Magazine Asia
Quattro giorni, due notti insonni, un numero imprecisato di momenti di grande sconforto, una decina di appuntamenti per vedere case, due buoni risultati: ecco in breve il mio incontro con Londra.
Non importa quante volte sono già partita, non credo mi abituerò mai alla solitudine della prima notte in una stanza sconosciuta, in una città di cui non so nulla. Non ci sono posti familiari e mi sento spaesata, il mio senso dell’orientamento traballante mi fa girare a vuoto, perdere tempo e pazienza, le ansie si amplificano, mi faccio sommergere dalla negatività. Vorrei mollare tutto e tornare a casa.
È la mia paura che mi rende irrazionale e mi fa sentire sopraffatta. In realtà, come dice Chiara, dovrei guardarmi da fuori, alla fine le cose mi riescono, in qualche modo. E non è vero che va tutto male, perché ogni tanto la fortuna capita anche a me. Per esempio telefonare per richiedere l’appuntamento per il National Insurance Number e ottenerlo il giorno seguente, e sbrigare il tutto in una velocissima serie di domande, controllo del passaporto e nient’altro.
La ricerca di una stanza a Londra è delirante come dicono. I prezzi, le condizioni di certi alloggi, gli appuntamenti che sembrano colloqui di lavoro in cui devi convincere la gente che saresti il perfetto coinquilino: una bella sfida per i miei nervi, ma ce l’ho fatta.
Sabato mattina vedo la casa, il primo che paga il deposito se la prende. Ho altri appuntamenti fissati, quindi dico che ci risentiremo domenica. Vado a guardare qualche altra stanza, decente ma lontanissima dal centro, e continuo a pensare che in fin dei conti quella non era male. Un appartamentino da condividere soltanto con un’altra ragazza, e con due gatti. DUE GATTI (forse così non sentirò troppo la mancanza del Neko Cafè). Ho mandato un messaggio per dire che il giorno dopo avrei portato il deposito, cancellato tutti gli altri appuntamenti, e ora ho le chiavi.
Magari martedì, dopo che mi sarò trasferita, vi dico qualcosa di più di “ci sono due gatti” (anche se non serve, no?).
English:
Four days, two sleepless nights, countless moments of discouragement, a dozen house viewings arranged, two achievements: to cut a long story short, here is my first contact with London.
It doesn’t matter how many times I packed my bags, I don’t think I’ll ever get used to the loneliness I feel on the first night in a new room, in a city I know nothing about. There aren’t any familiar places and I feel bewildered, my lack of sense of direction makes me run in circles, waste time and lose patience. My anxieties get out of control, my negativity makes everything turn black. I’d like to go back home.
It’s just my fear making me irrational, making me feel overwhelmed. Chiara is right about that: I should look at myself from the outside and realise that somehow I manage, in the end. Also, it’s not true that everything goes wrong: sometimes even I am lucky. I called to apply for National Insurance Number and got an appointment for the day after, when everything went smoothly. Some simple questions, passport check, and that’s it.
Flat hunting in London is just as crazy as they say. Prices, house conditions, viewings like job interviews when you have to prove that you’ll be the perfect flatmate: it was tough, but I made it.
On Saturday morning I saw the flat. First to pay deposit gets it. I have a few more viewings arranged, so I tell the girl I’ll contact her on Sunday. I check a few more rooms, decents but far away from the city centre, and I keep thinking that the first one was not bad at all. A small apartment I’ll have to share with one person and two cats. TWO CATS (maybe I won’t miss the Neko Cafè after all). I texted her, said I’d bring the deposit and take it, cancel all other appointments, and now I have the keys.
Maybe on Tuesday, after moving in, I’ll write a bit more about the house than “there are two cats” (but is it really necessary?).
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