
L’idea proposta da Ella Berthoud e Susan Elderkin, autrici inglesi del libro, è semplice e accattivante: qualsiasi disturbo, mentale o fisico che sia, può essere curato con una buona e sana lettura.
Riprendendo, in maniera più ampia, le raccomandazioni che ogni genitore è solito dare al figlio non ancora adolescente e refrattario alla lettura, Berthoud ed Elderkinintendono semplicemente affermare che, se letto al momento giusto, un romanzo può cambiarci la vita.
Ed il libro è, effettivamente, oltre che un ricettario medico alternativo, una vera e propria celebrazione del romanzo e della letteratura, da quella più antica a quella contemporanea, dai romanzi “di massa” a quelli di nicchia.
Va da sé che, tenendo presente i consigli elargiti dalle autrici, è possibile trovare tante piccole sorprese, letture ad autori fino a quel momento sconosciuti e pronti ad entrare nel nostro bagaglio culturale oltre che, ovviamente, nella nostra biblioteca.Dei nostri connazionali scrittori, nella versione inglese, troviamo citati solamente Alessandro Baricco, Diego Marani e Tomasi di Lampedusa. Tutti e tre presenti ovviamente anche nell’edizione Sellerio: Baricco con “Seta” come rimedio per lo struggimento in generale, Marani con “Nuova grammatica finlandese” per curare le crisi d’identità, “Il Gattopardo” per guarire dall’inappetenza. Ma sono tanti gli autori che, con i loro maggiori scritti ma anche con opere minori, possono alleviare i nostri dolori.
Si può curare un amore tormentato leggendo “I dolori del giovane Werther” di Goethe o “Primo amore” di Ivan Turgenev. Oppure si può porre rimedio alla tristezza per la perdita di lavoro sfogliando “Bartleby lo scrivano” di Melville. È possibile levigare la propria mancanza di speranza immergendosi nelle pagine di “Uomini e topi” di John Steinbeck oppure sbollire la rabbia attraverso “Il vecchio e il mare” di Ernest Hemingway.
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Ci sono poi consigli per i disturbi compulsivi che, in maniera differente, colpiscono tutti noi (non offendetevi e non sentitevi esclusi!): si va dal tipico dilemma femminile del non saper mai cosa indossare all’istinto di comprare sempre nuovi librifino al “problema” di aver come partner un non lettore. Cosa fare in quest’ultimo caso? La risposta di Berthoud ed Elderkin è semplice (ma da prendere, ovviamente, con le pinze dell’ironia): o lo si converte, o lo si lascia.
Nell’introduzione al volume, il curatore Fabio Stassi afferma che: “Biblioterapia è un tentativo di vaccinazione al male di vivere. (…) Ogni libro è un richiamo, un'immunizzazione, e agisce su di noi allo stesso modo delle campagne di prevenzione contro il vaiolo o la poliomelite. Analogamente, ogni libro vero e veramente letto ci lascia nella memoria una cicatrice invisibile, un segno permanente, che dura tutta la vita”.
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