Cura delle varici
Complicazioni locali e generali
Complicazioni Locali
Talvolta senza causa apparente, più spesso in seguito ad un’iniezione troppo concentrata ed abbondante di sostanza sclerosante o in conseguenza di iniezioni troppo ravvicinate nel tempo, si possono verificare reazioni flebitiche eccessive.
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Per ovviare a questo inconveniente nei casi più leggeri sono sufficienti qualche impacco e la somministrazione di acido acetilsalicilico. Nelle forme più gravi sono utilissime la somministrazione di fenilbutazone e l’applicazione di un gambaletto di Tensoplast. In ogni caso il paziente non deve stare a letto e deve camminare.
Un’altra evenienza è la formazione di un ematoma endovaricoso. Si tratta di una tumefazione circoscritta, nerastra, tesa, fluttuante e dolente.
Questi ematomi sono del tutto privi di gravità, ma restano dolorosi per molto tempo. Le sedi di elezione sono le bozze varicose che spesso si riscontrano in corrispondenza del punto d’uscita di vene perforanti prive di valvole.
Il riassorbimento di questi ematomi è molto lento, e ne residua una pigmentazione brunastra ed una sclerosi insufficiente.
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Se l’ematoma endovaricoso è voluminoso e non accenna a riassorbirsi, è opportuno inciderlo con la punta del bisturi e spremere il sangue.
Il rischio di provocare una trombosi profonda va tenuto presente soprattutto nei soggetti obesi e nei post-flebitici. In questi casi è bene praticare tutto il trattamento sotto protezione di una fasciatura con un cerotto elastico.
Una delle complicazioni più temute nel corso della terapia sclerosante e la formazione di escare, che possono essere di due tipi:
- escara locale che si forma in corrispondenza del punto iniettato per una causticazione diretta dei tessuti
- escara a distanza invece compare a 5-30 cm dalla sede dell’iniezione.
La sintomatologia delle escare varia secondo del loro meccanismo patogenetico. Lo spandimento extra venoso di un liquido caustico provoca immediatamente un intenso dolore, seguito dalla formazione di un focolaio di infiammazione acuta.
Nei giorni successivi il centro del focolaio diventa cianotico, violaceo e poi nerastro, formando un’escara retratta, che verrà eliminata con grande lentezza. Pertanto nel residuo un’ulcerazione torpida, la cui guarigione può richiedere parecchie settimane.
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In caso di iniezione paravenosa bisogna subito aspirare con un ago quanto più è possibile del liquido stravasato, iniettare poi 7-8 cc di soluzione fisiologica o di xilocaina all’1% e riaspirare il tutto.
Quando si forma l’escara i provvedimenti da adottare possono essere diversi.
Se la lesione e dolorosa ed estesa si prescrivono degli impacchi e dei sedativi
Se l’esca la non è molto estesa conviene procedere alla sua escissione chirurgica e alla successiva sutura.
Nel caso invece che l’escara non sia dolorosa, dopo avere proceduto alla sua medicazione si applica un gambaletto di cerotto elastico, da tenere per almeno un mese.
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Complicazioni Generali
I pazienti sottoposti a trattamento sclerosante possono lamentare disturbi generali provocati dai liquidi iniettati.
Il salicilato di sodio può provocare nausea e ronzii
Il tetradecilsolfato di sodio può dar luogo a stati febbrili
Questi disturbi dipendono soprattutto da intolleranze individuali e l’eccesso di dose non fa che accrescere la possibilità di queste reazioni.
È estremamente raro che nel corso di un trattamento sclerosante si verifichi un’embolia, soprattutto per il fatto che i fondi provocati dal liquido sclerosante aderiscono fortemente alla vena.
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La terapia sclerosante per se stessa non è mai emboligena, ma lo diventa in conseguenza di errori tecnici o di altri fattori suscettibili di provocare una trombosi profonda.
Più gravi sono gli incidenti allergici: la terapia sclerosante può favorirne l’insorgenza in quanto consiste in iniezioni endovenose ripetute di uno stesso prodotto.
Quindi quando il soggetto può essersi sensibilizzato nel corso del trattamento sclerosante bisogna subito sospendere il trattamento.
Per non incorrere in incidenti allergici gravi è necessario interrogare sempre il malato sui suoi precedenti allergici, sulle cure sclerosante eventualmente già eseguite e di iniziare o riprendere il trattamento con dosi di saggio.
Quindi prima di inizare una terapia sclerosante bisogna sempre chiedere al medico se in ambulatorio sono presenti prodotti come l’adrenalina, il cortisone e gli antistaminici: i cosiddetti farmaci “salva vita”.
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Anche per oggi è tutto
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