Pubblicato da fabrizio centofanti su gennaio 11, 2012
da qui
Non ero mai venuto qui d’inverno:
si fatica a restare controvento
con le guance tagliate dal rasoio
del dieci gennaio duemiladodici.
Ma resisto per te,
che mi hai dato quest’altro appuntamento
difficile; mi sento
la piuma schiaffeggiata
in cima alla ringhiera:
non si sa come possa rimanere
abbarbicata al ferro congelato;
ma capisco che è un segno,
la traccia di quel sogno ancora vivo
che sei per me, mio amico,
e che ancora una volta mi hai lasciato.