con loro, il cellulare era tempestato di messaggini di chat: crisi varie, momenti di difficoltà, Alberto era diventato un punto di riferimento per queste ragazze. Ogni tanto Alberto dava dei suggerimenti anche inerenti la vita sessuale, cosa può piacere ad un uomo, in che modo sedurlo, cosa fargli trovare a letto. Le comunicazioni diventavano sempre più fitte, messaggini, e lunghe mail che lui attentamente leggeva la sera ed alle quali rispondeva, isolandosi in un piccolo studio nella sua casa, e raccontando alla moglie che, ogni sera andava a letto senza di lui, a lavoro gli avevano assegnato degli incarichi importanti e che avrebbe dovuto allungare i tempi di lavoro anche a casa. Alberto ormai non riusciva più a stare nel presente di una vita familiare. Mentre cenava provava già ansia ed eccitazione all’idea di aprire quella casella di posta e leggere le mail, o controllare il cellulare, rigorosamente blindato, per leggere i messaggi delle sue amiche virtuali. Era triste quando si allontanava dal mondo virtuale, dove riusciva a ritrovare un senso di Sé.
Questo è stato il primo approccio di Alberto al mondo virtuale, nato così per caso, in una sera in cui per caso digitò su google “amiche virtuali + chat”. Queste amiche non le aveva mai incontrate, ma lui ne parlava come se tra di loro ci fosse un’amicizia reale. Lui sentiva di essere importante e di essere ricambiato e soffriva quando qualcosa non andava bene con le sue interlocutrici. Rispetto alla moglie nutriva affetto ed ammirazione, per una donna che a detta sua era in grado di affrontare le avversità della vita. I rapporti erano radi e svuotati. Alberto passò anche a Facebook, e iniziò a collezionare contatti, uno dopo l’altro, tutte persone con nickname, qualcuna anche con nome e cognome vero.
Sentiva di essersi affezionato a Francesca ed è con lei che ad un certo punto arrivò anche il sesso virtuale. Lei si era proposta di mostrarsi in web-cam, con abiti succinti e solo per lui, e lo aveva invitato a toccarsi assieme a lei. A questo punto scoprì un nuovo mondo, e ben presto iniziò a proporre questo gioco anche alle altre amiche, che accettarono senza tante resistenze. Così la sera usava la web-cam, durante la giornata messaggini con foto di parti intime su whatsapp. Era spesso eccitato. A volte andava nel bagno dell’ufficio dove lavorava e si masturbava. Tutto questo è diventato un appuntamento quotidiano.
Col tempo ha parlato di tutto ciò alla moglie, raccontandole cosa succedeva: i messaggini, la chat, la web-cam. La moglie ha sempre avuto un atteggiamento estremamente accudente ed anche in questo caso ha accolto ciò che stava succedendo, pur non condividendo ciò che lui faceva, e non mostrando interesse. Ad Alberto sembrava di sentirsi più eccitato anche nei confronti della moglie, proprio con lei, con la quale i rapporti non sono mai stati intensi e profondi, ma spesso superficiali e basati sui preliminari ed il sesso orale.
La situazione di Alberto è complessa. Lui si rivolge ad uno psicologo perché si rende conto che le cose non vanno bene e che al di la di tutto non può più vivere con il virtuale, per sfuggire dalla sua vita reale e dall’insoddisfazione di una vita di coppia, probabilmente alla deriva. Il mantenimento delle relazioni virtuali consente ad Alberto di rimanere in una condizione di stallo, dettata dal fatto che nelle conoscenze virtuali, che per molte persone che rimangono intrappolate nella rete in relazioni di questo tipo, l’altro diviene uno schermo su cui proiettare aspettative e contenuti provenienti dal proprio mondo interno. Pertanto relazioni sentimentali e sessuali divengono sempre più forti nella rete perché si evita il confronto reale. Da qui nascono innamoramenti, e la sensazione di aver trovato finalmente la persona che porterà felicità. La comunicazione virtuale non consente di usufruire di aspetti molto importanti nella comunicazione umana, come per esempio il linguaggio non verbale, il tono della voce. Tutto questo crea un’area conflittuale spesso di tipo nevrotico, specie nelle chattate di mesi, sulle quali vengono proiettati aspetti riguardanti sé stessi e non l’altro. Le reazioni sono tra le più svariate e molto hanno a che fare anche con il tipo di personalità della persona coinvolta. Il disinvestimento dalla vita reale verso quella virtuale è spesso dato da una posizione della mente meglio nota come idealizzazione. L’altro idealizzato ha tutto ciò di cui si ha bisogno. Questo blocca un reale processo di elaborazione ed integrazione di esperienze frustranti, come per esempio il matrimonio di Alberto con sua moglie. Il virtuale è spesso una via di fuga a disagi più profondi, sui quali sarebbe importante riflettere. Spesso chi ne soffre tarda a rivolgersi a qualcuno per chiedere aiuto, proprio a causa dell’effetto euforizzante del mondo virtuale. Spesso l’elemento di scompenso è rappresentato da litigi, fraintendimenti e rotture di rapporti virtuali durati per mesi. E’ li che spesso le persone chiedono aiuto.
(continua…)
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