Magazine Diario personale
Nonostante Milano sia ormai la più grande città pugliese d’Italia e nonostante ormai la popolazione autoctona sia relegata nella provincia, l’uomo milanese non se ne capacita e crede ancora di essere l’unico avente diritto a vivere a Milano. Forse un retaggio degli austriaci forse un delirio di onnipotenza, fatto sta che il milanese è di per sè razzista dentro; è più forte di lui, buono, socievole affezionato ma… i terroni sono come un cancro per lui che si impadronisce dei suoi organi e non puo’ far a meno di detestarli anche quando li ama. Il maggior complimento verso un meridionale, si fa per dire, è “si ma tu non sembri un napoletano”… certo nel dopo guerra effettivamente è salito al nord il meglio del meglio, povera gente ignorante pronta a far tutto non sapendo far nulla ma forse, mi domando, se Milano oggi è Milano forse è anche grazie a loro.Certo spiegare oggi ad un milanese che le nuove ondate migratorie non sono più quelle degli anni 50 bensì sono fatte di laureati, professionisti, cervelli in fuga dal meridione che prima di lasciare l’Italia fanno l’ultimo tentativo al nord, è cosa ardua perché il milanese detesta il napoletano! e per napoletano intende qualunque abitante a sud di Roma, non importa che sia siculo o calabro, sono tutti napoletani.La cosa più divertente è che ormai i milanesi sono un po’ come gli indiani d’America, li abbiamo invasi, li abbiamo conquistati e li abbiamo relegati nelle loro riserve, una delle più note di queste riserve è la Brianza, ma loro non se ne sono ancora accorti, in questo differiscono da quelli americani.Purtroppo la colpa non è loro ma spesso dei media che danno l’immagine delle città del sud come Bronx nostrani dove bisogna girare con giubbotto antiproiettile come nel film “benvenuti al sud”, ma la colpa diciamolo è anche nostra, noi meridionali al sud facciamo di tutto affinché la brutta nominata non cessi di esistere e quelli di noi che salgono al Nord non fanno altro che assecondare le loro convinzioni perché non c’è peggior leghista di un meridionale trapiantato al nord.Oggi però il termine terrone, nonostante sia sempre presente è stato un po’ messo in secondo piano, ha perso quella connotazione dispregiativa di un tempo e questo lo dobbiamo a chi adesso rappresenta il nuovo nemico, il nuovo cancro da estirpare: gli extracomunitari! quindi non ci tocca che ringraziarli, se oggi siamo saliti nella scala evolutiva del milanese, molto è grazie a loro!
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