Con queste parole Fabio Stassi presenta l’edizione italiana di "Curarsi con i libri, Rimedi letterari per ogni malanno". Il volumetto, edito da Sellerio, sta spopolando tra gli appassionati di letteratura e l’idea della biblioterapia inizia ad affascinare sempre più lettori. In Inghilterra la “Book therapy”, basata sugli studi dello psichiatra Neil Frude, viene addirittura riconosciuta dal National Health Service. In Italia si sa, siamo più conservatori, specialmente in materia di convinzioni e di tradizioni ma, se la cura bibliofila non rientra ancora (e forse mai rientrerà) a pieno titolo nella pratiche della medicina alternativa, sembrano essere tanti gli accaniti lettori che, tra il serio e il divertito, hanno sfogliato con interesse le pagine di questo piccolo prontuario.
L’idea proposta da Ella Berthoud e Susan Elderkin, autrici inglesi del libro, è semplice e accattivante: qualsiasi disturbo, mentale o fisico che sia, può essere curato con una buona e sana lettura.
Riprendendo, in maniera più ampia, le raccomandazioni che ogni genitore è solito dare al figlio non ancora adolescente e refrattario alla lettura, Berthoud ed Elderkinintendono semplicemente affermare che, se letto al momento giusto, un romanzo può cambiarci la vita.Ed il libro è, effettivamente, oltre che un ricettario medico alternativo, una vera e propria celebrazione del romanzo e della letteratura, da quella più antica a quella contemporanea, dai romanzi “di massa” a quelli di nicchia.
Va da sé che, tenendo presente i consigli elargiti dalle autrici, è possibile trovare tante piccole sorprese, letture ad autori fino a quel momento sconosciuti e pronti ad entrare nel nostro bagaglio culturale oltre che, ovviamente, nella nostra biblioteca.Dei nostri connazionali scrittori, nella versione inglese, troviamo citati solamente Alessandro Baricco, Diego Marani e Tomasi di Lampedusa. Tutti e tre presenti ovviamente anche nell’edizione Sellerio: Baricco con “Seta” come rimedio per lo struggimento in generale, Marani con “Nuova grammatica finlandese” per curare le crisi d’identità, “Il Gattopardo” per guarire dall’inappetenza. Ma sono tanti gli autori che, con i loro maggiori scritti ma anche con opere minori, possono alleviare i nostri dolori.
Si può curare un amore tormentato leggendo “I dolori del giovane Werther” di Goethe o “Primo amore” di Ivan Turgenev. Oppure si può porre rimedio alla tristezza per la perdita di lavoro sfogliando “Bartleby lo scrivano” di Melville. È possibile levigare la propria mancanza di speranza immergendosi nelle pagine di “Uomini e topi” di John Steinbeck oppure sbollire la rabbia attraverso “Il vecchio e il mare” di Ernest Hemingway.Per quanto riguarda i rimedi per i malanni più “fisici”, le due autrici consigliano, ad esempio, la lettura di “Anna Karenina” di Tolstoj per curare il mal di denti, empatizzando con Vronsky che soffre dello stesso male. “Ventimila leghe sotto i mari”, intramontabile capolavoro di Jules Verne, è invece indicato per lenire l’allergia da polline, immaginando d’immergersi nelle profondità dell’oceano insieme al capitano Nemo. Per la convalescenza è consigliabile invece rivolgersi all’esteta Andrea Sperelli, protagonista de “Il piacere” di D’annunzio; saprà suggerirvi come approfittare di questa pausa dalla vostra vita quotidiana e fare di questo intervallo un’opera d’arte e un’esperienza estetica.
Ci sono poi consigli per i disturbi compulsivi che, in maniera differente, colpiscono tutti noi (non offendetevi e non sentitevi esclusi!): si va dal tipico dilemma femminile del non saper mai cosa indossare all’istinto di comprare sempre nuovi librifino al “problema” di aver come partner un non lettore. Cosa fare in quest’ultimo caso? La risposta di Berthoud ed Elderkin è semplice (ma da prendere, ovviamente, con le pinze dell’ironia): o lo si converte, o lo si lascia.
Nell’introduzione al volume, il curatore Fabio Stassi afferma che: “Biblioterapia è un tentativo di vaccinazione al male di vivere. (…) Ogni libro è un richiamo, un'immunizzazione, e agisce su di noi allo stesso modo delle campagne di prevenzione contro il vaiolo o la poliomelite. Analogamente, ogni libro vero e veramente letto ci lascia nella memoria una cicatrice invisibile, un segno permanente, che dura tutta la vita”.
È proprio così e l’intento semiserio di “Curarsi con i libri”porta in realtà con sé un’alta validità culturale; tra rimedi per il raffreddore – il malanno più comune, e come tale immunizzato da tanti più libri possibili- e per l’ “allergia” al matrimonio troviamo espressa, ancora una volta, la carica positiva del libro.