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Da grande voglio fare la modella! Le bambine e i disturbi alimentari e dell'immagine corporea

Da Susanna Murray

 

Da grande voglio fare la modella! Le bambine e i disturbi alimentari e dell'immagine corporea

"Bellissima" di Luchino Visconti 1951


Ve la ricordate la bravissima Anna Magnani in "Bellissima" che trascinava la figlia a Cinecittà alla ricerca di un riscatto sociale?
C'è un tema che ci riguarda tutte: è la percezione che le bambine hanno oggi della propria immagine
corporea.

Da grande voglio fare la modella! Le bambine e i disturbi alimentari e dell'immagine corporea

Thylane Loubry Blondeau


Fa scalpore la modella-bambina Thylane Loubry Blondeau che a soli 10 anni ha posato per Vogue con aria da donna seducente e sensuale.
Sono rimasta impietrita di come si possa erotizzare un corpo. Il corpo di una bambina che non ha sufficienti strumenti emotivi, psicologici e cognitivi per filtrare un'immagine di se stessa languidamente stesa su un divano vestita in modo provocante.
E' una forma di violenza subdola.
Perché pare che la bambina non lo faccia controvoglia.
Un po' come ripetono i genitori delle concorrenti di un noto programma televisivo americano ( che hanno proposto anche in Italia) che si chiama Toddlers and Tiaras ( se volete saperne di più andate a vedere la versione tradotta in italiano Little Miss America ), "bimbi e coroncine" facendo riferimento ai bambini e alle bambine concorrenti, che gareggiano per essere proclamati re e reginette di bellezza.
Le bambine che partecipano a questo concorso sono molto piccole ( parliamo della fascia in età prescolare) e impegnate in sessioni di trucco, abbronzatura spray e servizi fotografici professionali. Inoltre hanno tutte una "coach" di portamento, tra lo studio di ammiccamenti, sorrisetti maliziosi e camminate sul palco.
Dite che è incredibile?

Da grande voglio fare la modella! Le bambine e i disturbi alimentari e dell'immagine corporea

Eden Wood una delle reginette di 5 anni più famosa in America


Sapete quanto le famiglie di queste mini-reginette sono disposte a spendere per poter far partecipare ( e vincere) le proprie bambine? Molte arrivano ad indebitarsi.
Qual è il valore che si da a questo genere di eventi?
Cosa vuol dire per una bambina così piccola essere valutata in base al proprio aspetto, vivendo le aspettative degli adulti, che sono disposti a saltare il pagamento dell'affitto di casa, per iscriversi ai concorsi di bellezza?
Uno studio del 2007 della American Psychological Association sostiene che i concorsi, in così precoce età, insegnano alle bambine a percepirsi come oggetti, il cui valore è legato a dei riferimenti estetici standard, che verranno valutati ed esaminati.
Cosa accade se il proprio aspetto non viene considerato accettabile?
Il valore di una bambina e la sua autostima che poggia sull'immagine corporea, come può affrontare la sconfitta, il non piacere?
Sarebbe importante invece educare a coltivare se stesse integralmente.
Le risorse di un essere umano non possono venire dall'esterno, dalla "bella confezione".
Ma dall'interno, dalla ricerca di un nostro centro più intimo, con cui bisogna essere in contatto ed insegnare ai più piccoli a restarne in contatto.
In contatto con tutto: le emozioni belle e quelle spiacevoli.
La ricerca che vi ho citato ha collegato questo modo di percepire se stesse come oggetti e involucri, alla prematura apparizione dei più comuni problemi di disagio psicologico delle ragazze e delle donne: disturbi alimentari, bassa autostima e depressione. Se volete saperne di più su questa ricerca Report of the APA Task Force on Advertising and Children  , una relazione sui risultati di uno studio dedicato alla pubblicità e i bambini.
Vi lascio con un video che avevo postato qui tempo fa.
E' un video per i genitori e per tutti gli adulti.
Negli Stati Uniti è stato realizzato questo filmato al fine di promuovere  un'attenzione all'esposizione dei messaggi mediatici distorti sulla perfezione corporea, fonte di disagio tra le bambine, già in età prescolare.
Lo slogan di chiusura dice "Parla con tua figlia prima che lo faccia l'industria della bellezza"


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